Oltre l'orizzonte Arte e letteratura

Le idee attraverso i fatti, i fatti attraverso le persone

Continua il viaggio nella comunicazione della scienza: oggi affrontiamo il tema dello storytelling.
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Omero e la sua guida di William-Adolphe Bouguereau – via commons
La madre che racconta ai figli gli eventi del giorno appena trascorso; i Mà¥neskin che implorano Marlena di tornare a casa; mio nonno spaccone, che si gloria delle sue imprese di gioventù incidendo un nastro di una cassetta musicale della mia adolescenza; Omero che invoca la dea Calliope affinchè attraverso di lui canti i tragici fatti legati all’ira di Achille, figlio di Peleo; le amiche che ridono parlando dei loro viaggi estivi, dei libri letti, dei film visti.
Siamo talmente immersi nei racconti, così come siamo immersi nella luce, che non ce ne rendiamo conto. Racconti di ogni genere, portati da ogni mezzo: canzoni, fumetti, parole. Le storie e i racconti sono antichi tanto quanto la comunicazione fra esseri umani – e forse, chissà , anche fra animali. Spesso fondamentali per la sopravvivenza: consigli per sfuggire all’agguato di una tigre, per abbattere e conservare un’antilope. Regole empiriche per trovare casa a Milano o per evitare i quartieri pericolosi di Baltimora o su come si possono schivare le offerte dei provider telefonici.
Oggi l’arte di raccontare è stata improvvisamente scoperta anche nell’ambito della formazione o dell’impresa. In genere si usa l’espressione storytelling, che nella sua accezione più alta indica quella attività  sociale e culturale legata una condivisione di storie. Nella sua accezione più bassa, invece, è la vendita di una tecnica di comunicazione, tirata a lucido con una massiccia dose di retorica.
Vediamo come funziona, partendo da una vecchia regola d’oro del giornalismo di cronaca, quello su cui si sono fatte le ossa generazioni di giornalisti: raccontare le idee attraverso i fatti e i fatti attraverso le persone.
Ecco un esempio legato alla violenza domestica:

  1. La violenza domestica è l’abuso fisico, sessuale o psicologico tra persone conviventi (l’idea).
  2. Un bacio estorto, uno schiaffo, un atteggiamento umiliante sono tre esempi di violenza domestica (i fatti).
  3. Sono morta a 11 anni. A quell’epoca io e mia mamma vivevamo in Alaska. Uno dei suoi tanti tentativi di reinventarsi: era appena fuggita da mio padre, portandomi con sè (le persone).
  4. Ed eccone un altro tratto dalla scienza – visto che siamo su EduINAF: parliamo del vecchio, caro bosone di Higgs, o meglio, del meccanismo che attua e grazie al quale, con una interazione con il campo di Higgs, le particelle elementari acquisiscono la loro massa.

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    Peter Higgs e Franà§ois Englert durante la conferenza stampa per la consegna dei Premi Nobel nel 2013 – via commons
    1. Deve esistere un meccanismo di transizione attraverso il quale le particelle elementari acquisiscono massa.
    2. Il bosone di Higgs trasferisce massa alle particelle elementari attraverso un meccanismo simile a una transizione di fase.
    3. Quella mattina i laghi del Cairngorm erano ghiacciati. Stanco e infreddolito, Peter ricorse alla fiaschetta di whisky.

    Nella prima frase dei due esempi, si parla di una idea: la definizione del concetto di violenza domestica o il concetto di un meccanismo che ti permette di acquisire massa, posto che tu sia una particella elementare. Pregi e difetti sono evidenti: l’astrazione permette di dare una definizione molto generale che, d’altro canto, non evoca immagini precise, se non con un certo sforzo.
    Nella seconda affermazione, il concetto è lo stesso, ma viene espresso attraverso l’enunciazione di un fatto. il pregio è l’indicazione chiara e ostensiva: questo è violenza domestica, proprio il fatto che ti sto indicando. D’altra parte, sono fatti concreti ma senza anima, senza nome.
    Nella terza… un momento, che c’entra la terza? Osservate che in entrambi i casi, si tratta di un vero e proprio incipit che conduce il lettore dentro una storia, con un personaggio che fin dalle prime battute si inizia a delineare.
    Nel primo esempio, sono parole tratte dal secondo episodio della serie Maid, prodotta e distribuita da Netflix. L’intera serie (10 episodi di una sola stagione) è dedicata al racconto di una ragazza (interpretata da una sensazionale Margaret Qualley) che fugge dal compagno insieme alla bambina di 3 anni. Sono le loro vicende che, episodio dopo episodio, rivelano la natura della violenza domestica che ha dovuto subire. La prima frase ti colpisce come uno schiaffo: io sono morta a 11 anni, ed ero una bambina. Il legame che si crea fra chi legge e chi scrive (Io) è immediato. Così come immediata è la reazione confusa: se sei morta, come puoi scrivere queste righe? Il difetto risiede nel fatto che l’informazione è diluita, lenta. Il contenuto esplicito relativo al tema che si vuole trattare – la violenza domestica, appunto – è certamente minore che nei casi precedenti. Però molto più intenso.
    Nel secondo esempio, l’incipit è legato a un episodio raccontato da Peter Higgs, l’ideatore di questo meccanismo. Higgs riferisce divertito di dovere il suo premio Nobel proprio a una passeggiata sulle colline dei Cairngorn, nella Scozia settentrionale, qualche decina di km a sud del lago di Loch Ness. Sarebbe stata quella passeggiata e il freddo intenso a suggerirgli un meccanismo di transizione che sia responsabile della massa delle particelle elementari. Osservate che, in questo inizio di narrazione, si fa implicitamente riferimento alla transizioni di fase: l’acqua dei laghi è ghiacciata, mentre il whisky, essendo alcolico, ghiacciato non è. Attraverso queste semplici righe, si porta il lettore dentro la vita di una persona.
    Si parla di persone per parlare di fatti che illustrano idee.

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Scritto da

Stefano Sandrelli Stefano Sandrelli

Tecnologo dell'Inaf presso l'Osservatorio Astronomico di Brera, dirige l'Office of Astronomy for Education Center Italy dell'International Astronomical Union. Già  responsabile nazionale della Didattica e Divulgazione per l'Ufficio Comunicazione dell'INAF dal 2016 al 2020, è Docente del corso "nuovi modi per comunicare l'astronomia” per il master MACSIS, Università  Bicocca. Collabora con le riviste Sapere e Focus Junior, per le quali per la quale tiene rubriche mensili. Dal maggio 2000 al dicembre 2015 ha curato per l' Agenzia Spaziale Europea (ESA) oltre 500 puntate di una rubrica televisiva in onda da Rainews24 e RAI 3. Autore per Zanichelli, Einaudi e Feltrinelli.

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