Secondaria di secondo grado Marco Castellani Sistema Solare Terra Scienze: Geologia Varie: Italiano

La molle Luna

In questa nuova scheda didattica ispirata a un racconto delle Cosmicomiche di Italo Calvino, andremo a riscoprire un'antica teoria di formazione della Luna, e ci interesseremo del fenomeno delle maree.

Obiettivo della scheda

In questa scheda vi presentiamo il racconto di Italo Calvino La molle Luna, una eccellente occasione per parlare delle diverse teorie della formazione della Luna (una delle quali – importante dal punto di vista storico – è sapientemente descritta in apertura dallo stesso Calvino) nonchè delle dinamiche degli effetti di marea.

Valutazione

La valutazione avviene attraverso un esercizio, indicato al termine di questa scheda.

Materiali

Una copia della raccolta La memoria del mondo e altre storie cosmicomiche di Italo Calvino (Mondadori, 2010), da leggere in classe o a casa.

Prerequisiti

Lo svolgimento di questa attività  dovrebbe essere fatto dopo una introduzione alle diverse teorie di formazione della Luna, come pure all’influenza gravitazionale della Luna sulla Terra (in particolare, si raccomanda lo studio del fenomeno delle maree).

Il racconto

Il racconto La molle Luna è stato pubblicato nel libro La memoria del mondo che contiene alcuni racconti non presenti nei volumi Le Cosmicomiche e Ti con zero

moon-earth
Nella finzione narrativa, la Luna è “molle” e non resiste alla gravità  del nostro pianeta…

Il racconto si apre con la menzione di una teoria ormai abbandonata – una delle prime teorie scientifiche sulla formazione del nostro unico satellite naturale – secondo la quale la Luna sarebbe stata in origine un altro pianeta orbitante attorno al Sole, poi “catturato” dalla Terra fino a farlo “deragliare” dalla sua orbita portandolo appunto ad orbitare attorno a noi come satellite. La teoria citata si deve a George Darwin, figlio del ben più famoso Charles, ed è dettagliata in due diversi articoli, del 1879 e del 1881.
Lo stesso Qfwfp, protagonista della maggior parte dei racconti che formano le Cosmicomiche, conferma questa teoria in apertura di racconto, subito dopo l’inciso scientifico iniziale.

S’avvicinava (la Luna), – ricordò Qfwfq, – me ne accorsi mentre rincasavo, alzando gli occhi tra le mura di vetro e acciaio, e la vidi, non più una luce come tante ne brillano la sera…

La narrazione si sviluppa intorno al complicato rapporto tra il protagonista e Sibyl – che assai presto capiamo essere la sua compagna – la quale lavora presso un Osservatorio. Infatti è a lei che si rivolge Qfwfq preoccupato per l’avvicinarsi progressivo di questo enorme corpo celeste. Sibyl, che incontriamo intenta a seguire il fenomeno con l’occhio al telescopio, ostenta sicurezza e quasi fastidio per l’approssimarsi di un corpo celeste che lei considera molto meno rilevante della nostra Terra. Nelle sue parole:

Noi siamo sulla Terra, la Terra ha una forza che può tenersi intorno dei pianeti per conto suo, come il Sole. Cosa può contrapporre, Luna, come massa, campo gravitazionale, tenuta d’orbita, consistenza? Vuoi mica metterla a confronto? Luna è molle molle, la Terra è dura, solida, la Terra tiene.

In particolare la Luna appare molle, e questa sua caratteristica fa sì che – nella finzione del racconto – gli strati superficiali, per le forze mareali che diventano sempre più forti più la Terra si avvicina, si dispongano in lunghe colonne orientate verso il nostro pianeta, causando infine la diffusione sulla sua superficie (lo “smoccolamento” per usare le parole del racconto) del molle materiale lunare:

Vedevo le propaggini lunari torcersi nel cielo con movimenti sinuosi, come cercassero di raggiungere o avvolgere qualcosa: c’era la città , là  sotto, in corrispondenza d’un alone di luce che vedevamo affiorare sull’orizzonte dentellato dall’ombra della skyline. Si sarebbe fermata in tempo, la Luna, come diceva Sibyl, prima che uno dei suoi tentacoli non arrivasse a ghermire la guglia d’un grattacielo? E se, prima ancora, una di queste stalattiti che continuavano ad allungarsi e assottigliarsi, si fosse staccata piovendoci addosso?

Di fatto, la sicurezza algida della donna – che potremmo forse definire, in linguaggio odierno, più pseudoscientifica che scientifica in senso stretto, perchè si basa più su un assunto ritenuto vero a prescindere (“la Luna non può nuocere alla Terra in alcun modo”) che sulla attenta osservazione del fenomeno in corso – non basta a placare l’inquietudine del protagonista, disorientato di fronte a quanto sta accadendo.
Il materiale che proviene dalla Luna è infatti una sorta di miscuglio misterioso e quasi repellente, in contrasto con l’ordine ed il nitore della superficie terrestre, con i segni confortanti dell’intervento umano (le nostre cose buone di plastica, di nylon, di acciaio cromato…).
Alla fine anche la stessa Sibyl – che fino all’ultimo appare caparbiamente determinata a minimizzare la portata di quanto sta accadendo, fino quasi a non volerlo vedere – sembra trasformarsi e involgarirsi, quasi questo profluvio di materiale lunare corrodesse le persone anche nell’animo, le contaminasse di una qualche nociva diversità  lunare(1)Come possibile lavoro interdisciplinare (traduzione dall’inglese), si verifichi come questo straniamento “lunare” sia anche magistralmente espresso nella canzone Eclipse del gruppo inglese dei Pink Floyd, nell’album The Dark Side of the Moon (1973): everything under the Sun is in tune / but the Sun is eclipsed by the Moon (ogni cosa sotto il Sole è in fase / ma il sole è eclissato dalla Luna). Si rimanda appunto al testo completo per cogliere appieno la straordinaria affinità  con questo racconto..

Discussione sul tema astronomico

Inquadrato il tema dell’avvicinamento della Luna alla Terra, nella parte iniziale, il racconto viene centrato sul fenomeno delle maree, anche se nella finzione letteraria tale fenomeno – possiamo dire – è felicemente capovolto, rispetto a come lo conosciamo.
Nella nostra esperienza le maree sono grandi masse d’acqua (oceani, mari ed anche grandi laghi) che si innalzano e si abbassano anche di diversi metri, con periodicità  giornaliera, a motivo dell’attrazione gravitazionale della Luna sul nostro pianeta. Nel racconto è la Luna, che si immagina rivestita di un indefinito materiale “molle” (da cui il titolo) che a motivo degli effetti mareali con la Terra crea delle vere e proprie colate di materia verso il nostro mondo, più estese man mano che la distanza tra i due corpi celesti diminuisce.
Nella finzione letteraria non si specifica il grado di avvicinamento ultimo che raggiunge la Luna, ma si immagina che sia tale da rendere possibile un passaggio di materia da un corpo all’altro. Per quanto ciò ovviamente non avvenga nel sistema Terra – Luna (e per quanto la Luna non sia affatto “molle” sulla superficie, come gli astronauti che vi hanno camminato sopra possono confermare), nondimeno gli effetti mareali sono ben visibili, in diverse occasioni. Si noti anche che correttamente, gli effetti mareali citati nel racconto (per quanto esagerati negli effetti che producono) si rendano via via più pronunciati al progressivo diminuire della distanza dei due corpi.

Esercizio di valutazione

Gli effetti di marea sono dovuti, in generale, all’interazione gravitazionale tra la Terra e i diversi corpi celesti. Qual è l’oggetto celeste che provoca i maggiori effetti di marea, tra la Luna ed il Sole? Qual è l’entità  relativa dei due effetti?
Per valutare i diversi effetti dei vari corpi celesti, si consideri che secondo la teoria:

\(\text{Forza di marea} \propto \frac{M}{d^3} \propto \rho \left ( \frac{r}{d} \right )^2\)

dove \(M\) è la massa del corpo celeste, \(d\) è la distanza dalla Terra, infine \(\rho\) è la densità  del corpo medesimo. Il rapporto \(r/d\), come si può agevolmente dimostrare, è proporzionale all’angolo sotteso nel cielo dall’oggetto in esame.
Prima ancora di svolgere l’esercizio, si osservi bene la formula citata, per verificare la correttezza scientifica del meccanismo narrativo scelto da Calvino: gli effetti di marea (e dunque le forze relative) aumentano davvero all’avvicinarsi dei due corpi interessati? Se sì, come si evince dalla formula?
Per la risoluzione dell’esercizio, si consideri poi che:

  • è lecito approssimare come uguale il rapporto \(r/d\) della Luna e del Sole (empiricamente, i due corpi hanno circa lo stesso diametro nel cielo)
  • la densità  media del Sole è \(\rho (S) \approx 1.408 g/cm^3\), mentre la densità  media della Luna è \(\rho (S) \approx 3.34 g/cm^3\) (il Sole è una struttura gassosa, in media meno denso della Luna che è un satellite roccioso).

Riferimenti al curriculum scolastico

             Livello              Materia                        Argomento          
Scuola secondaria II grado Scienze, Fisica, Astronomia, Scienze della Terra Interazione gravitazionale, Luna, Sole, Maree

Approfondimenti

Note

Note
1 Come possibile lavoro interdisciplinare (traduzione dall’inglese), si verifichi come questo straniamento “lunare” sia anche magistralmente espresso nella canzone Eclipse del gruppo inglese dei Pink Floyd, nell’album The Dark Side of the Moon (1973): everything under the Sun is in tune / but the Sun is eclipsed by the Moon (ogni cosa sotto il Sole è in fase / ma il sole è eclissato dalla Luna). Si rimanda appunto al testo completo per cogliere appieno la straordinaria affinità  con questo racconto.

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