Aggiornato il 28 Novembre 2024
Con il mese di marzo iniziamo ad avvicinarci alla stagione primaverile. E accade anche più spesso che i cieli notturni siano più sgombri dalle nuvole che caratterizzano, invece, quelli autunnali e invernali. Certo la maggior parte del mese di marzo fa ancora parte dell’inverno, ma il tempo climatico è in via di miglioramento. L’evento astronomico di marzo è, così, l’equinozio di primavera, che sarà il punto di partenza per la prossima diretta di EduINAF, con la quale racconteremo alcune tappe importanti dell’astronomia italiana collegandoci proprio con quattro delle sedi storiche dell’Istituto Nazionale di Astrofisica per ascoltare aneddoti e dare un’occhiata ad alcuni degli strumenti usati dagli astronomi.
Torniamo, però, al nostro cielo del mese e all’evento celeste di marzo, l’equinozio. La sua origine etimologica viene dal latino aequa-nox, ovvero notte uguale e indica che in un dato giorno la durata del periodo diurno e di quello notturno sono uguali. Dal punto di vista astronomico gli equinozi, così come i solstizi, coincidono con precise posizioni della Terra nel suo moto di rotazione intorno al Sole. Questo vuol dire, in termini pratici, che la definizione astronomica degli equinozi ha non solo un giorno, ma anche un orario preciso. Per esempio l’equinozio di primavera di quest’anno cadrà il 20 marzo alle 15:33, mentre quello d’autunno il 23 settembre all’1:04.
Tutto ciò è legato all’inclinazione di 23°27′ dell’asse terrestre rispetto al piano orbitale del pianeta, e questo è anche il motivo alla base della durata variabile di giorno e notte e dell’alternarsi delle stagioni. Inoltre la diversa inclinazione dei raggi solari crea le condizioni climatiche che caratterizzano ciascuna di esse.
Ci sono alcune idee interessanti, dal punto di vista didattico, che possono essere usate per capire come funziona la faccenda. In questo senso, prima di proseguire con la descrizione delle costellazioni che si potranno vedere a marzo, vi segnalo un paio di attività didattiche, Seasons on Earth su PBS Learning Media e Seasons around the world su astroEDU.
Oltre alle attività didattiche precedenti, mi sento di consigliarvi come ulteriori letture di approfondimento un articolo sulla precessione degli equinozi e un’astrografica che ci presenta alcuni degli astronomi che hanno studiato il fenomeno.
Le costellazioni del cielo serale
Andiamo, ora, a "vedere" quali sono le costellazioni che incontreremo nel cielo marzolino (testo ripreso e leggermente riadattato da it.wiki). Il cielo notturno durante questo mese è dominato dalla costellazione del Leone e dall’asterismo del Grande Carro.
La Via Lattea invernale si sposta sempre più verso occidente, lasciando il posto a un’area con bassa densità di stelle. Orione e Cane Maggiore sono sempre più basse sull’orizzonte, sostituite a sud dalla costellazione del Leone, la cui presenza indica l’arrivo prossimo della primavera, e dall’Idra, quest’ultima tanto grande quanto poco appariscente.
Rasente l’orizzonte meridionale, si intravedono alcune stelle appartenenti alla costellazione australe delle Vele, una volta parte della grande costellazione della Nave Argo.
A est, sono evidenti due stelle luminose: una, dal colore rosso arancio vivo, è Arturo, nella costellazione del Boote; più a sud, Spica, la stella più brillante della Vergine, costellazione in cui è possibile osservare un grandissimo numero di galassie in virtù della presenza entro i suoi confini dell’omonimo ammasso galattico. Queste due stelle, insieme con Denebola (Beta Leonis), costituiscono l’asterismo del Triangolo di Primavera.
A nord, il Grande Carro si mostra a pochi gradi dallo zenit, disposto "capovolto" alle latitudini italiane; sempre osservabili, basse sull’orizzonte nord, le due figure di Cefeo e Cassiopea.
Soffermiamoci un attimo proprio sul Grande Carro, uno degli asterismi più noti del cielo notturno. La facilità con cui viene identificato, permette alle stelle che lo compongono di essere punto di riferimento per determinare facilmente la posizione di altre stelle e costellazioni.
La prima stella che generalmente si "impara" a identificare usando il Grande Carro è la Polare. Basta prolungare i cinque volte la linea che parte da Merak e porta fino a Dubhe, motivo per cui queste due stelle sono anche note come i puntatori.
Estendendo verso sud la linea che da Megrez collega Phecda, si arriva a trovare Regolo, una stella azzurra molto luminosa, e prolungando ancora nella stessa direzione si arriva ad Alphard, un’altra stella azzurra, meno luminosa, ma isolata.
Se si parte sempre da Megrez, andando però questa volta verso Dubhe, e continuando la linea diverse volte si arriva a Capella, una brillantissima stella gialla, da cui poi è possibile reperire molte altre stelle e costellazioni.
Congiungendo invece Phecda a Merak e continuando sempre nella stessa direzione, si arriva alla coppia di stelle Castore e Polluce, i due gemelli dell’antichità che danno il nome all’omonima costellazione.
Seguendo la curva disegnata dalle stelle della coda, Alioth, Mizar e Alkaid, e prolungando la direzione, si arriva ad Arturo, nel Boote, la quarta stella più luminosa del cielo, di colore rossastro; proseguendo ancora, si raggiunge Spica, una stella azzurra luminosa, nella costellazione della Vergine; e proseguendo più oltre, si arriva alla fine al Centauro.
Sempre nella porzione di cielo occupata dal Grande Carro si possono trovare alcuni oggetti del profondo cielo, come per esempio l’Huuble Deep Field, posto sulla linea che unisce Phecda e Megrez, raddoppiandola lungo la stessa direzione.
Usando sempre Phecda, questa volta andando nella direzione di Dubhe e poi proseguendo sempre nella stessa direzione, si giunge fino alle due galassie di M81 e M82.
Altre due galassie, M101 e M52, si trovano rispettivamente a nord e a sud di Alkaid.
Verso ovest, domina ancora la figura di Orione e dei Gemelli, la stella Sirio e la costellazione del Toro.
Osservando il cielo oltre le prime ore della notte, sarà visibile a nord-est la brillante stella Vega, che sarà dominante nei prossimi mesi estivi e inizio-autunnali.
Sciami meteorici
Il principale sciame meteorico del mese di marzo è costituito dalle deboli Gamma Normids, attive dal 25 febbraio e fino al 28 marzo, con picco il 14 marzo. La sua posizione nel cielo coincide con la costellazione del Regolo, tipica dei cieli meridionali, ma in parte visibile anche nel nostro emisfero (visibilità tra i 30° nord, comunque al di sotto dell’Italia, e i 90° sud).
Fasi lunari
Di seguito le principali fasi lunari del mese di marzo.
I pianeti
Il pianeta più facilmente visibile nei cieli italiani all’inizio di marzo è Venere, che sorge alle 5:54 per poi tramontare alle 15:53. È possibile identificare anche Marte, che si alza sopra l’orizzonte alle 4:48 per poi tramontare alle 14:07. Intorno al 13 marzo, anche Saturno inizia a essere più facilmente visibile (sorge alle 5:13 e tramonta alle 15:22). E sono che questi i pianeti che caratterizzeranno i cieli fino al 31 marzo.
Gli orari indicati nel testo precedente sono stati ricavati da timeanddate con Roma come località .
La Stazione Spaziale Internazionale
Utilizzando il sito Heavens Above con Roma come posizione geografica ho selezionato alcuni dei passaggi della Stazione Spaziale Internazionale sopra i nostri cieli, sperando di aver proposto un buon equilibrio tra visibilità e lunghezza dei passaggi. Sulle mappe oltre alla traiettoria prevista sono anche indicati gli orari di passaggio:
Passaggio del 3 marzo
Passaggio del 9 marzo
Passaggio del 19 marzo
Passaggio del 26 marzo
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