In occasione del terzo volume mi sono spinto ad associare uno dei personaggi lì presentati a Tycho Brahe, solo che, giunti ormai alla fine dell’ultimo tankobon de Il movimento della Terra, scopriamo che quell’associazione, nonostante i molti punti in comune, non era esattamente corretta dal punto di vista cronologico, come scopriremo a breve.
Partiamo, infatti, dal personaggio che non solo mette in connessione due dei tre personaggi protagonisti, ma che in qualche modo chiude il cerchio con il primo volume: Rafat. La sua presenza è in qualche modo volutamente straniante: Uoto, infatti, lo mostra sia come fantasma frutto dell’immaginazione di un Novak moribondo, sia, decisamente adulto, come tutore di un bambino di cui, a breve, scopriremo l’identità . La perplessità intorno a questa seconda apparizione di Rafat sta nel fatto che abbiamo visto il personaggio, adolescente, morire alla fine del primo volume. Ciò che quindi succede tra quel momento e quando lo ritroviamo, vivo, all’inizio della seconda parte di questo ottavo tankobon non ci è noto e viene, quindi, lasciato all’immaginazione del lettore, che però può facilmente intuire sia stato qualcosa che, in parte, ne ha modificato il carattere.
In qualche modo Rafat è, sia nella sua forma di fantasma, sia come persona reale, la rappresentazione del fattore umano, che è un punto in comune della narrazione che Uoto ha portato avanti nel corso dell’opera. Da un lato è il frutto delle idee e dei preconcetti di un Novak moribondo e disperato, perchè lo hanno convinto che la sua lotta contro l’eliocentrismo sia stata frutto della sua esclusiva interpretazione, dall’altro è un personaggio reale, che introduce un bambino della campagna polacca alla matematica e all’astronomia. E se nel primo caso assurge alla fine quasi a una rappresentazione ideale, nel secondo si porta dietro tutti i difetti della sua umanità . E questi difetti influenzeranno la vita successiva del bambino, fino a che non riuscirà a superarli, decidendo di iscriversi all’università di Cracovia nel 1968.
Il bambino di cui sto scrivendo è, infatti, il primo e unico personaggio storico de Il movimento della Terra: Albert Brudzewski. Nato nel 1445 a Brudzewo, della sua vita prima dell’iscrizione all’università si sa ben poco. Ed è in quel vuoto che si inserisce Uoto per raccontare i dubbi e le emozioni di un bambino da un lato attratto dallo studio del cielo notturno, e dall’altro allontanato da esso dalle contraddizioni insite nell’animo umano, rappresentate fisicamente dalle differenze di vedute tra Rafat e il padre di Albert (che in se riporta nel manga alcune delle idee di Badeni lette secondo e terzo volume).
Il mangaka, infine, mostrando di aver compreso uno dei punti cardine del metodo scientifico, porta Albert a tracciare la sua via con queste significative parole:
Del Brudzewski reale Uoto inserisce le informazioni essenziali nell’ultima pagina, proprio come a conclusione di un film: scrisse un commento sul trattato Theoricae novae planetarum di Georg von Peuerbach e, soprattutto, uno dei suoi studenti fu Nicolaus Copernicus, meglio noto in italiano come Copernico.
Però questa, come si suol dire, è un’altra storia!
Abbiamo parlato di:
Il movimento della Terra, vol. 8
Uoto
Traduzione di Loris Usai
Dynit, marzo 2024
192 pagine, brossurato – € 12.90
ISBN: 9788833555102
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