Aggiornato il 28 Novembre 2024
Giugno è il mese del solstizio d’estate: ha inizio “ anche astronomicamente parlando “ la stagione più calda il cui avvio è segnato dal raggiungimento dell’altezza massima del Sole nell’emisfero boreale. Cerchiamo di capire cosa possiamo osservare durante le notti di giugno, sperando di poter rimanere fuori casa un po’ più a lungo, quanto basta per osservare almeno la prima parte della notte.
Il cielo di questo mese è dominato da tre stelle in particolare alle quali ci si riferisce in genere con il nome di Triangolo Estivo, un appellativo reso popolare da Patrick Moore oramai circa cinquanta anni fa, durante un intervento televisivo alla trasmissione Sky at Night. L’estate, tuttavia, porta in genere due tipologie di scenario: la prima è stellare ed è caratterizzata non solo da queste brillanti stelle ma anche da costellazioni molto ricche come, ad esempio, Scorpione e Sagittario che “ alle nostre latitudini “ transitano basse all’orizzonte; la seconda è segnata dalla presenza nel cielo della striscia della Via Lattea. Durante questi mesi estivi avremo modo di parlare di entrambe le cose, dal momento che si tratta di spettacoli alla portata dell’occhio nudo sebbene sia richiesto un cielo particolarmente buio per osservare il fiume di astri della nostra Galassia.
Chi abita nell’emisfero australe, invece, si appresta a vivere l’inizio della stagione più fredda unitamente alla giornata più corta dell’anno in termini di quantità di luce incidente: durante le poche ore di buio, tuttavia, sarà possibile osservare uno Scorpione prossimo allo zenit (il punto più alto del cielo), seguito dal Sagittario. Alta risulta anche Arturo, mentre il Triangolo Estivo, per gli australi, è visibile solo parzialmente e molto in basso, così come bassa è la brillantissima Canopo, mentre la Croce del Sud ha lasciato lo zenit per spostarsi più a Ovest.
Il buio, per effetto di quanto detto inizialmente, calerà sempre più tardi la sera e le ore di luce aumenteranno fino al momento del Solstizio d’Estate: il primo giugno, nella zona centrale d’Italia, il Sole (nel Toro) sorge alle 05:38 e tramonta alle 20:41, con un crepuscolo civile (Sole a -6° di altezza dall’orizzonte) mattutino alle 05:05 e serale alle 21:14. Il 30 Giugno, invece, il Sole (in Gemelli) sorge alle ore 05:39 e tramonta alle ore 20.51 con un crepuscolo civile mattutino fissato alle 05:05 e serale alle 21:25.
Il giorno del Solstizio, invece, e quindi il 21 Giugno, il Sole sorge alle ore 05:36 e tramonta alle ore 20:51, con un crepuscolo civile fissato alle ore 05:02 di mattina e alle ore 21:25 la sera.
Il solstizio d’estate
Abbiamo finora accennato al solstizio d’estate indicandolo come il giorno in cui il Sole raggiunge la massima altezza nel nostro emisfero e come inizio della stagione estiva: andiamo un po’ più a fondo.
L’estate, nel 2021, ha inizio alle ore 05:31 del 21 giugno 2021, un momento estremamente preciso che ha una origine astronomica: sappiamo già che la Terra gira intorno al Sole in poco più di 365 giorni in un moto chiamato rivoluzione. Il percorso seguito dalla Terra intorno alla stella si chiama orbita mentre il piano dell’orbita è chiamato eclittica. Dovutamente all’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra, pari a 23°27′ rispetto all’eclittica, il nostro pianeta può mostrare maggiormente il suo lato boreale oppure il suo lato australe in direzione del Sole, ricevendo quindi in modo alternato una maggiore incidenza della radiazione stellare. Laddove i raggi incidono con un angolo maggiore si ha il periodo più caldo mentre nell’emisfero opposto si ha il periodo più freddo.
Nel giorno del solstizio d’estate il Sole raggiunge la sua massima altezza nell’emisfero boreale (corrispondente ad una latitudine pari a quella del Tropico del Cancro), con la conseguenza che viaggia nel cielo sopra l’orizzonte per un periodo più lungo dando vita alla giornata più lunga dell’anno in termini di ore di insolazione. A partire dal 21 Giugno, quindi, le giornate torneranno ad accorciarsi (e gli orari indicati in precedenza ne sono la prova, anche se riguardano qualche minuto appena). Il Sole raggiunge la massima altezza, si ferma (da qui il nome Solstizio, che significa “Sole fermo“) prima di tornare a scendere.
Il grafico che segue mette in relazione la distanza, l’altezza massima raggiunta alle ore 13 dal Sole alle nostre latitudini e il diametro apparente del Sole: ovviamente più il Sole è distante dalla Terra e più piccolo risulterà il suo disco (non osservatelo MAI a occhio nudo o direttamente con il telescopio, ma sempre con un filtro perchè ciò che rischiate è la vostra vista!), mentre potete notare come l’altezza massima si raggiunga, nel 2021, quasi in concomitanza con la maggior distanza. Si può ritenere logico che il periodo più caldo dell’anno sia legato a una maggior vicinanza al Sole perchè, in fondo, quando in inverno abbiamo freddo ci avviciniamo al termosifone. Per la stagione calda, invece, il discorso è differente e per capirlo basta ripensare all’inclinazione della Terra rispetto all’eclittica e al fatto che, quando nel nostro emisfero è estate, nell’emisfero opposto è inverno e viceversa: se la temperatura dipendesse dalla distanza del Sole avremmo caldo in tutto il mondo al perielio (punto orbitale più vicino al Sole) e freddo in tutto il mondo all’afelio (punto orbitale più distante dal Sole). Nella nostra era, la nostra estate boreale corrisponde quasi alla maggior distanza dal Sole ma non è stato sempre così e non sarà sempre così visto che nel tempo l’orbita terrestre vede variare la propria ellitticità e quindi i punti orbitali di perielio e afelio tendono a cambiare “giorno dell’anno”. In tempi lunghi, certo, ma cambiano.
Le costellazioni serali
Cerchiamo di riconoscere alcune delle costellazioni principali del periodo, aiutandoci come sempre con una apposita mappa celeste e scandagliando il cielo per orizzonti, partendo al solito da quello Nord. Nella sfera celeste completa si può notare come l’Orsa Maggiore abbia raggiunto una ragguardevole altezza a Nord-Ovest contrariamente a Cassiopea, bassa a Sud-Est. Altissima è la stella Arturo nel Bootes (o Contadino, o Bifolco), preceduta dalla Vergine, mentre il Leone è quasi perso nel crepuscolo serale. La zona prevalente del cielo è occupata dalle costellazioni piuttosto deboli di Ercole, Ofiuco e Serpente.
L’orizzonte Nord presenta, come sempre, le costellazioni che alle nostre latitudini non tramontano mai a causa del giro molto stretto intorno alla “Stella Polare”, unica stella a essere quasi fissa nel cielo. Si tratta delle stelle così dette circumpolari, quelle che non tramontano mai risultando visibili in ogni periodo dell’anno e a qualsiasi orario: l’Orsa Maggiore, raggiunto il punto più alto del cielo, torna a scendere verso Nord-Ovest ma risulta ancora comodamente visibile in prima serata e nella prima parte della notte, visto che la sua altezza è comunque notevole: per trovarla si fa sempre riferimento al Grande Carro, l’asterismo più famoso del cielo per la sua forma di mestolo. A fronte di un’Orsa Maggiore alta, quindi, Cefeo e Cassiopea sono bassi anche se in fase di risalita a Nord-Est: per vederli al meglio bisogna aspettare pochi mesi oppure poche ore, attendendo il giro intorno alla Polare.
Spostiamoci all’orizzonte Ovest, il quale ospita i corpi celesti sulla via del tramonto. Come accennato, il Leone è oramai molto basso per poter essere osservato nel modo migliore mentre il Cancro è parzialmente già tramontato. Le costellazioni che resistono ancora un po’ sono la Chioma di Berenice, proprio sopra la coda del Leone, e la Vergine a seguire: la Chioma, tuttavia, è una costellazione molto piccola e particolarmente spenta dal punto di vista stellare mentre la Vergine, contrariamente a quanto le dimensioni possono far pensare, non regala granchè a occhio nudo. Di queste costellazioni abbiamo parlato nei mesi passati quindi per maggiori dettagli si rimanda a quella sede, quando queste costellazioni passavano in Meridiano rendendosi osservabili al meglio.
Possiamo quindi spostare lo sguardo verso l’orizzonte Sud dove incontriamo alcune costellazioni, o almeno alcune stelle, di notevole rilievo sulle quali vale la pena soffermarci un po’, rimandando ai mesi prossimi per la conoscenza del Triangolo Estivo.
Il Bootes (Contadino, Bovaro o Bifolco) è la costellazione del mese, occupando la zona alta del cielo: si tratta di una costellazione molto antica in cui risiede la stella Arturo, la più brillante del nostro emisfero. Non lasciatevi ingannare dal fatto che in inverno possiamo vedere Sirio, più brillante di Arturo: la sua declinazione la relega nell’emisfero australe, mentre Arturo è la stella più luminosa dell’emisfero boreale. La costellazione, alla quale sono legati numerosi differenti miti, rappresenta il contadino che inventò l’aratro trainato dai buoi, meritevole di un posto in cielo proprio per il grande aiuto fornito all’agricoltura e, di conseguenza, all’intera umanità . Per trovare Arturo si può sfruttare la coda dell’Orsa Maggiore: proseguendone la curva, infatti, si giunge dritti dritti a questo astro la cui luce non faticherà a sembrarvi arancione. Se avete un binocolo vale la pena puntarlo in direzione: il colore sarà ancora più apprezzabile per una visione veramente soddisfacente. Il resto della costellazione dà vita a una sorta di aquilone, una figura che comunque poco ha a che vedere con un “contadino”.
Anche se molto spesso il nome Arturo, raccontato sotto il cielo, strappa un sorriso a chi è invece abituato a nomi altisonanti come Antares e Aldebaran, si tratta di una stella citata già nella Bibbia. Nel 460 a.C. Ippocrate la additò come astro in grado di influenzare la salute degli uomini, alcuni la indicavano come portatrice di sventura mentre per Plinio era un horridum sidus. In tempi più recenti è stato persino calcolato il calore che ci giunge da questa stella, pari al calore che riceviamo da una candela accesa a otto chilometri di distanza, mentre un raggio di Arturo, concentrato dal riflettore di Yerkes, venne utilizzato per azionare un fotorelais che accese le lampade alla Fiera Mondiale del Progresso di Chicago, nel 1933. Venne osservata di giorno nel 1635, prima stella in assoluto. Come vedete, è un astro davvero molto noto e importante: brilla con una magnitudine apparente di -0.04 e il suo diametro è 34 volte quello del Sole, del quale brilla novanta volte di più. Attualmente si sta avvicinando alla Terra a 4.8 km/s ma ben presto tornerà ad allontanarsi, seguendo il proprio moto molto ellittico intorno al centro galattico, fino a sparire dalla nostra vista tra circa 500 mila anni. Tra le stelle luminose è senz’altro la più veloce nel cielo, spostandosi di 2.25 arcosecondi ogni anno e coprendo quindi un’area pari alla Luna piena in appena otto secoli.
Una curiosità del Bootes è rappresentata da una stella molto vicina ad Arturo, separata soltanto da 25 arcominuti, scoperta da Joseph Baxendell il 9 aprile 1860 con magnitudine 9.7. La stella diminuì molto velocemente per sparire il 23 Aprile e da allora non fu più vista. Probabilmente si è trattato di una nova: magari riapparirà in futuro ma per ora è classificata come T Bootis ed è una stella “scomparsa”.
Altra costellazione del periodo, affiancata al Bootes, è la Corona Boreale. Si tratta di una costellazione alla quale sono particolarmente legato poichè fu la prima che riconobbi, tanti anni fa, nel cielo di Roma. La sua forma ricorda veramente una corona visto che le stelle si dispongono a semicerchio, con la stella più brillante “ Alphekka o Gemma “ in posizione centrale a rappresentarne la pietra più preziosa. Alcune mitologie vogliono la corona donata dal dio del vino Bacco ad Arianna, figlia del re Minosse di Creta, mentre altre vedono la corona donata ad Arianna da Teseo, eroe in grado di sconfiggere il Minotauro.
Al centro della cavità della Corona potreste vedere una stella molto importante, oppure potreste non vederla. Non dipende da voi: la stella R Coronae infatti varia da magnitudine 5.8 (quindi appena visibile a occhio nudo sotto cieli perfettamente bui) a magnitudine 15 (quindi fuori dalla portata di molti telescopi amatoriali) e con intervalli di tempo decisamente imprevedibili: la motivazione potrebbe essere legata alla presenza di nubi che filtrano la luce.
E che dire della stella T Coronae? Non la cercate, sarebbe inutile: in genere brilla di magnitudine 11 risultando quindi totalmente invisibile ma nel 1866 divenne brillante come Gemma, cosa che si è ripetuta nel 1946. Si tratta di una nova ricorrente, una stella compatta che strappa materia a un astro vicino e che, raggiunta una certa quantità di massa, esplode in superficie rendendosi visibile. Chissà che non ricapiti nel 2026!
Molto spesso si sente dire che “vista una stella, le hai viste tutte” ma, come vedete, ogni stella nel cielo ha una propria storia e questo è realmente elettrizzante.
Come detto il cielo del periodo è molto ricco di stelle brillanti e non possiamo rimandare la trattazione di almeno altre due costellazioni: Scorpione e Bilancia.
Lo Scorpione è tra le più brillanti del cielo intero nonchè tra le più belle, con una forma che ricorda veramente il poco simpatico animale, con una lunga coda a pungiglione e un cuore rappresentato dalla stella rossa Antares, posta in una zona di cielo di una bellezza mozzafiato se ripresa fotograficamente. Dalle nostre latitudini si tratta di una costellazione che sfortunatamente transita sempre molto bassa ma nonostante questo consente osservazioni di tutto rispetto. Per trovarla si fa riferimento proprio a Antares, brillantissima, dallo spiccato colore rosso e da uno scintillio amplificato dagli strati bassi della nostra atmosfera.
Mitologicamente, lo Scorpione è l’animale che punse il cacciatore Orione determinandone la morte e proprio per questo le due costellazioni sono disposte in cielo in modo da non incontrarsi mai: quando una è sopra l’orizzonte, l’altra non è visibile e viceversa.
Antares, come detto, ha un colore decisamente rosso e questa caratteristica è presente già nel nome dell’astro: “Anti-Ares”, infatti, indica l’antagonista di Marte in termini cromatici visto che la colorazione è molto simile a quella del pianeta rosso. Si tratta di una supergigante con un diametro di 320 milioni di chilometri e possiede una compagna molto più debole, impossibile da osservare a occhio nudo a causa della luminosità della stella primaria.
La zona di Antares, ripresa fotograficamente, è tra le più belle in assoluto di tutto il cielo grazie alla nebulosità condivisa con la stella Rho Ophiuchi. Una diversa temperatura delle stelle fa sì che la nebulosa assuma differenti tonalità di colore regalando uno spettacolo meraviglioso.
Se Antares è il cuore dello Scorpione, spostando lo sguardo leggermente verso destra possiamo osservare tre stelle in verticale rappresentanti la testa e le due chele dell’animale: le stelle vengono chiamate Graffias, Dschubba e Pi Scorpii e sono quanto risulta ora dopo il “nuovo” disegno delle costellazioni. Un tempo, infatti, le due chele dello Scorpione erano rappresentate dalle due stelle più brillanti dell’attuale costellazione della Bilancia: una testimonianza di questo rimescolamento celeste è nel nome di questi due astri. Zubenelschemali e Zuben el Genubi, infatti, indicano ancora oggi la “chela settentrionale” e la “chela meridionale”.
Spostiamoci a Est per trovare quanto anticipato all’inizio, ovvero un tris di stelle molto brillanti che rappresentano il famoso “Triangolo Estivo”. Non approfondiamo oggi questo discorso, rimandandolo al prossimo mese dell’Estate, ma ci basta per ora indicare come le tre stelle che rappresentano gli spigoli del Triangolo siano rappresentate da Vega nella Lira, Deneb nel Cigno e Altair nell’Aquila. Anche l’interno del Triangolo è un pullulare di costellazioni minori decisamente interessanti e proprio per questo rimandiamo per una trattazione più ampia.
Gli sciami meteorici
Anche a giugno la Terra attraversa diverse nubi di detriti lasciate da comete o da asteroidi in disgregazione:
- Beta Tauridi, attive dal 5 Giugno al 18 Luglio con ZHR 25
- Bootidi, attive dal 26 Giugno al 2 Luglio con ZHR variabile
- Omega Scorpidi, attive dal 23 Maggio al 15 Giugno con ZHR 5
- Sagittaridi, attive dal 1° giugno al 15 Luglio con ZHR 5
- Tau Cetidi, attive dal 18 Giugno al 4 Luglio con ZHR 4
- Theta Ophiuchidi attive dal 4 Giugno al 15 Luglio con ZHR 2
La Luna
A giugno 2021 la Luna presenta il proprio ciclo nel modo che segue:
Si consiglia il deepsky per la le prime due settimane e mezzo, mentre l’inizio della terza settimana sarà adatta alla ripresa della luce cinerea.
I pianeti
Anche a giugno gli orari più comodi non forniranno la possibilità di osservare. Chi è solito alzarsi presto la mattina, o comunque vuol dare una occhiata ai giganti, potrà invece trovare Giove e Saturno ben visibili. Appena dopo il crepuscolo, invece, sarà possibile osservare il balletto a distanza tra Venere e Marte, entrambi nel Cancro a fine mese.
- Mercurio, dopo la congiunzione eliaca dell’11 Giugno, si rende visibile nella seconda parte del mese come astro mattutino fino a sorgere alle ore 4:30 a fine mese nella costellazione del Toro, brillando di magnitudine 1.1.
- Venere guadagna leggermente nella visibilità serale, tramontando nel Toro alle 22:03 a inizio mese e alle 22:25, nel Cancro, a fine mese con una magnitudine intorno alla -4. Imperdibile dopo il tramonto, un vero faro nel cielo che non farete fatica a trovare.
- Marte è visibile ancora in primissima serata, tramontando prima della mezzanotte nei Gemelli a inizio mese e alle 22.45 nel Cancro a fine mese.
- Giove inizia a prendersi la nottata, sorgendo all’1:26 a inizio mese con magnitudine -2.4 e alle ore 23:30 a fine mese, sempre in Aquario e con magnitudine -2.6. Si avvicina il periodo più favorevole per il gigante del Sistema Solare
- Saturno si comporta similmente a Giove, sorgendo a mezzanotte e mezza in Capricorno a inizio mese con magnitudine 0.6 e anticipando fino alle 22:40 a fine mese, sempre in Capricorno, con magnitudine 0.4.
- Urano è visibile, a fatica a occhio nudo, nella seconda parte della notte sorgendo alle ore 04:11 a inizio mese e alle ore 2:17 a fine mese, con magnitudine intorno alla 5.8 quindi al limite dell’osservabilità umana priva di strumenti.
- Nettuno si mostra per più tempo nella notte, sorgendo a inizio mese alle 2:17 e a fine mese alla mezzanotte passata da poco. Il problema è sempre la necessità di uno strumento ottico per la sua osservazione, data la magnitudine ottava.
Principali eventi celesti
Il 10 giugno si verifica una eclisse anulare di Sole parzialmente visibile dall’Italia settentrionale (fin dove arrivano le righe celesti nella mappa di visibilità in alto). La totalità dell’evento si verificherà alle ore 10:43 UT e sarà a vantaggio degli abitanti del Canada settentrionale, della Groenlandia e della Russia. In Italia, soltanto da una certa latitudine in su sarà possibile osservare un lieve lembo di Sole oblato dalla presenza della Luna. L’immagine che segue mostra la situazione alle ore 12.43 italiane nel cielo di Milano.
Come sempre, mai osservare il Sole a occhio nudo o tramite uno strumento ottico privo di apposito filtro perchè ciò che rischiate è la vostra vista. Esistono dei visori fatti apposta e dei filtri (cercate fogli astrosolar) che riducono la luminosità del Sole in modo da garantirne l’osservazione in tutta sicurezza. Non utilizzate pellicole fotografiche poichè non sono sufficienti per una osservazione lunga della nostra stella. Un filtro è buono se, distolto lo sguardo dal Sole, non continuate a vederne il bagliore in qualsiasi direzione girerete lo sguardo.
Una corretta osservazione del Sole, con gli appositi filtri, vi consentirà non solo di salvaguardare la vostra salute ma anche di godere appieno della bellezza della stella: non solo, quindi, la leggera eclisse che potrete apprezzare all’orario indicato ma anche la continua evoluzione della superficie solare, visibile giorno dopo giorno. Il Sole, infatti, è dominato da una attività magnetica e convettiva (un mescolamento di materia in base alla temperatura, come avviene con l’acqua che bolle in attesa della pasta) che si ripercuote in superficie sotto forma di granuli ma soprattutto di vere e proprie macchie solari: si tratta di zone più scure poichè relativamente più fredde rispetto alla media temperatura superficiale del Sole, che possono risultare facilmente visibili anche a occhio nudo protetto da filtro. Queste macchie derivano dall’attività magnetica del Sole e seguono un ciclo di undici anni durante i quali il loro numero raggiunge un minimo e un massimo. Il punto di minimo è stato attraversato proprio negli anni più recenti quindi oggi ci troviamo in una fase di risveglio del Sole, il che dovrebbe portare a un numero via via maggiore di eventi osservabili. Il consiglio, quindi, è di procurarvi questo filtro e seguire la dinamica del Sole giorno dopo giorno!
Il 12 Giugno alle ore 06:51 la Luna si trova a 1.5° a Nord di Venere anche se per la migliore osservazione occorre attendere il tramonto del Sole e le luci crepuscolari della sera, alle ore 21:30 circa, quando i due astri saranno più separati ma la Luna si sarà avvicinata un po’ di più a Marte. La fase lunare mostrerà appena una sottile falce.
Il 13 Giugno, stesso orario, lo scenario mostra una Luna sensibilmente più vicina a Marte, con una distanza inferiore ai 4° di cielo.
Il 27 Giugno, in piena notte, la Luna si trova in congiunzione con il pianeta Saturno, distante poco più di 5 gradi dal pianeta.
Il 28 Giugno alle ore 21:35 circa, la Luna si trova a poco più di 7° da Giove in una ampia congiunzione che vede, nello scenario, anche Saturno. Il momento migliore si registra la notte del 29 Giugno intorno alle ore 4:30.
Un evento da seguire
Lo abbiamo già accennato parlando di pianeti: una sequenza temporale da osservare, e magari fotografare, ogni sera è quella che vede Venere avvicinarsi a Marte, una sequenza che inizia a divenire interessante da metà mese e che andrà avanti fino al massimo avvicinamento di metà luglio (il 13 in particolare), quando soltanto mezzo grado separerà i due pianeti.
Puntata l’orizzonte ovest e cercate di averlo più sgombro possibile poichè i due pianeti saranno decisamente bassi: potrete osservarli sera dopo sera in un continuo avvicinamento: se riuscirete a disegnare la scena oppure a fotografarla ogni sera avrete un ottimo ricordo di un evento celeste veramente particolare.
La Stazione Spaziale Internazionale
Mese avaro per la Stazione Spaziale Internazionale visto che i passaggi visibili sul nostro territorio si interrompono il 6 Giugno per riprendere il 24. Si tratta di passaggi serali, i migliori dei quali si registrano (con i dati di fine maggio) i primi due giorni del mese.
Le mappe riportate di seguito sono calcolate per il baricentro di Italia, Roma, e hanno valenza locale. Per una mappa tarata sul vostro luogo di osservazione si consiglia la pagina web dedicata su AstronomiAmo, dove verranno effettuati i calcoli in base alla localizzazione del vostro browser.
01/06/2021 dalle 21.31 alle 21.40, da NO a SE con altezza massima di 68° raggiunta a SO
02/06/2021 dalle 20.45 alle 20.54, da NO a SE con altezza massima di 73° raggiunta a NE
[…] Sul cielo d’estate: EduINAF (http://edu.inaf.it/rubriche/il-cielo-del-mese/giugno-2021-solstizio-estate-eclissi-sole/) […]