Costellazioni, tra miti e colori
Se marzo è il mese in cui comincia la primavera, aprile è quello in cui questa stagione prende il sopravvento. La natura freme di vita e le ore di luce cominciano a prevalere palesemente su quelle della notte, per cui è davvero il momento giusto per la pubblicazione del quaderno EduINAF previsto per il 15 aprile.
A guardare bene anche nella volta celeste è cominciata questa bella stagione! A Nord Est infatti è ben visibile l’Orsa Maggiore, che dopo il lungo sonno invernale, sembra ora venire fuori dalla sua tana per mettersi finalmente alla ricerca di cibo. Alzandosi dall’orizzonte attira l’attenzione di sette uccelli cacciatori che nella speranza di cibarsene, cominciano ad inseguirla lungo il suo cammino. Era proprio questo quello che immaginavano alcune tribù degli Indiani d’America quando osservavano il rettangolo e il manico del Grande Carro, l’arco della Corona Boreale e le stelle più brillanti del Boote.
Una caccia lunga fino all’autunno, quando a causa della rotazione terrestre l’Orsa sembrerà morire nuovamente all’orizzonte per poi ritornare in vita assieme al resto della natura alla fine dell’inverno. Un ciclo di morte e vita, di buio e luce di cui la Luna stessa con le sue fasi era presso molte culture il più sintetico paradigma, tanto che ancora oggi il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera continua a scandire i tempi liturgici della Pasqua ebraica e di quella cristiana, celebrazioni della libertà e della vittoria della vita sulla morte.
In quella mitologica caccia Arturo, l’astro più luminoso del cielo boreale, non poteva che vestire i panni dell’uccello cacciatore più grande: un allocco dagli occhi ambrati come le sue sfumature già visibili a occhio nudo sembravano suggerire! Un ruolo così diverso da quello ereditato dalla tradizione greca, dove invece, come il suo nome rivela, era il fedele Guardiano dell’Orsa.
Chi avrebbe potuto immaginare che tutti gli altri astri più luminosi con cui Arturo disegna la costellazione del Bovaro avessero le sue stesse sfumature? E lo stesso si può dire dell’azzurro delle stelle del Grande Carro, che secondo la tradizione latina – come fossero sette buoi – egli porta al pascolo attorno al Polo Nord Celeste. In questo angolo del cielo infatti i colori delle stelle più luminose sembrano distribuirsi in modo quasi perfetto, se non fosse per quell’unico astro che i due asterismi si sono scambiati chissà per quale mitologico motivo!
Se ad Ovest il luminosissimo Esagono Celeste tipico del cielo invernale si avvia al tramonto, ad Est entra in scena il Triangolo di Primavera formato da Spica, Arturo e Regolo (qualcuno preferisce Denebola a Regolo perché pur essendo meno luminosa, disegna con le altre un triangolo più equilatero). Due grandi asterismi stagionali separati a Sud da un unico astro particolarmente brillante, chiamato per tale isolamento Alphard, La Solitaria, dalle sfumature ramate visibili già ad occhio nudo.
Sotto un cielo buio o attraverso un binocolo, il Triangolo di Primavera appare sormontato da MEL111, un largo ammasso stellare tra i più vicini alla Terra.
Per la posizione in cui si trova, secondo le varie tradizioni del mondo, questo grappolo di stelle sembrava disegnare la “ciocca” di capelli della regina Berenice, il “ciuffetto” della coda del Leone che gli sta davanti e una “rosa” a cinque petali o un fascio di “spighe” dorate tenute in mano dalla Vergine che gli sta sotto.
Immagini a cui si aggiunge quella di un intero mazzetto di FIORI che alla luce del colore delle singole stelle che lo compongono, con un po’ di poesia appare ancora più appropriata alla stagione in cui l’ammasso è visibile dal nostro emisfero!
Stelle colorate del periodo
Tra gli astri visibili nel mosaico della Chioma di Benerice si riconosce una delle stelle doppie colorate più belle e luminose della stagione: 24 Comae Berenices (magn. +5.2). Il contrasto cromatico delle sue componenti è già apprezzabile attraverso un piccolo telescopio e lo stesso si può dire della coppia Iota Cancri (magn. +4.2), conosciuta anche col nome di Albireo di Primavera, dell’arancionissima U Hydrae (magn. +4.9) e della giallo-oro-intenso Y dei Cani da Caccia, da Angelo Secchi denominata La Superba. Astri coloratissimi che come fiori profumati arricchiscono il cielo primaverile di ulteriori oggetti da osservare.
Pianeti e congiunzioni
In questo periodo i più luminosi pianeti – Venere, Marte, Giove e Saturno – sembrano essersi tutti dati appuntamento prima dell’alba! A fine mese (dal 24 al 28 aprile) saranno raggiunti anche da una Luna in fase calante con cui disegneranno un bellissimo quadretto planetario da ammirare e fotografare. Chi avrà modo di seguirli in questi orari poco comodi, potrà assistere ad alcune delle più belle congiunzioni dell’anno!
All’alba del 5 aprile ad esempio Marte e Saturno disteranno tra loro solamente 15′ circa; e il 30 aprile Venere e Giove, i due astri più luminosi della volta celeste, ne disteranno solamente 40!
Il 12 aprile sempre all’alba, Giove sarà in congiunzione con Nettuno (7′ di separazione circa), un fenomeno ai limiti della osservabilità, essendo il pianeta blu poco luminoso e per di più immerso nelle luci dell’aurora; ma chi con un po’ di fortuna e con l’aiuto di un telescopio riuscirà ad osservarlo, potrà in qualche modo ripetere l’inconsapevole esperienza di Galileo Galilei, quando tra il 1612 e il 1613 ebbe modo di vedere l’allora sconosciuto pianeta transitare in compagnia dei satelliti Medicei. Più facile sarà osservarlo il 28 aprile quando sarà invece raggiunto da Venere (distanza 25′ circa).
Dalla seconda settimana del mese, subito dopo il tramonto, tornerà visibile anche Mercurio! Il 29 e 30 aprile sarà in congiunzione con le Pleiadi: un bellissimo avvicinamento da seguire ad occhio nudo e con un semplice binocolo, che si arricchirà ulteriormente il 2 maggio quando li raggiungerà una sottile falce di Luna.
La sera del 3 aprile, una sottile falce di Luna al secondo giorno transiterà nei pressi di Urano (magn. +5.8 ); per cui, chi non l’avesse mai visto, una volta inquadrata la Luna, potrà facilmente individuarlo già attraverso un piccolo binocolo. Attenti solo a non confonderlo con Omicron Arietis (magn. +5.7), la stella che Urano raggiungerà tra il 16 e il 17 aprile e con cui al binocolo o già con un piccolo telescopio, assumerà l’apparenza di una larga stella doppia colorata (separazione circa 10′)! In quelle due sere Urano sarà raggiunto anche da Mercurio (2° circa più ad Ovest), per cui sarà ancora una volta facile da individuare.
Ultime interessanti congiunzioni del mese si verificheranno la sera del 9 aprile, quando il pianeta nano Cerere (magn. +9) transiterà a meno di 10′ dalla stella Kappa Tauri (magn. +5.7); e all’alba del 18 aprile quando la Luna sarà in congiunzione con la coppia Zubenelgenubi (magn. +2.7 e +5.2) nella Bilancia.
Alla luce di tutti questi fenomeni non ci resta che sperare in cieli sereni e colorati!
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