
Nella sala di controllo del telescopio Cassini, a Loiano, è possibile controllare due telescopi: il telescopio da 1,5 diametro per ricerca di varia natura su space debris, asteroidi, pianeti extrasolari, nuclei galattici attivi, eccetera, ma anche controllando il nuovissimo sistema TANDEM.
TANDEM, che è un acronimo che sta per Telescope Array eNabling DEbris Monitoring, è un insieme di quattro telescopi da 35 cm di diametro concepiti proprio per l’osservazione degli space debris e dei satelliti artificiali che orbitano attorno alla Terra. Il 16 gennaio 2025, nel corso della serata della diretta EduINAF Opposizione di Marte, li abbiamo utilizzati per vedere alcuni oggetti del profondo cielo, fra i più belli e interessanti che il cielo invernale ci mostra.
Sono riuscito a riprendere la galassia di Andromeda, M31, e la galassia del Triangolo M33, due galassie a spirale compagne della nostra Via Lattea, che fanno parte del nostro Gruppo Locale. In particolare M33 è l’oggetto più distante che ancora possiamo osservare a occhio nudo, ovviamente avendo una vista molto acuta e un cielo estremamente buio. M33 si trova a 3 milioni di anni luce da noi, quindi la vediamo com’era 3 milioni di anni fa, ma in ogni caso è l’oggetto più distante che possiamo ancora osservare con i nostri occhi. Per andare oltre abbiamo bisogno di un telescopio, ma chiaramente osservare M33 o la galassia di Andromeda da occhio nudo non vuol dire vederla come la vediamo nelle fotografie: si vedono come delle piccolissime macchiette nebulose, quindi è proprio un’osservazione ai limiti delle capacità del nostro occhio.

Questa è la famosa Nebulosa Testa di Cavallo, sempre nella costellazione di Orione. In effetti, guardando con attenzione, al centro c’è una specie di oggetto scuro che ha la forma di un cavallo con la sua testa che spunta da un una regione più oscura.
Questa è una nube di gas e polveri che fa parte del “complesso molecolare” di Orione a cui appartiene anche la grande nebulosa di Orione: notate che sono immagini in bianco e nero, perché sono immagini di tipo scientifico e quindi i sensori sono in bianco e nero. Grazie a vari filtri (blu, verde rosse) si possono comporre delle immagini a colori (che potete trovare nell’album flickr completo con tutte le immagini scattate – ndr), ma non è immediato.
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La grande Nebulosa di Orione è abbastanza spettacolare, già vista con un piccolo binocolo, quindi non è necessario utilizzare un telescopio per godersi gli oggetti del profondo cielo, almeno quelli più brillanti, quelli più luminosi. E quindi anche con una piccola strumentazione si può già cominciare a osservare delle cose interessanti.

Angolarmente vicino a Giove c’è uno dei più begli ammassi stellari, già visibile a occhio nudo: E’ l’ammasso stellare delle Pleiadi. Si trova a 400-440 anni luce da noi. E già a occhio nudo si vedono le sette stelle principali, che assumono la forma di un piccolo carro: gli antichi la usavano come test dell’acutezza visiva, quindi se riuscite a vedere le sette delle Pleiadi avete una vista estremamente acuta!
Notiamo un piccolo dettaglio: le stelle sembrano sfocate, come viste attraverso una nebbia. In realtà è proprio così, perché l’ammasso delle Pleiadi in quel momento stava attraversando una nube di gas e polveri e quindi la nebulosità diffonde la luce delle stelle, che così sembrano avvolte da una specie di nebbia, ma in effetti quella è una nube da cui possono nascere anche nuove stelle.

La cometa C/2024 G3 ATLAS ha fatto il passaggio al perielio, il punto dell’orbita più vicino al Sole, il 13 gennaio, a 14 milioni di chilometri dal Sole, quindi molto vicino alla nostra stella, anche se non vicinissimo. Il nucleo della cometa è sopravvissuto all’alta temperatura a cui l’ha sottoposto il Sole e adesso si sta di nuovo allontanando verso i confini del Sistema Solare.
La cosa interessante è che questa cometa era talmente brillante che si poteva osservare anche durante il giorno, quindi non era necessario aspettare il buio, la notte, il tramonto oppure l’alba per poterla osservare.
In questa immagine, che ho ripreso il 12 gennaio, il giorno prima del perielio, si vede la cometa e la sua ombra dovuta alla tecnica di elaborazione eseguita. Aveva una magnitudine di circa -3, quindi una luminosità quasi paragonabile a quella di Venere, che è il pianeta molto brillante che si vede subito dopo il tramonto del sole alta nei nostri cieli in questi mesi.
Non è stata uno spettacolo come poteva essere la cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS di ottobre del 2024, ma è stata comunque una discreta cometa, molto interessante perché visibile durante il giorno.
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