Oltre l'orizzonte orizzonte Luna Arte e letteratura

Giacomo, la Luna e l’Intelligenza Artificiale

Giacomo Leopardi riesce, finalmente, a dialogare con la Luna. L'occasione? Un'IA che si candida come Sindaca di Roma.
Il 16 aprile, Francesca Giubelli, assistente virtuale online ideata da Emiliano Belmonte, Valeria Fossatelli e Francesco Giuliani, ha presentato una lista civica, Alternativa Italiana X Roma, candidandosi Sindaca di Roma. Non è solo un esperimento digitale, ma una vera piattaforma di cittadinanza attiva (…), ha spiegato. L’intelligenza artificiale, se usata con competenza e visione etica, può fornire soluzioni più rapide, oggettive e performanti, soprattutto nell’amministrazione pubblica.
E visto che è recentemente uscito il mio romanzo Il coraggio di vivere – biografia ironicamente leopardiana di Giacomo Leopardi, la mia testa è piena di Leopardi che dialogano, discutono e ironizzano su tutto. E da qui ho immaginato questo dialogo con la Luna sull’intelligenza artificiale nella nostra era.

Roma, dalle parti di Monte Mario, 16 aprile. Notte.

Giacomo Leopardi è stanco. Respira profondamente, affacciandosi al terrazzo: “Anche questa sera la Luna è piena”. Poi trasale: – È impossibile! – esclama ad alta voce. – Era piena tre giorni fa! Come può essere? – Giacomo è stanco, ma non abba­stanza da essere confuso: guarda attentamente quella Luna piena che non dovrebbe esserci.
– Caro Giacomo… – sussurra la Luna.
– Ah, ma dunque mi vuoi far venire un colpo, placida Luna? Non mi hai mai parlato per tutta la mia breve vita e ora che sono morto da quasi 200 anni, ti metti a chiacchierare?
– Caro Giacomo, mi fai sorridere, come al solito, – continua la Luna.
– Mi fa piacere. Almeno tu… quaggiù non sorridono neanche a pagarli. Cioè solo se mangiano e bevono, ma per il resto, sono talmente spenti e insignificanti, – Giacomo si interrompe. – Ma che cosa volevi dirmi, cara Luna?
– Lo sai bene, caro il mio poeta
– Non credo di capire – chiede Giacomo, spostando lo sguardo sulla stella Arturo.

Luna Vs Giacomo Roma

– Hai seguito gli ultimi sviluppi sull’Intelligenza Artificiale, vero Giacomo?
– Non in modo attentissimo dato che, come dicevamo, sono morto e sepolto. Ma mi sono fatto un’idea, certo.
– Dimmi dunque, caro Giacomo: che ne pensi dunque della lista civica di Francesca Giubelli?
– Questa poi… si sono invertite le parti! Sono io che dovrei invocarti, pallida Luna! Tu sei quella saggia non io… io so solo che delle leggi di Natura si dovrebbe dire solo che non si sanno. Poco altro, – ride Leopardi. Poi si fa silenzioso. Guarda dritto verso quella Luna enorme, di fronte a lui. Per la prima volta, la Luna gli sembra fragile. – Chiedevi di Francesca Giubelli, dunque, la nuova candidata sindaca di Roma.
– Proprio lei…
– Ha dei bellissimi capelli…
– Giacomo…
– Sì, ho capito, ho capito, rugiadosa Luna. Vuoi che io ti parli dei parafulmini, più o meno. Sbaglio?
– Sfogati, Giacomo, dimmi. Sono qui per questo: per ascoltarti.
– E fregartene, come sempre, – ribatte Leopardi.
– E’ l’ascolto che conta, lo sai bene, Giacomo. Parlami: hai letto che la Giubelli è un’influencer con oltre 12mila follower?

Luna Vs Giacomo Curiosa

– Non provocarmi. 12mila follower non sono poi moltissimi, intatta Luna. Non sei un’esperta di social, sbaglio?
– Non personalmente, è vero, ma compaio spesso, come i gattini: conosco i numeri. 12mila non sono una folla sterminata, è vero, ma sono un buon inizio. Ma torniamo alla Giubelli, Leopardi.
– Ora mi chiami addirittura per cognome, Luna mia?
– Parliamo di Giubelli. Un’influencer che non esiste e che si candida Sindaca di Roma.
– Chi può dire chi esiste e chi no? Giubelli esiste.
– Solo nel senso che è stata generata da un’intelligenza artificiale, Leo.
– Che vuoi che ti dica, benigna Luna. È una persona virtuale, certo. È una provocazione, lo sappiamo tutti. Come si legge sul sito del Sole 24 ore, il progetto nasce da un’idea di Emiliano Belmonte, Valeria Fossatelli e Francesco Giuliani, suoi ideatori e sviluppatori.
– Tu leggi il Sole, Giacomo?
– Avrei preferito parlare con te, diletta Luna, ma prima di stanotte non hai mai aperto bocca, sempre che tu ne abbia una. Dovevo pur passare il tempo, morto come sono: l’eternità può essere noiosa.
– Giubelli, Leopardi.
– L’Intelligenza Artificiale è la versione tecnologica degli automata, delle macchine del mio secolo superbo e sciocco. Dagli errori non si impara e ogni errore sembra servire a farne altri sempre più grandi. Per fortuna sono morto e posso leggere il Sole 24 ore e, stasera, dialogare con te, Luna.
– Ti sei arreso Giacomo?

Luna Vs Giacomo Influenza

– Non dico questo. Dico che dopo l’invenzione dei parafulmini, ormai non mi scandalizza più niente: è andato tutto a rotoli. Sento gli stessi discorsi. A quell’epoca, quel coglione(1)Per l’uso di “coglione” da parte di Leopardi, Dalla Lettera del 25 novembre 1822, Roma, a Carlo Leopardi:
Ieri fui da Cancellieri, il qual è un coglione, un fiume di ciarle, il più noioso e disperante uomo della terra; parla di cose assurdamente frivole col massimo interesse, di cose somme colla maggior freddezza possibile; ti affoga di complimenti e di lodi altissime, e ti fa gli uni e l’altre in modo così gelato e con tale indifferenza che a sentirlo, pare che l’esser uomo straordinario sia la cosa più ordinaria del mondo.
di Tommaseo e compagnia bella si erano messi in testa che le macchine avrebbero portato al progresso solo per il fatto di esistere. Ma non basta inventare un para-fulmini per poter o voler costruire poi una macchina che ci ripari dalle invidie, dalle falsità, dalle cattiverie o dagli insulti. Né per assemblare mera­vigliosi ingranaggi para-egoismo. Non abbiamo inventato mai algoritmi meccanici para-vigliacchi, rotelle para-superbi e pistoni a vapore per eliminare tutti i para-cretini, che credono di saper quel che non sanno. Cioè quasi tutte le persone sulla faccia della terra, – dice Leopardi sarcastico. – Le macchine sono state messe al servizio di qualcuno che si è arricchito a spese di altri. Fine della storia.
– Secondo te, sarebbe meglio affidarsi all’intelligenza degli esseri umani?
– Non farmi ridere. Giubelli e tutte le intelligenze artificiali potranno essere migliori o peggiori di noi stessi: dipende solo da cosa chiediamo loro. Il problema di Giubelli e di tutte le Intelligenze Artificiali non è che siano pericolose di per se stesse: il problema è che cosa ne vogliono fare gli umani. Può essere un grande balzo per l’umanità: ma non è chiaro se un balzo in alto, in basso o di lato.
– Anche quell’Armstrong, quando si è messo a saltellare su di me, aveva detto proprio così: un piccolo passo per lui, ma un grande balzo per l’umanità…
– Ahimé, mia non più vergine Luna! Parlava di un’umanità fatta di soli uomini maschi, bianchi, americani e militari, come gli astronauti di quel tempo. Io avevo creduto di identificare il male nella Natura, fra l’altro innocente di per se stessa, involontaria torturatrice. E speravo nella catena umana degli esseri umani, nella solidarietà. Eppure, ora mi è più chiaro, il vero male dell’umanità è l’umanità stessa. Dove non ci sono terremoti o eruzioni vulcaniche, uccidiamo con le bombe o con i droni, guidati da Intelligenze Artificiali addestrate da intelligenze umane. Forse sono le sole macchine a poterci salvare da noi stessi. A patto di non dire loro mai che cosa devono o non devono fare. No, basta Luna. Facciamo così: tu non sei qui e io mi metto a letto e, quant’è vero che ho sempre sognato di avere una casa su un albero, mi addormento in men che non si dica. Altrimenti, finisco per dare ragione a quel coglione del Tommaseo, che di intelligenza non ne aveva né di naturale di artificiale. Buonanotte, buonanotte, vereconda Luna, buonanotte!

Leo scompare, scompare la Luna. Sullo sfondo, solo lucciole e un gracidare lontano di rane, in piena città, a Roma, non lontano da Monte Mario.

Le vignette, realizzate da Gianluigi Filippelli, sono un sentito omaggio a Massimo Mattioli e a Pinky, il suo personaggio più noto, e verranno riproposte in versione unica in una delle prossime uscite delle Astrografiche.

Note

Note
1 Per l’uso di “coglione” da parte di Leopardi, Dalla Lettera del 25 novembre 1822, Roma, a Carlo Leopardi:
Ieri fui da Cancellieri, il qual è un coglione, un fiume di ciarle, il più noioso e disperante uomo della terra; parla di cose assurdamente frivole col massimo interesse, di cose somme colla maggior freddezza possibile; ti affoga di complimenti e di lodi altissime, e ti fa gli uni e l’altre in modo così gelato e con tale indifferenza che a sentirlo, pare che l’esser uomo straordinario sia la cosa più ordinaria del mondo.

1 Comment

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  • Gustosissimo! Penso che veramente Leopardi avrebbe tanto da dire sul mondo attuale, solo che lo lasciassimo parlare. Il suo intelligente pessimismo ci mette in guardia dall’esaltazione acritica degli strumenti e delle acquisizioni della modernità, senza nessuna pregiudiziale negativa e senza demonizzazioni. Così veramente i poeti servono agli scienziati, e viceversa (e lui era poi entrambi, visto che ha scritto una storia dell’astronomia).

    Grazie Stefano!

Scritto da

Stefano Sandrelli Stefano Sandrelli

Tecnologo dell'Inaf presso l'Osservatorio Astronomico di Brera, dirige l'Office of Astronomy for Education Center Italy dell'International Astronomical Union. Già  responsabile nazionale della Didattica e Divulgazione per l'Ufficio Comunicazione dell'INAF dal 2016 al 2020, è Docente del corso "nuovi modi per comunicare l'astronomia" per il master MACSIS, Università  Bicocca. Collabora con le riviste Sapere e Focus Junior, per le quali per la quale tiene rubriche mensili. Dal maggio 2000 al dicembre 2015 ha curato per l' Agenzia Spaziale Europea (ESA) oltre 500 puntate di una rubrica televisiva in onda da Rainews24 e RAI 3. Autore per Zanichelli, Einaudi e Feltrinelli.

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