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The Prism: rock spaziale

Aggiornato il 1 Giugno 2022

Era il 2006 quando gli Edguy, gruppo power metal fondato dal musicista tedesco Tobias Sammet (più noto per la sua attività  con gli Avantasia) nel 1992, si mettevano “a cavallo di un razzo” diretto per lo spazio. Rocket ride era il loro settimo album e la title track è da intendersi in termini metaforici. Il razzo del titolo, in questo senso, rappresenta i limiti che l’uomo cerca da sempre di superare, senza però dimenticare i tentativi del passato, primo fra tutto quello di Icaro, il figlio di Dedalo, alla cui storia si trova un chiaro riferimento nei versi:

I’ve tried to reach higher, but my flesh is too weak
I’ve been searching for answers, I been led to the fire

the_prism_vol01-bao-coverIl rischio di bruciarsi volando troppo alto è evidentemente ben presente anche nella mente di Matteo De Longis visto che il titolo del primo volume di The Prism è Burn!(1)In realtà  il titolo fa riferimento all’accensione dei motori delle navicelle spaziali.
L’attacco musicale di questa recensione, però, non è casuale, visto che il volume del giovane fumettista, in sintesi, racconta una sorta di tour all’interno del Sistema Solare di una sorta di power band, i The Prism, che, come gli Ayreon di Arjen Anthony Lucassen, sono costituiti da musicisti provenienti da altre band. L’obiettivo del tour è comporre e registrare le performance della band nello spazio con lo scopo di usare la musica così prodotta per respingere l’assalto di una strana sostanza che sta distruggendo l’intero ecosistema terrestre.
La storia, dunque, si gioca su due piani, quello della Terra, dove una strana sostanza scura (scelta evidentemente non casuale) sta invadendo la superficie dopo aver invaso il mare. E poi la missione spaziale, dove De Longinis si concentra sui componenti della band, la loro caratterizzazione e le interazioni tra i singoli componenti.
Il doppio tema, spaziale e musicale, fornisce al lettore altri due piani di lettura oltre quelli legati alla storia e ai personaggi. Da un lato il volume è ricco di spunti musicali, e l’appassionato in particolare del genere rock riuscirà  sicuramente a trovare le citazioni nei cognomi (ma non solo) di alcuni dei personaggi presenti nella storia (su tutti citerei il critico musicale Guy Mercury: il riferimento al leader dei Queen, visto il contesto, è abbastanza palese).

the_prism_vol01-partenza

Il tema spaziale, invece, mostra anche il lavoro certosino svolto da De Longis nella documentazione. Le descrizioni delle scene spaziali sono quanto di più accurato ci possa essere: il lancio del razzo verso l’orbita geostazionaria; la costruzione dell’astronave spaziale che porta la band a zonzo per il Sistema Solare svolta nello spazio; l’uso dei motori esclusivamente per modificare la rotta. Inoltre alcune scene che si svolgono nel vuoto cosmico mostrano l’attenzione del fumettista a che tutti i dettagli relativi allo spazio siano il più aderenti possibile alle leggi della fisica.
The Prism è, dunque, un lavoro attento e dettagliato in ogni suo aspetto che si conclude con una postfazione d’eccezione firmata da Adrian Fartade, peraltro anche presente nel fumetto e amico di lunga data di De Longis, oltre che uno dei suoi consulenti.
Sarà  interessante scoprire come andrà  a finire la vicenda della rock band destinata a salvare la Terra.

Abbiamo parlato di:
The Prism, vol. 01 - Burn!
Matteo De Longis
Bao Publishing, aprile 2021
184 pagine, brossurato, colore – 21 €
ISBN: 9788832733266

Note

Note
1 In realtà  il titolo fa riferimento all’accensione dei motori delle navicelle spaziali.

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l'Università  della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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