Lo spazio tra le pagine

La Luna di Mina

Due brani "lunari" molto distanti nel tempo, accomunati dall'interpretazione di una delle più grandi voci italiane.

In questo girovagare tra libri e canzoni, che compio da mesi in vostra compagnia, mi imbatto in una persona che interpreta – tra i diecimila che ha cantato – due brani, molto distanti temporalmente, dedicati al nostro unico satellite naturale. Non una persona qualsiasi, ma (si può ben dire) un mostro sacro della musica (italiana, ma non solo). Forse l’avrete intuito, sto parlando della grande Mina, pseudonimo di Mina Anna Maria Mazzini. E mi riferisco qui a due brani da lei interpretati (inutile dirlo, in modo magistrale), lontanissimi tra loro, in senso temporale.
Piccola avvertenza. Ciò che leggerete di seguito, è estratto e rielaborato da un capitolo del mio libro E tu Luna, di recente pubblicazione. Qualcosa che avverto come delicato e prezioso – per ciò di cui si parla, non certo per chi lo dice – e desidero qui di seguito, semplicemente offrirvi.

Lunadiamante
“Una Luna turchese diamante”, elaborazione dell’Autore attraverso Copilot Designer di Microsoft

Ma eccoci. Il primo dei due brani ci catapulta alquanto indietro negli anni, perché è Tintarella di luna, titolo del brano ma anche del primo album di Mina in assoluto. Il lavoro viene pubblicato nel marzo del 1960, dura poco più di mezz’ora e contiene dodici pezzi, la cui lunghezza media è inferiore ai tre minuti. Ma usava così, all’epoca. Sì, perché è veramente un’altra epoca. Intanto Mina è già lei, è spigliata, ha una voce notevole anche se ha appena vent’anni quando registra questo disco. Il brano poi lo conosciamo tutti, del resto. Ammiccante e ritmato – come d’ordinanza allora – con una interessante parte di pianoforte.

Tintarella di luna
Tintarella color latte
Tutta notte stai sul tetto
Sopra al tetto come i gatti
E se c’è la luna piena
Tu diventi candida
Tintarella di luna
Tintarella color latte
Che fa bianca la tua pelle
Ti fa bella tra le belle
E se c’è la luna piena
Tu diventi candida

Qui i motivi non sono poi diversi da quelli già visti per altre epoche ed altri luoghi, il che è realmente interessante.Se c’è la luna piena tu diventi candida ovvero la Luna è quel fattore che altera cose e persone in modo non prevedibile e le riveste di una luce particolare, interessante, nuova. Qui dona addirittura candore in un riuscito equilibrio tra delicato nonsense (lo stare sul tetto, segnatamente) e allusioni più sentimentali (quel candore particolare).
La Luna è amica, compagna: qui soprattutto, è complice.

Avanti, veloce. Sempre Mina si trova a interpretare, moltissimi anni dopo, un brano scritto da Ivano Fossati, Luna Diamante. Il disco nel quale è contenuto si chiama – non molto originalmente, se volete – Mina Fossati. La canzone è bella e dolorosa, il testo è una storia che senti subito addosso. Sì, perché tutta la fatica delle relazioni umane la senti, la tocchi. Capita, quando viene detta così bene. Soprattutto, la fatica di quelle relazioni più intime, insieme al dolore e alla voglia di non perdere, non disperdere il buono che c’è e che tante volte sfugge. Il tutto in un registro di sincerità quasi disarmante, propria di chi non finge più, non mette più alcuna maschera. Di chi si svela, potremmo dire, per troppa stanchezza.

Non voglio ballare
C’è solo mezza luna stanotte
Niente può accadere
Perfino lontano da niente succede qualcosa
Ma non qui

E il bisogno umano – lo sconfinato misterioso sfavillante bisogno umano – si rivela in modo delicatamente impietoso, in una maniera finalmente totale.

Mi serve qualcuno
Che pensi a me come si pensa a una sposa
Allora portami a casa
Dove eravamo rimasti?
La gente parlava e beveva
L’amore era quasi innocente

Quante volte sentiamo questo, ci sembra di aver bisogno di questo, qualcuno che pensi a me come si pensa a una sposa, quel bisogno di attenzione totale, incondizionato, così estremo da essere impossibile, ma così desiderato. Ma è la bellezza che coinvolge, che stravolge, che porta al moto di ribellione, di insofferenza perfino verso la propria stagnante rassegnazione,

C’è una luna turchese e diamante stanotte
Che può spezzarmi il cuore
Tu con le tue mani
Io con i miei occhi
Con la mia bocca
Tornando a casa
Aiutiamoci a ricominciare

Se non ci fosse la luce della Luna, di questa Luna, tutto sarebbe ormai definito, tutto perso nel passato, ormai non più negoziabile, non più invocabile, cercabile. Ma lei, c’è.
E il brano (faccio fatica perfino nel chiamarlo riduttivamente canzone) termina in una inattesa impennata di speranza, di attesa, mirabilmente restituita dalla voce di Mina, straordinaria come sempre.

E tu, luce di luna d’acciaio e diamante
Che dal cielo spezzi i muri e le catene
Guarda questo mio amore, così cieco e costante
Senza quasi ragione, che si possa capire
Se i giorni da adesso
Cominciassero di nuovo
Che importerebbe tutto quello che ho detto
Non è tardi stanotte
Nemmeno per me

Il disco è del 2019 ed è dunque una Mina che di anni, ormai, ne ha quasi ottanta. Nondimeno la voce è strabiliante, e ancora di più l’adesione minutissima delle espressioni al testo, quasi parola per parola. Ad un certo punto – dovete proprio ascoltarla – c’è una rapida e temeraria impennata verso l’acuto che sa fare solo Mina. E la fa benissimo, la fa ancora benissimo.
Il disco è interpretato appunto da Mina e da Fossati che cantano insieme, ma in questo brano di particolarissima intensità emotiva Fossati compie un’operazione estremamente intelligente. Lavora in sottrazione: si fa da parte, lasciando quasi interamente il palcoscenico alla grande Mina e riservando per sé stesso appena un accenno di voce – quasi un sussurro – negli istanti finali di chiusura del brano. Come per dire, ci sono, io ci sono, ma qui non posso e non voglio intervenire. Questo è splendido così.
Del resto, Ivano Fossati è un poeta vero. I poeti sanno bene quando è il caso di tacere, i veri poeti lo sanno sempre. E quando c’è da far spazio ad una artista ineguagliabile, l’intelligenza è tutta lì, nel non sprecare l’occasione.
La Luna certo ci guarda e commossa, ci ringrazia.

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Scritto da

Marco Castellani Marco Castellani

Ricercatore presso l'Osservatorio Astronomico di Roma. Si interessa di popolazioni stellari ed è nel team scientifico del satellite GAIA di ESA. Divulgatore e scrittore per passione, gestisce da anni il blog divulgativo Sturdust.blog (già  GruppoLocale.it) e coordina il progetto Altrascienza.it.

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