Un cielo per tutti i gusti: così si può riassumere quel che regala il mese di febbraio agli appassionati della volta celeste. Certo, si tratta ancora di un cielo parzialmente a disposizione visto che ancora non riusciamo a scrollarci di dosso questo virus che, tra le altre cose, ci vieta l’accesso al buio più profondo, ma chi ha la possibilità potrà riconoscere un lato del cielo, da Sud a Ovest, prettamente invernale affiancato alla parte opposta, da Est a Sud, decisamente primaverile.
Non si tratta di una mera differenziazione di stagione poiché chi ha la possibilità di sfruttare uno strumento astronomico come un binocolo o un telescopio può rendersi conto che il cielo invernale è corredato di ammassi aperti e nebulose mentre il cielo della stagione entrante è totalmente riempito di galassie, soprattutto in direzione di Vergine e Chioma di Berenice che accolgono i rispettivi omonimi ammassi galattici. Non si tratta di un caso, ma della prospettiva galattica che ci si presenta: la zona di Orione, infatti, è attraversata dal disco invernale della Via Lattea che da Cassiopea “scende” per Auriga, Gemelli e Orione: una zona che presenta intensa formazione stellare evidenziata, appunto, da gruppi di giovani stelle azzurre (come le Pleiadi) e da fornaci di nuove stelle (come la Grande Nebulosa di Orione). Con la primavera andiamo a vedere una zona differente di Galassia, non attraversata dal disco e quindi in grado di aprirsi a oggetti ben più distanti. Come le galassie diverse dalla nostra, appunto.
Avrete notato che, tra un po’ di pioggia e un temporale, le ore di luce durante il giorno stanno comunque crescendo: quando usciamo dall’ufficio non è più buio pesto e anche la mattina, quando usciamo di casa, lo facciamo con la luce di un Sole già più o meno alto. Dopo il “giorno più corto” vissuto il 21 dicembre scorso, infatti, il Sole sta guadagnando di nuovo in declinazione: oramai si “muove” nel nostro emisfero e giorno dopo giorno la sua proiezione sul nostro pianeta lo vede sempre più alto rispetto all’equatore.
Tutto questo può essere rinvenuto nei dati di febbraio: per il baricentro d’Italia, infatti, il primo giorno del mese il Sole sorge alle ore 07.24 con un crepuscolo civile fissato per le ore 06.55 mentre il 28 del mese la nostra stella sorge alle ore 06.48 con crepuscolo civile alle ore 06.20 (costellazione Capricorno). Per il tramonto, invece, si passa dalle 17.27, con crepuscolo civile alle 17.56, alle 18.01, con crepuscolo civile alle 18.29 (costellazione Acquario). La luce rosicchia quindi una mezz’ora all’alba e una mezz’ora alla sera.
Tra le cose da non perdere questo mese c’è ancora il pianeta Marte, la cui osservabilità è in riduzione il che ci fa sembrare necessario dedicare qualche parola particolare a questo pianeta, come faremo a breve e in un articolo di prossima pubblicazione.
Le costellazioni serali
Andiamo allora a vedere questo cielo di transizione stagionale, cercando di riconoscerne le costellazioni principali e di prenderci dimestichezza. Per fare questo, come nostro solito, distinguiamo la volta celeste in orizzonti partendo dal Nord, dove ci aspettano sempre le solite costellazioni, ma in posizione diversa al variare di mese e di orario.
L’orizzonte Nord presenta infatti le costellazioni che alle nostre latitudini non tramontano mai a causa dello stretto giro intorno alla Stella Polare, unica stella a essere quasi fissa nel cielo. L’Orsa Maggiore ora è quasi distesa sulla propria schiena, altissima all’orizzonte di Nord-Est fino a sfiorare lo zenit in prima serata: per trovarla si fa sempre riferimento al Grande Carro, l’asterismo più famoso del cielo. Per un’Orsa Maggiore prossima allo zenit ci sono Cefeo e Cassiopea basse all’orizzonte di Nord-Ovest, con Cassiopea che assume la sua proverbiale forma di “doppiavvù“. Lo zenit vero e proprio, la parte più alta del cielo, è occupata dalla difficile costellazione della Lince ma la scena viene senza dubbio rubata, più a ovest e leggermente più in basso, dalla brillantissima stella gialla Capella nella costellazione di Auriga. Non mancherete di apprezzare il suo colore giallino, tipico di una temperatura superficiale simile a quella del Sole.
Passiamo all’orizzonte Ovest, caratterizzato in genere dagli astri in procinto di tramontare ma che, grazie alla bellezza del cielo invernale, non perde il proprio fascino neanche questo mese. In prima serata, infatti, è ancora totalmente visibile tutto lo splendore di Orione e del suo seguito, che abbiamo imparato a conoscere e riconoscere nei mesi addietro ma che val la pena di riprendere anche a febbraio.
Ricordate sicuramente le tre stelle che compongono la Cintura di Orione, le quali ci consentono di riconoscere tutte le principali costellazioni del seguito del Cacciatore. Infatti, una volta individuata la Cintura, e facilmente le stelle Betelgeuse e Rigel di Orione (vedi il cielo di dicembre 2020) sarà immediato trovare Aldebaran (la stella principale del Toro) e le Pleiadi (l’ammasso aperto più noto del cielo) unendo le stelle della Cintura con un segmento immaginario e prolungandolo verso destra e leggermente in alto. Proprio tra le Pleiadi e l’orizzonte, come accennavamo in precedenza, sarà facile individuare un astro dall’intensa luminosità rossa e la cui luce non scintilla come una tipica stella: si tratta di Marte, che ci ha fatto compagnia per una gran parte del 2020 e che si appresta ai saluti, con un tramonto che mese dopo mese anticipa di due ore.
Dedichiamo ancora uno sguardo al pianeta rosso perché si tratta del pianeta paradossalmente più arduo da scorgere tra quelli più noti e il motivo è presto detto: la sua orbita intorno al Sole dura due anni terrestri più o meno precisi, e così le condizioni per una buona osservabilità si verificano ogni due anni. I pianeti più interni come Mercurio e Venere sono visibili con maggiore frequenza poiché la loro orbita è più breve e possono essere osservati a volte la mattina prima dell’alba e a volte la sera dopo l’alba. I pianeti più distanti come Giove e Saturno impiegano molto tempo a coprire la propria orbita (rispettivamente 12 e 30 anni) e questo fa sì che siano visibili una volta ogni anno, più o meno precisamente, in una posizione di cielo che relativamente poco si discosta rispetto a quella dell’anno precedente. Marte non è così: Marte si mostra una volta ogni due anni poiché la condizione orbitale che ci consente di osservarlo oggi (Terra tra Sole e Marte) si verificherà di nuovo tra due anni. Il prossimo anno, infatti, quando la Terra sarà al punto orbitale uguale a quello attuale, Marte avrà compiuto metà della propria orbita e si troverà quindi nel lato diametralmente opposto rispetto al Sole.
Si tratta del pianeta che più di tutti ha affascinato la popolazione terrestre, un po’ sfruttando romanzesche ipotesi di vita intelligente, un po’ sfruttando studi più o meno speculativi sulle possibilità di vita attuale e un po’ basandosi su dati che oggettivamente parlano di possibilità di presenza di acqua liquida sub-superficiale ancora oggi. Un pianeta sempre al centro dell’attenzione che riceverà a breve ulteriori visite da parte di sonde terrestri, una statunitense e una araba, e che si appresta a ospitare – o almeno queste sono le volontà – il primo piede umano sulla propria superficie. Diamogli ancora uno sguardo, magari cercando di riprenderlo, come vi racconteremo in un articolo di prossima pubblicazione.
Torniamo alla Cintura di Orione e stavolta spostiamoci verso la zona più in basso a sinistra, quella che ci porta dritti alla stella più brillante del cielo: Sirio nel Cane Maggiore. Abbiamo anche visto nei mesi passati come dalla Cintura sia possibile trovare anche altre costellazioni: unendo Rigel alla Cintura e proseguendo verso sinistra, infatti, si giunge a due stelle brillanti e molto alte che rappresentano le teste dei Gemelli, Castore e Polluce, presenti a Sud Ovest. Tra queste due stelle e Sirio apparirà un altro astro decisamente brillante: la stella Procione nel Cane Minore.
L’orizzonte Sud di febbraio è, come detto, lo spartiacque preciso tra inverno e primavera e la costellazione che transita in meridiano in prima serata è proprio l’avamposto del cielo della dolce stagione: il Cancro. Non si tratta di una costellazione altamente spettacolare ma se il cielo che osservate è buono potete trarre una bella soddisfazione: la stella più brillante si chiama Acubens e occupa la posizione più bassa dell’asterismo visibile. Al centro del Cancro potete invece osservare – se l’inquinamento luminoso lo consente – un ammasso aperto noto come M44 o ancor più noto come Presepe. Contrariamente alle Pleiadi non riuscirete a osservare le singole stelle che lo compongono ma vedrete soltanto una macchia sfocata, data la distanza decisamente maggiore stimata intorno ai 600 anni luce. Il nome “Presepe” deriva dalla varietà di colori degli astri che lo compongono, il che testimonia anche un’età più avanzata rispetto a quanto dimostrato dagli ammassi composti quasi totalmente di stelle azzurre come le Pleiadi. Se oltre al buon cielo e a una buona vista avete anche un binocolo, lo spettacolo è assicurato.
Spostiamoci ora dal Cancro fino all’orizzonte Est e facendolo ci accorgiamo che le costellazioni che incontriamo sono tutte famose, appartenendo al gruppo delle costellazioni zodiacali. Contrariamente a quanto i fautori degli oroscopi possano sostenere, le costellazioni zodiacali sono essenzialmente le costellazioni che ospitano il moto apparente del Sole durante il giro di rivoluzione della Terra intorno alla stella, e spostandoci dal Cancro verso sinistra non mancheremo di riconoscere la sagoma di un Leone visto di lato e con la classica posizione di “sfinge“. La stella principale di questa costellazione, a rappresentarne il collo, è Regolo. In coda al Leone, ancora verso Est, un’altra costellazione zodiacale: la Vergine della stella Spica. E’ ancora bassa, ma può essere trovata anche in un modo diverso, che ci consente tra l’altro di “puntare” anche un altro astro che sta sorgendo proprio in questo periodo nelle ore serali. Per questo nuovo metodo partiamo di nuovo dall’Orsa Maggiore e prendiamo in considerazione la “coda“, o il “manico” del Grande Carro. Se prolunghiamo la curvatura della coda arriviamo a una prima stella molto brillante, la più brillante del cielo boreale (Sirio è stella australe) e nota come Arturo, nella costellazione del Bifolco (o Contadino o Boote). È stato calcolato il calore che ci arriva da Arturo: equivale al calore che riceviamo da una candela accesa ad otto chilometri di distanza!
Non finiscono qui le curiosità legate ad Arturo: un raggio di questa stella concentrato dal rifrattore di Yerkes di un metro di apertura servì ad azionare un foto-relais che accese tutte le lampade della Fiera mondiale del Progresso, a Chicago, nel 1933, e Arturo è anche la prima stella ad essere stata osservata di giorno (1635) nonché la prima di cui si sia cercato di determinare la distanza.
Se continuiamo la nostra curva dalla coda dell’Orsa, passando per Arturo, giungiamo a una seconda stella brillante che è proprio la nostra Spica nella Vergine: una strada differente per trovare lo stesso astro.
Parleremo più diffusamente di Leone e Vergine nei prossimi mesi, quando l’altezza sarà più favorevole, ma come si diceva all’inizio tenete conto che dal Cancro in poi gli ammassi aperti e le nebulose vengono meno: questo è territorio di galassie e sono davvero tantissime, ma per osservarle è purtroppo necessario un telescopio.
Gli sciami meteorici
Anche a febbraio la Terra attraversa diverse nubi di detriti lasciate da comete o da asteroidi in disgregazione:
- Alpha Carinidi, attive dal 24 gennaio al 9 febbraio con ZHR 2
- Alpha Centauridi, attive dal 28 gennaio al 21 febbraio con ZHR 6
- Alpha Idridi, attive dal 5 gennaio al 14 febbraio con ZHR 2
- Delta Leonidi, attive dal 15 febbraio al 10 marzo con ZHR 2
- Eta Carinidi, attive dal 14 gennaio al 27 febbraio con ZHR 2
- Leonidi di Febbraio, attive dal 1 febbraio al 28 febbraio con ZHR 5
- Gamma Normidi, attive dal 25 febbraio al 22 marzo con ZHR 8
La Luna
A febbraio 2021 la Luna presenta il proprio ciclo nel modo che segue:
Non sono previste eclissi, quindi si consiglia il deepsky per la prima serata dei primi giorni e per tutta la seconda settimana. La luce lunare inizierà a illuminare il cielo nella terza settimana per renderlo impraticabile al profondo cielo per l’ultima.
I pianeti
Quali pianeti saranno visibili durante il mese di febbraio 2021? Curioso l’assembramento che si verifica nella parte centrale del mese, quando in un fazzoletto di cielo è possibile vedere le deboli luci – sperse nel crepuscolo – di Venere, Mercurio, Giove e Saturno.
- Mercurio si mostra tra le luci del crepuscolo mattutino raggiungendo la massima elongazione est il giorno 10. La magnitudine passa da 1.1 di inizio mese a 4.3 di metà mese per scendere di nuovo a 0.4 a fine mese.
- Venere si mostra troppo a ridosso del Sole per tutto il mese, sorgendo alle 6.49 a inizio febbraio e alle 6.41 alla fine. Per la prima parte del mese va a formare un gruppo di pianeti prima dell’alba insieme a Mercurio, Giove e Saturno.
- Marte è visibile ancora per tutto il mese nella prima parte della notte sebbene in modo sempre più elusivo. Tramonta all’una appena passata a inizio febbraio e a mezzanotte e quaranta a fine mese, con magnitudine che passa da 0.4 a 0.9.
- Giove e Saturno, dopo lo spettacolo di dicembre scorso, sono invisibili per tutto il mese salvo mostrarsi nelle luci crepuscolari mattutine, in condizioni comunque lontane dalla visibilità.
- Urano continua a mostrarsi per la prima parte della notte, tramontando poco dopo Marte. Per osservarlo c’è comunque bisogno di un binocolo.
- Nettuno è nascosto per tutto il mese a ridosso del Sole.
Principali eventi celesti
La sera del 18 febbraio la Luna fa compagnia a Marte, dopo il tramonto.
Prima dell’alba, il 23 febbraio si verifica una congiunzione tra Saturno, Mercurio e – più in basso – Giove. La prima coppia si vede a malapena nelle luci crepuscolari mentre Giove, seppur più brillante, risente del fatto di dover attendere più tempo per sorgere.
La Stazione Spaziale Internazionale
Per il mese di febbraio 2021 la Stazione Spaziale Internazionale, al netto di modifiche dell’ultima ora, effettuerà passaggi visibili serali fino al giorno 9 prima di prendersi una pausa e tornare con i passaggi mattutini dal giorno 17. Di seguito riportiamo i principali passaggi per il Centro Italia, fermo restando che le altezze possono essere più o meno vantaggiose in base al luogo di osservazione. Per conoscere i passaggi per la vostra località potete fare riferimento al sito di AstronomiAmo: sarà sufficiente entrare per avere orari e mappe impostati correttamente.
06/02/2021 dalle 18:10 alle 18:21 da orizzonte NO a orizzonte SE, con picco alle 18:15 (SSO) a 58°.
21/02/2021 dalle 06:20 alle 06:30 da orizzonte OSO a orizzonte ENE, con picco alle 06:23 (NNO) ad altezza 72°
Quante belle cose si potrebbero vedere! Se terminasse questo periodo di cielo nero con temporali annessi… le uniche luci nel cielo sono i lampi e i fulmini!