Il 1° gennaio 1925 davanti all’American Astronomical Society a Washington, D.C., si tenne una storica conferenza. Per la prima volta davanti alla comunità scientifica in modo ufficiale, furono presentati i risultati di Edwin Hubble con prove decisive che le “nebulose” osservate in precedenza, come Andromeda (M31), non erano oggetti all’interno della nostra Via Lattea (come si credeva allora), ma vere e proprie galassie esterne. Questo rappresenta un momento cruciale nella storia dell’astronomia, aprendo le porte a una nuova concezione dell’universo.
Nonostante l’importanza della scoperta, alcuni astronomi rimasero inizialmente scettici, soprattutto perché era un’idea radicale rispetto al pensiero dominante. In quegli anni era in corso quello che poi è passato alla storia come il Great Debate (Grande Dibattito). Due grandi astronomi, Heber Curtis e Harlow Shapley, avevano idee diametralmente opposte sulla natura delle “nebulose a spirale”. Curtis sosteneva fossero galassie esterne, mentre Shapley riteneva che fossero parte della Via Lattea. Le scoperte di Hubble diedero ragione a Curtis.
Si potrebbe immaginare che l’annuncio di Hubble abbia suscitato scalpore. In realtà, mentre la comunità scientifica comprese la portata della scoperta, le reazioni dei giornali dell’epoca furono inizialmente limitate. Sembra strano, ma a quel tempo, le scoperte astronomiche non ricevevano la grande copertura mediatica di cui godono oggi.
La scoperta di Hubble era stata anticipata al grande pubblico in un articolo del New York Time già il 23 novembre 1924. L’articolo dal titolo: Finds Spiral Nebulae are Stellar Systems: ‘Dr Hubbell Confirms View That They Are ‘Island Universes’; Similar to Our Own, un trafiletto pubblicato in sesta pagina, non suscitò nessun seguito e generalmente passò sotto silenzio.
Un fatto singolare per una scoperta che avrebbe cambiato la visione stessa della struttura dell’universo.
Interessante notare che, l’articolo, Hubble viene chiamato Dr. Hubbell. Chissà se ci fu un Great Debate sulla corretta ortografia del nome.
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