Prof Spaziali Arte e letteratura

A Ercolano, con la valigia delle favole

Dalle pagine del concorso "Via Lattea Quaraquarinci" la nuova Prof. Spaziale ci racconta di arte, letteratura e scienza

Aggiornato il 23 Settembre 2024

Ci sono alcuni insegnanti con cui noi di EduINAF stabiliamo un rapporto speciale, che si mantiene ed evolve nel tempo. È il caso di Maria Sica, insegnante di matematica e Scienze dell’I.C. Giampaglia Iaccarino di Ercolano, vera e propria habituè del concorso Rodari, il concorso di astro scrittura creativa a cura del Gruppo Storie dell’INAF. Sono quattro anni che Maria partecipa molto attivamente a questa iniziativa, collaborando con le colleghe delle materie letterarie per trasformare i suoi giovani studenti in veri e propri “raccontafavole”. Tanto da guadagnarsi il soprannome di “Prof con la valigia delle favole“.

Mariasica E La1a
Maria Sica e la 1A dell’ I.C. Giampaglia Iaccarino di Ercolano.

Maria, tu sei laureata in biologia e insegni Matematica e scienze. Eppure sei una vera appassionata di astronomia, frequentatrice di EduINAF. Da cosa viene questa passione?
Innanzitutto bisogna dire che noi biologi siamo molto versatili nel mondo della didattica, e molto spesso portiamo le nostre tante passioni in classe, da veri non-specialisti. Io sono una astrofila appassionata e mi sono accorta presto che condivido questa passione per il cielo e l’astronomia con le studentesse e gli studenti. Molti sognano di andare nello spazio! La prima attività che ho portato in classe è stata i Campionati di Astronomia (allora olimpiadi astronomia), poi ho partecipato a una scuola estiva organizzata da Nuclio. Infine, negli ultimi anni, tramite EduINAF, sono stata conquistata dal concorso Rodari. Un approccio semplice dal punto di vista scientifico, che dà spazio alla fantasia e mi permette di collaborare in modo creativo con i colleghi.

A proposito di Rodari: parliamo dell’importanza dell’arte, della letteratura e delle favole nell’insegnamento. Come si combina questo approccio con le  materie scientifiche?
La favola fa parte della programmazione delle prime e risponde ad un’esigenza del nostro tempo. I ragazzi sono abituati ad un linguaggio semplice, hanno un vocabolario sempre più limitato, e un tempo di attenzione estremamente basso. Anche guardando come evolvono i libri di testo negli anni, ci si rende conto facilmente di come siano aumentate le immagini a discapito degli altri contenuti. Con l’Intelligenza Artificiale, i ragazzi sono in grado di rispondere a qualsiasi richiesta e risolvere qualsiasi cosa standardizzata. Questi sono i danni generati in parte dagli anni del COVID, e dall’uso del cellulare.
C’è un grande bisogno di creatività e immaginazione. E chi meglio di Gianni Rodari, con le sue favole meravigliose, che gettano ponti interdisciplinari? Generalmente, coinvolgo la collega di italiano e quella di arte. La prima fornisce indicazioni sulla struttura della favola, porta esempi facendo letture collettive di una o più favole di questo straordinario autore, io poi mi innesto lavorando sui contenuti scientifici e spiegando i meccanismi delle “scatole” che EduInaf propone. Infine la collega di arte lavora sui disegni che accompagnano le storie. Le attività coinvolgono tutta la classe e, per scelta, spediamo tutti i racconti ,anche quelli meno validi, per premiare comunque l’impegno. Per loro è molto importante essere pubblicati. La scuola dedica una pagina del sito istituzionale alla pubblicazione. Il lavoro prosegue anche dopo, con collegamenti e rimandi a quanto abbiamo imparato. Le scienze, soprattutto quando vissute in modo laboratoriale, hanno un grande impatto sui ragazzi.

Dalvesuvio
Due foto scattate dal vesuvio in diverse condizioni di illuminazione per “Mi illumino di meno” – Crediti: E. Lauoadi

Quello dell’insegnante con i suoi alunni è spesso un rapporto privilegiato, che si mantiene nel tempo. Ci sono alunni che ti hanno colpito per la loro passione?
Intanto voglio specificare una cosa: sento dire spesso che i ragazzi di oggi sono apatici. Non è vero, proteggono di più le loro emozioni e tendono ad aver bisogno di tempo per farsi conoscere e per mostrare le loro passioni. Io faccio parte della UAN (Unione Astrofili Napoletani) e con la sezione che si occupa di didattica dell’astronomia mi capita spesso di coinvolgere alunni in serate di osservazione del cielo che danno il via a vere e proprie passioni. Per esempio due alunni di seconda quest’anno si sono appassionati alla  fotografia astronomica, e per la manifestazione “m’ illumino di meno” si sono fatti portare dai genitori sul Vesuvio per fotografare il cielo con e senza l’illuminazione della città. Questo entusiasmo è davvero uno stimolo, che è stato premiato anche fattivamente visto che siamo stati premiati con il terzo premio al concorso Nazionale. Poi ci sono studenti che trasformano questi interessi in veri e propri percorsi di studio e  professioni. Ricordo una giornata a Città della Scienza e una battaglia tra rover talmente motivante da segnare le scelte di un mio studente di diversi anni fa. Oggi sta completando i suoi studi in domotica e continua a venire a trovarci.

La scuola negli ultimi anni sta evolvendo molto velocemente, anche a causa di investimenti ingenti e dei forti cambiamenti della società. Ci racconti la tua scuola dall’interno?
Lavoro a Ercolano dal 2018. Ercolano è un luogo davvero speciale, direi di confine, dove coesistono realtà molto diverse tra loro. Da una parte l’Ercolano “bene”, con la bellezza archeologica e turistica; dall’altra una zona storica degradata, dove l’attività primaria è il mercato al dettaglio dei vestiti usati. I ragazzi soffrono dell’assenza di offerte culturali. Mancano un cinema, una biblioteca, una libreria. Mancano degli spazi aggreganti.
La mia scuola sembra vivere la stessa dicotomia: abbiamo un anfiteatro, 2 palestre, attrezzature di ultima generazione acquistate con fondi PON e PNRR, eppure non abbiamo aule/laboratorio in cui poter svolgere le attività,  manca un tecnico di laboratorio che ci sia di supporto. L’immagine che più ci rappresenta è un modernissimo banco-laboratorio di chimica appoggiato nel corridoio della scuola, in mancanza di spazi più adatti.
Però, per fortuna, ci sono tantissimi docenti motivati e che amano il loro lavoro. Io ho la fortuna di lavorare in un consiglio di classe molto attivo: con una collega di Italiano abbiamo partecipato al concorso Federchimica giovani, ma anche a concorsi promossi per l’uguaglianza di genere e contro la violenza sulle donne. Con la collega di arte abbiamo partecipato a un concorso sulla realizzazione di una banconota che aveva come tema la numerazione binaria e la sua importanza. Gli studenti sono super stimolati e c’è tanta voglia di rendere la scuola una seconda famiglia per quei ragazzi che sono in difficoltà e un trampolino di lancio verso un futuro bello, dove le passioni diventino lavoro. Quest’anno ho anche un aspirante fisico quantistico e…chi sa che un giorno non mi citi alla premiazione del Nobel.

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Scritto da

Livia Giacomini Livia Giacomini

Direttore di EduINAF, il magazine di didattica e divulgazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.

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