Con una palla da lampione e due lenti fotografiche si può vedere l’Universo. Ce lo hanno dimostrato i ragazzi del Liceo scientifico della capitale Tullio Levi Civita, che l’1 giugno scorso si sono cimentati in una conferenza spettacolo a tema astronomico rivolta ai loro compagni di scuola a chiusura del percorso di PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’Orientamento, ex alternanza scuola-lavoro) in collaborazione con l’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF di Roma e con l’associazione no‐profit Speak Science. La palla da lampione di cui si sono serviti per raccontare l’Universo è quella del sistema Pianeti in una stanza, strumento didattico sviluppato da Speak Science con il contributo di ricercatori e tecnici dell’INAF e dell’Università degli Studi Roma Tre, e costituito da un kit fai-da-te con cui costruire un piccolo proiettore sferico a basso costo per visualizzare facilmente la Terra, i pianeti, le stelle qualsiasi altro corpo celeste.
Dopo il successo della fase sperimentale dello scorso anno, il progetto di PCTO per l’anno scolastico 2022/2023 si è svolto in forma ibrida e prevalentemente all’interno della scuola, con attività di gruppo e un supporto online in videoconferenza. Obiettivo didattico quello di introdurre alla comunicazione della scienza un piccolo gruppo di studenti del 4° anno, fornendo loro le competenze e lo spirito critico necessari alla costruzione di Pianeti in una stanza e al suo utilizzo per realizzare una conferenza pubblica aperta agli studenti delle altre classi della scuola.
Esempi di proiezione di corpi celesti (buco nero a sinistra, Giove a destra) sul sistema “Pianeti in una stanza” durante l’evento di chiusura di PCTO del Liceo Tullio Levi Civita
Oltre alla realizzazione di un percorso mirato di PCTO, A scuola con pianeti in una stanza ha anche delle ricadute secondarie molto interessanti. Per esempio, consente la formazione di uno o più docenti che partecipano attivamente al progetto guidando gli studenti in classe, e che possono quindi sviluppare le competenze necessarie per usare al meglio una tecnologia innovativa e coinvolgente, come quella di PIAR, anche al di fuori dello stesso PCTO. È stato bello vedere che i ragazzi hanno compreso fin da subito le potenzialità di Pianeti in una stanza dice il Professor Luca Calzoletti, che insegna matematica e fisica e che cerca ogni giorno di trasmettere agli studenti la sua grande passione per l’astronomia. Sono molto felice di aver guidato i ragazzi e di aver collaborato con un ente di ricerca come l’INAF. Lavorando in classe con gli studenti, la sensazione era quella di avere tra le mani uno strumento dalle molteplici possibilità, con cui apprendere, mettere a disposizione del gruppo conoscenze e potenzialità e alla fine raccontare una storia.
La storia che Sara De Andreis, Lorenzo Iannarelli, Gabriele Scarponi e Christian Longo hanno raccontato, o meglio rappresentato, è quella di un vero e proprio viaggio alla scoperta dell’Universo. Dal Sistema Solare ai buchi neri più lontani, nel buio della sala conferenze la rotta della navicella immaginaria ha proceduto spedita sotto la luce di Pianeti in una stanza e gli occhi rapiti degli studenti dei primi anni, introdotti all’astronomia in modo diverso ed estremamente affascinante.
Non è stato semplice imparare da zero uno strumento, capire le basi della comunicazione scientifica e applicarle lavorando con spirito di collaborazione per realizzare un evento divertente e ben riuscito. Ma, dicono i quattro studenti coinvolti nel progetto, l’esperienza è stata estremamente soddisfacente e l’incontro con le classi si è rivelato un successo, tanto che il percorso di PCTO è stato preso in considerazione da alcuni alunni per l’anno prossimo.
Momenti di ilarità si sono alternati ad attimi di concitazione in questa strana traversata cosmica che ha condensato milioni e milioni di anni luce in poco più di un’ora terrestre. È il caso della Luna rubata, prontamente salvata e rimessa a posto dalla ciurma che si è meritata un applauso di riconoscenza dal pubblico. Ed è il caso della riflessione del capitano e della “guida turistica spaziale” sul futuro del pianeta Terra, che mettere a posto è un po’ meno semplice, a detta dei ragazzi.
Insomma, un viaggio astronomico che ha fatto riflettere, oltre che sognare. E che speriamo farà sognare anche voi, studenti e insegnanti degli anni a venire.
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