Il cielo del mese

Il cielo del Mese: ottobre, tra fantasia e scienza

Tra il centenario di Italo Calvino e quello del primo planetario moderno, non dimentichiamo di dare un'occhiata al cielo di ottobre!

Col cielo di ottobre di quest’anno celebriamo la volta celeste, quale insieme di stelle e di personaggi mitologici, che come un eccezionale mix di scienza, storia e fantasia, fa da scenografia alla nostra quotidiana esistenza. In questo mese ricorre infatti sia il centenario della costruzione del primo planetario moderno, quell’idea straordinaria che trasformando una cupola e un proiettore in un coinvolgente strumento educativo, riesce a “portare il cielo in terra”, sia il centenario della nascita di Italo Calvino, cui EduINAF ha dedicato la prima edizione del concorso L’Universo a Scuola, che con le sue fantasiose Cosmicomiche è riuscito a “portare nel cielo milioni di lettori”.

Luna, pianeti e…

Quale archetipo di ogni planetario, la volta celeste di questo mese ci offre una ricca programmazione di fenomeni celesti, primo fra tutti l’eclissi parziale di Luna visibile nella sera del 28 ottobre. Il cono d’ombra della Terra pur coprendo solamente una piccolissima percentuale della superficie lunare, riuscirà per oltre un’ora, ad attirare pienamente l’attenzione di tutti noi spettatori, diventando un ottimo motivo per ammirare, simulare e spiegare le condizioni che causano il fenomeno.

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La Luna nei giorni del 19 e del 29 ottobre – da Stellarium

Se Mercurio e Marte resteranno praticamente inosservabili perché immersi nella luce solare, Saturno transiterà a Sud all’interno delle Acque Celesti per tutto il mese, seguito più a est da Giove e prima dell’alba da Venere, che il 24 raggiungerà la massima elongazione ovest.
In questa rivoluzione di oltre 29 giorni la Luna, oltre ad avvicinarsi all’ombra della Terra, all’alba del 2 e del 29 ottobre transiterà a pochi gradi da Giove, disegnando con il gigante gassoso due congiunzioni larghe che con un semplice binocolo potranno essere seguite anche fino a poco dopo il sorgere del Sole. E il 18 ottobre – in pieno giorno – occulterà la stella Antares, l’astro più luminoso dello Scorpione: un fenomeno difficile da osservare, ma che qualche fortunato osservatore – sotto un cielo limpido e con un piccolo telescopio – potrebbe riuscire anche a portare a casa.

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Le due congiunzioni della Luna con Giove – da Stellarium

Le costellazioni

Pur essendo in pieno autunno, in prima sera è ancora visibile il cosiddetto Triangolo Estivo perché con l’accorciarsi del dì e l’arrivo sempre più precoce del crepuscolo, le sue stelle non fanno in tempo a calare che eccole accendersi quando sono ancora alte nel cielo. A ovest Arturo ed Antares dalle sfumature rispettivamente giallastre e ranciate si avviano al tramonto; e a est, Aldebaran, ranciata pure lei, comincia la sua scalata nel cielo assieme alle Iadi, all’ammasso delle Pleiadi e seguita poco dopo dalla Cintura di Orione.
Tutti asterismi quelli finora citati che astronomi e studiosi pensano di riconoscere nelle Grotte di Lascaux, identificandoli con alcune delle migliaia di immagini presenti in quella Cappella Sistina del Paleolitico, che come un antichissimo santuario simile ad un planetario sembra riprodurre la volta celeste com’era immaginata oltre 15000 anni fa.
Cento candeline sono davvero un bel risultato per i planetari artificiali, ma come testimoniano reperti come questi – sintesi di arte, storia, sapienza e fantasia umana – è da sempre che l’uomo alza gli occhi al cielo e catasterizza sopra le proprie teste tanti e differenti personaggi, dando così ordine all’infinito disordine delle stelle della volta celeste, al fine di trovare un senso alla loro natura, alla realtà in sé, o più praticamente per orientarsi nello spazio e meglio misurare il tempo.

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Il graffito nelle grotte di Lascaux dove sembra siano rappresentate le costellazioni di Orione e del Toro e poco sopra le Pleiadi

La bellezza del disordine del cielo

Secondo i nativi americani l’apparente confusione della disposizione delle stelle che caratterizza il cielo non fu voluta dalla divinità preposta ad appendere e accendere una a una le singole stelle al calare della notte, ma causata dal suo fedele coyote, che approfittando di un momento di pausa del padrone, giocando col sacco che le conteneva, finì per sparpagliare tutti gli astri qua e là disordinatamente. Per i Greci invece a creare i disordinati chiaroscuri della Via Lattea furono uno fiotto di latte uscito del seno di Era o le inesperte braccia di Fetonte alla guida del Carro del Sole.
Personaggi e racconti che provavano a trovare un senso a quel lampante disordine che con difficoltà si riusciva ad attribuire alla volontà positiva della divinità creatrice perché così straordinariamente capace di trasmettere un senso di bellezza e di apertura verso il divino più di quanto ci si poteva aspettare da un’opera dall’ordine casuale e – come diceva Galileo Galilei – paradossalmente più di quanto avrebbe potuto fare un cielo ordinato nei minimi dettagli, secondo la distanza e la luminosità delle stelle:

Altrettanto grande quanto frequente mi pare l`errore di molti, i quali vogliono fare il loro sapere et intendere misura dell`intendere et sapere di Dio, sì che solo perfetto sia quello che loro intendono esser perfetto. Ma io, per l`apposito osservo, altre perfezioni essere intese dalla natura che noi intendere non possiamo, anzi, pure che più presto per imperfezioni giudicheremmo […]. Uno de i nostri più celebri architetti, se havesse hauto a compartire nella gran volta del cielo la moltitudine di tante stelle fisse, credo io che distribuitele haverebbe con bei partimenti di quadrati, esagoni et ottangoli, interzando le maggiori tra le mezzane et le piccole, con sue intese corrispondenze, parendogli in questo modo di valersi di belle proporzioni; ma all`incontro Iddio, quasi che con la mano del caso le habbia disseminate, pare a noi che senza regola, simmetria o  eleganza alcuna le habbia sparpagliateGalileo a Gallanzone Gallanzoni in Roma, Firenze, 16 Luglio 1611
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Alcune delle costellazioni visibili in prima sera, esempio di quanto ogni angolo della volta celeste sappia sintetizzare fantasia e sapienza. Mosaico di singole foto scattate volutamente fuori fuoco per evidenziare i colori stellari – Dobson 18” – A5 – 285x – di Paolo Palma

Le migliaia di stelle che possiamo vedere proiettate sulla cupola di uno dei oltre 4000 planetari sparsi nel mondo allora, non solo ci aiutano a leggere gli ingranaggi e gli intricati moti della immensa giostra cosmica su cui giriamo, ma sanno anche ricordarci quanto l’uomo non possa fare affatto a meno dello stupore che si prova davanti ad un vero cielo buio cosparso di stelle, quale patrimonio dell’umanità da preservare, carico di leggende e tradizioni vecchie come il mondo, eternamente capace di ispirare fantasia, scienza e d’innescare i lati più sublimi dell’essere umano.

Mentre gli altri animali curvi guardano il suolo, all’uomo diede viso al vento e ordinò che vedesse il cielo, che fissasse eretto il firmamento.Ovidio, Metamorfosi, I, 84-86.

In conclusione vi segnalo l’evento per festeggiare i 95 anni del planetario di Roma, il più antico planetario del mondo al di fuori della Germania, al quale avrò il piacere e l’onore di contribuire.

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Scritto da

Eduinaf Avatar Autori Paolo Palma

Docente di scuola primaria dal 2012 ed astrofilo visualista dal 1999. Collabora con la rivista Nuovo Orione, con l'Unione Astrofili Napoletani, con la Biblioteca Civica di Trieste, con Città della Scienza di Napoli, la Ludoteca Scientifica di Pisa, con l’INAF Osservatorio Astronomico di Capodimonte, con la SISFA e con la Royal Society di Londra. Potete trovare le sue foto delle costellazioni a colori sul suo sito ufficiale: http://www.unsaltonelcielo.it/

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