Aggiornato il 28 Novembre 2024
La stagione invernale inizia con il fenomeno astronomico del solstizio d’inverno. La declinazione continua a diminuire fino al minimo di – 23.5° (declinazione Sud) quando il Sole è nella Costellazione del Sagittario (22 dicembre), ecco che il dì è più corto della notte, la più lunga dell’anno. Questo giorno caratteristico prende il nome di solstizio (dal latino solstitium, fermata del Sole, in quanto quest’ultimo sembra fermarsi nel suo moto ascendente o discendente raggiungendo il punto più basso della sua orbita) e marca, insieme all’equinozio (di autunno e primavera), le nostre quattro stagioni.
Con il solstizio di dicembre il Polo Sud della Terra sarà inclinato verso il Sole; questo è il primo giorno d’inverno (solstizio d’inverno) nel nostro emisfero settentrionale e il primo giorno d’estate (solstizio d’estate) nell’emisfero australe. Il solstizio d’inverno, che segna l’inizio dell’inverno da un punto di vista astronomico, avverrà alle ore 03:21 UTC (tempo civile) del 22 dicembre. Non è un giorno, ma un solo istante, un preciso momento in cui il nostro pianeta, nel suo viaggio attorno al Sole, volge il suo asse nella direzione opposta al Sole (nel nostro emisfero) e la sua altezza rispetto all’orizzonte raggiunge il valore minimo. Fenomeno dovuto all’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto, appunto, all’eclittica (il Polo Nord sarà inclinato di circa 23,5° lontano dal Sole). A partire dal giorno successivo si assiste al fenomeno opposto: le giornate si allungano lentamente e il Sole riprende a salire rispetto all’orizzonte.
Quanto è lungo il giorno più lungo e quanto è lunga la notte più lunga, dipende dalla latitudine del luogo cioè da quanto lontano ci si trovi (a Nord o a Sud) dell’equatore. Giorno e notte, sull’equatore terrestre, hanno uguale durata tutto l’anno, ma spostandoci appena a Nord come a Sud, le differenze stagionali si manifestano e appaiono più evidenti sui poli. Infatti proseguendo verso il Polo, si riducono sempre più le ore di luce (il periodo di buio dura sempre più a lungo), fino a quando, raggiunto il Polo Nord, nel corso dell’anno si ha una notte di sei mesi.
La durata maggiore del giorno rispetto alla notte e viceversa non spiega, da sola, perchè l’estate è calda e l’inverno è freddo ma un altro fattore (sempre dipendente dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’orbita) spiega il fenomeno: in inverno l’angolo con cui i raggi del Sole incidono sulla superficie terrestre, nelle diverse stagioni, è più inclinato che nella stagione estiva e quindi i raggi solari subiscono uno smorzamento maggiore, dovendo penetrare l’atmosfera terrestre in modo più obliquo.
In questo mese invernale caratterizzato dal giorno del solstizio, dove il Sole sembra fermarsi nel cielo, la volta celeste appare agli occhi dell’osservatore con un effetto luminoso unico da rendere le notti memorabili e stupirsi di tanta bellezza. Il contemplare il cielo stellato è un’esperienza del bello, della realtà che ci circonda, un pensiero, una forma simbolica di nuovi significati. Una “bellezza vivente” che non è nelle cose, ma è nel nostro sguardo sulle cose e pertanto “guardando verso un interno di strana bellezza” ci si pone domande, si indaga e ci stupiamo della bellezza che ammanta la realtà che ci circonda.
Il cielo
Attraverso l’esperienza si può verificare che il cielo muta lentamente, ma continuamente, pur restando costante il suo movimento antiorario intorno alla stella Polare. Tutto questo accade necessariamente e senza sosta. Il cielo però non cambia solo di ora in ora ma anche di settimana in settimana, di mese in mese, di stagione in stagione. La rivoluzione delle stelle attorno alla Polare si compie in 23 ore e 56 minuti circa, quattro minuti in meno della durata di un giorno. Pertanto, le stelle sorgono ogni sera quattro minuti prima della sera precedente. Quattro minuti al giorno in un mese fanno due ore circa; sicchè tra un mese da oggi, le stelle sorgeranno due ore prima di oggi. Un mese dopo, due ore prima: è questa la semplice formula che governa l’astronomia visiva. Due ore al mese vuol dire 24 ore in un anno, di conseguenza, dopo un anno da oggi il cielo assumerà l’aspetto che ha oggi. Così, il 25 dicembre a mezzanotte di quest’anno le stelle hanno l’identica posizione che avevano il 25 dicembre dell’anno scorso alla stessa ora, e che avranno di nuovo il 25 dicembre dell’anno prossimo, sempre a mezzanotte. In altri termini, le stelle, come le attrici, si esibiscono al meglio in certe stagioni. Ci sono così stelle per tutte le stagioni.
Nel clima mediterraneo e alle nostre latitudini, la stagione più felice per osservare è l’inverno: l’aria invernale è più fredda e secca cioè più chiara di quella più calda delle altre stagioni; inoltre, d’inverno la regione del cielo più ricca di stelle si mostra alla vista, in direzione Sud. Alle nostre latitudini, nelle sedute osservative, per trovare stelle e costellazioni bisogna guardare una porzione di cielo, nelle prime ore della serata (tra le nove e le undici), individuando le stelle che lo punteggiano che sono collegate (a loro volta) da linee che evidenziano le costellazioni alle quali esse appartengono. Nel tentativo di riconoscere le stelle più luminose e di intravedere le possibili forme delle costellazioni il cielo può sembrare all’inizio come un puzzle. Quali e quante siano le stelle davvero visibili dipende, oltre che dalla data, anche dalla latitudine del luogo d’osservazione. Lo spettatore dovrà riferirsi all’orizzonte più vicino alla latitudine del luogo d’osservazione; all’interno di tale orizzonte si trovano tutte le stelle visibili a quella data da quel luogo, mentre all’esterno si colloca la parte invisibile del cielo. Nel clima mediterraneo e alle nostre latitudini, la stagione più idonea per l’osservazione della volta celeste è l’inverno poichè l’aria invernale è più fredda e secca e ciò la rende più pura (chiara) rispetto ad una stagione estiva dove l’aria è più opaca a causa del caldo.
Il cielo d’inverno è dominato da Orione, costellazione ben visibile con la quale possiamo orientarci per rintracciare le splendenti stelle Sirio e Procione oltre a diverse costellazioni che sorgono ad Est, come il Leone, i Gemelli e l’Auriga con la sua brillantissima stella Capella. Da non perdere la costellazione del Toro con la sua stella Aldebaran (in arabo l’inseguitore che sorge dopo le Pleiadi e sembra appunto inseguirle), gigante arancione con un diametro quasi 40 volte maggiore di quello del Sole e i suoi celebri e brillanti ammassi delle Pleiadi e delle Iadi.
Nella “casa” celeste (il Sistema Solare) si trovano anche la Terra e gli altri pianeti. Una parata planetaria è visibile a dicembre: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno visibili ad occhio nudo, mentre Urano e Nettuno con l’ausilio di un binocolo o un telescopio. Mercurio è visibile al tramonto nei primi giorni del mese e all’alba negli ultimi giorni, Venere, pur riaccostandosi al Sole, rimane ben evidente prima del sorgere del Sole. Marte comincia ad essere visibile sorgendo prima del Sole solo verso la fine del mese, Giove risulta ben visibile la sera, salvo le ultime ore della notte, nei pressi della costellazione dell’Ariete, mentre Saturno, visibile in prima serata nell’Acquario, tramonta a sera inoltrata dopo il crepuscolo. Urano è visibile la sera e la prima parte della notte nell’Ariete, Nettuno invece in prima serata nell’Acquario. Non è mai troppo presto (o troppo tardi) per volgere lo sguardo verso il cielo stellato e lasciarsi incantare dal meraviglioso luccichio che ci sovrasta: un oceano di palpitanti spie luminose e non solo, che costellano le notti prossime al Natale, piene di sogni e desideri.
Con l’avvicinarsi delle festività natalizie il cielo somiglia ad un albero di Natale con i suoi addobbi, le sue stelle brillanti e i suoi svariati colori, illuminato da una cascata di pianeti, da una pioggia di meteore “stelle cadenti” e dalla Luna che lo attraverserà come un gigantesco festone. Il mese di dicembre ci regala anche lo spettacolo dei diversi sciami meteorici, ovvero “pioggia meteorica”: Orionidi, Andromedidi, σ-Idridi, Gemellidi, Leonidi minoridi, δ-Cancridi, ecc. Non ci resta che scrutare il cielo per conoscere meglio il nostro angolo di universo e i suoi protagonisti per disvelare quella bellezza che tratta proprio l’esperienza del bello.
Sceneggiatura
La sfera celeste in questo mese festivo di dicembre ci fa assaporare l’inizio dell’inverno appena arrivato con il solstizio e l’evolversi di un’ammirabile sceneggiatura celeste tipica del cielo invernale. Anche se non è conveniente sdraiarsi sotto un cielo buio, in queste fredde serate, il cielo d’inverno vede la sagoma di Orione attraversata dal disco invernale della maestosa Via Lattea e ricco di brillanti stelle che, con il loro chiarore diffuso, illuminano le freddi e secche notti.
Circondati da un disordine stellare, servendosi di una cartina celeste, l’osservatore in prima serata potrà dilettarsi tra diverse costellazioni (Orione, Cane Maggiore e Cane Minore, Toro, Gemelli, Auriga, Andromeda e Perseo, Cassiopea, Cefeo, ecc.) e ammirare alla latitudine di circa 40° nove stelle di prima grandezza che si differenziano per la loro luminosità .
La prima è Vega che brilla alta nel firmamento, situata a Nord-Ovest nella costellazione della Lira, dalla tipica colorazione bianco-bluastra e che comincia a calare verso Ovest; poi troviamo in ordine decrescente di luminosità Capella nell’Auriga, di colore giallastra, situata a Nord-Est e che sta ritornando in alto nel cielo; Rigel (la gamba o il piede), a circa 1000 anni luce da noi, ed è circa 44.000 volte più luminosa del Sole, anch’essa bianco-bluastra, che sta sorgendo a Sud-Est; Altair nell’Aquila, colorazione bianco-giallastra, a Ovest, che sta per tramontare; la rossastra Betelgeuse, che sorge a Est, se la si ponesse al posto del Sole, il suo enorme diametro la porterebbe a contenere anche l’orbita terrestre; Aldebaran nel Toro, arancione, sopra Bellatrix la donna guerriera che forma la sua spalla sinistra e Mintaka, Alnilam e Alnitak che compongono l’asterismo chiamato Cintura di Orione la più bella costellazione del cielo, che secondo la mitologia greca rappresenta il cacciatore Orione, il più imponente e il più bello tra gli uomini; Polluce nei Gemelli, giallastra, che sta sorgendo a Nord-Est e Deneb nel Cigno, a Nord-Ovest, che si avvia verso l’orizzonte. Ovviamente non possono mancare costellazioni come l’Acquario che più di tutte domina il cielo del Sud, i Pesci, la Balena e il Pesce Australe dove vi è l’unica stella in risalto in un campo celeste povero di stelle appariscenti chiamata Fomalhaut (la bocca della balena) di colore bianco.
Sotto un cielo buio, proprio tra le stelle del Cigno e dell’Aquila, osserveremo la maestosa Via Lattea. A ridosso di essa, muovendosi da Est a Ovest, vi è la presenza di stelle molto luminose. Si può ammirare con attenzione il grande quadrato di Pegaso seguito da Andromeda e dai deboli Pesci cercando di individuare in maniera più attenta un puntino lattiginoso sulla parte superiore della costellazione che è la galassia di Andromeda. In alto ad Est invece, è possibile ammirare le magnifiche e enigmatiche Pleiadi e sull’orizzonte Nord-Est si possono scorgere prima Procione al centro della piccola costellazione del Cane Minore e circa 40 minuti più tardi, Sirio (la stella del Cane), la stella più brillante del cielo notturno. C’è un altro protagonista in questa eccezionale rappresentazione cosmica, il gigante dagli anelli Saturno, che dopo metà mese apparirà in una spettacolare congiunzione celeste con la nostra Luna mentre a fine mese, l’ultimo plenilunio del 2023, la Luna del Ghiaccio (full frost moon) ovvero la prima piena, del periodo invernale. Nelle notti di Natale non ci resta che scrutare la volta celeste, apprezzandone i movimenti, le sue meraviglie ed emozionarsi davanti allo spettacolo dell’Universo di cui anche noi facciamo parte e come dice il poeta: non fermiamo quel modo di riempire le cose di colori e suoni in grado di cambiare il mondo che non siamo in grado di vedere, un cielo gocciolante di stelle è la fuori ad aspettarci.
Orizzonte Est
“Muovendosi con gli occhi” verso Est, inizia ad intravedersi la figura della costellazione del Leone (con la sua forma di trapezio), che può essere intercettata a partire dalle due stelle contigue alla coda, Megrez e Phecda del Grande Carro, individuando la sua stella principale Regolo sulla parte Sud-Ovest; la brillante stella è bianco-azzurra, dista circa 77 anni luce e per molti secoli conosciuta come “Cuore del Leone”. Con una linea congiungente Megrez e Merak intercettano le stelle Castore e Polluce nella costellazione zodiacale dei Gemelli. Stelle che possono essere intercettate anche partendo dalla supergigante Rigel, nella costellazione di Orione, prolungando una semiretta passante per la stella Betelgeuse. Nel cielo spicca la brillante Procione, bianca e a circa 11 anni luce dal Sole, al centro della piccola costellazione del Cane Minore. Procione significa “prima del cane", intendendo con questo che sorge prima dell’altra “stella del cane" cioè Sirio che si trova a Sud-Est ed è la stella più luminosa del cielo nella costellazione del Cane Maggiore. A Nord di Orione si può ammirare la stella Capella (Capretta) dell’Auriga che ad occhio nudo appare di colore giallognolo e dista circa 42 anni luce dalla Terra. Il campo a Sud-Est si fa invece privo di stelle, in direzione dell’estesa costellazione dell’Idra, non facile da individuare anche per la scarsa luminosità delle stelle che la compongono, e di altre costellazioni minute.
Orizzonte Nord
Allo Zenit spicca la costellazione del Perseo dove brilla Algol, la stella del diavolo così chiamata dai greci in segno di cattivo presagio legato alla sua variabilità . Qui troviamo le costellazioni circumpolari di Cassiopea, Cefeo, Drago e le due Orse (Maggiore e Minore) che completano il quadro celeste. Il grande mestolo, così viene chiamato dagli anglosassoni l’asterismo dal Grande Carro, si alza verso le parti più alte del cielo, così inizia ad apparire “verticale”, e ci aiuta a ritrovare la stella Polare, mentre la costellazione di Cassiopea, dalla parte opposta al Grande Carro rispetto alla Polare, con il suo un gruppo di stelle dalla caratteristica forma di W si abbassa verso l’orizzonte lungo il ramo della Via Lattea; all’elevarsi sull’orizzonte (mostrandosi a perpendicolo rispetto all’orizzonte) del Grande Carro segue anche il declino di Cefeo, costellazione dalla figura di una casetta che poggia la base sulla Via Lattea settentrionale e nella quale si può scorgere la stella variabile Delta Cephei, la più importante per gli astronomi.
Orizzonte Sud
Il mosaico celeste è dominato, a Sud, dallo splendore della grande costellazione di Orione e del suo seguito, totalmente visibile, ovvero dalla luminosissima stella Sirio e dall’asterismo del Triangolo invernale (Sirio, Procione e Betelgeuse). La sagoma di Orione è protagonista del cielo invernale: la sua forma, le tre stelle allineate Mintaka, Alnilam e Alnitak (i Tre Re) che compongono l’asterismo chiamato Cintura di Orione, la Spada di Orione (formata dalle tre minute stelle e dalle nebulose M42 e M43), lo scudo alzato e il bastone nell’altro braccio pronto a colpire il Toro, ne fanno la più bella costellazione del cielo. Proseguendo lungo la linea della cintura, si arriva alla costellazione del Cane Maggiore e quindi a Sirio, la brillantissima stella bianco-bluastra che dominava i cieli invernali. Occupano anche questo quadrante della sfera celeste le stelle Betelgeuse in Orione e Procione nel Cane Minore. A Nord del Triangolo la coppia dei Gemelli che si tengono per mano che è tra le costellazioni principali dello zodiaco e alte nel cielo, più a Nord-Ovest, si estendono le costellazioni del Toro (dove brilla la stella arancione Aldebaran) e dell’Auriga (il Cocchiere), che nella più antica delle mitologie si riferisce all’importante invenzione del carro trainato dai cavalli, individuabile grazie a un singolare allineamento di stelle a forma di pentagono irregolare.
Orizzonte Ovest
Ponendo lo sguardo ad Ovest si scorge, subito dopo il tramonto, la brillante stella bianca Fomalhaut (la bocca della balena) nella costellazione del Pesce Australe mentre da Nord-Ovest, la costellazione del Cigno, il Grande Quadrato di Pegaso seguito da Andromeda e dai deboli Pesci che sono tipicamente autunnali. Nel cielo a Sud-Ovest della costellazione di Orione, si sviluppa quella di Eridano, estesa come un un lungo fiume tortuoso che scorre nel campo celeste. All’estremità Sud della costellazione, si trova la sua stella più luminosa, Achernar (dall’arabo la fine del fiume), una stella azzurra distante circa 144 anni luce dalla Terra. Sempre verso Ovest, alla destra della costellazione di Eridano, si trovano le costellazioni della Balena e dell’Acquario.
Sciami meteorici
Quando le correnti dei meteoroidi incontrano la Terra, entrano nell’atmosfera e si vaporizzano, dando origine alle meteore. Provenendo tutti da certi correnti, creano un effetto ottico, per cui sembrano provenire da una certa zona del cielo (radiante). Si ha quindi uno sciame di meteore, che viene nominato in base al punto del cielo da cui sembrano provenire le tracce luminose. Anche nel mese natalizio la Terra attraversa diverse nubi di detriti lasciate da comete o da asteroidi in disgregazione. Ricordiamo tra questi gli eventi astronomici: pioggia di meteoriti Monocerotidi (nella costellazione dell’Unicorno), originate dalla cometa C/1917 F1 (Mellish), che raggiunge il suo massimo intorno al 13 dicembre mentre il giorno dopo le regine delle meteore, le spettacolari Geminidi (nella Costellazione dei Gemelli) che sono visibili nei primi venti giorni del mese e che a differenza di altri sciami ha come corpo progenitore un asteroide (3200 Phaethon) invece che una cometa; le Sigma Idridi (con l’ubicazione del radiante nella costellazione dell’Idra) e le Ursidi (nella costellazione dell’Orsa Minore ma possono apparire ovunque nel cielo) raggiungono rispettivamente il loro massimo intorno al 18 e al 22 dicembre. Le Quadrantidi (nella costellazione del Quadrante), dal 28 dicembre al 12 gennaio (massimo picco il 3 gennaio) è un altro sciame con una elevata intensità . Le condizioni per l’osservazione saranno favorevoli attorno alle 22:00 (ora locale), quando il radiante sarà già sorto da qualche ora ed avrà già iniziato la sua ascesa verso lo zenit e in assenza di una Luna quasi piena, il cui bagliore potrebbe rovinare la caccia alle meteore oscurando quelle meno luminose (fioche).
Luna
In base alla posizione lungo la propria orbita la Luna è vista da ogni località della Terra con angolazioni diverse, motivo per cui la sua superficie appare totalmente, parzialmente o per niente illuminata dalla luce solare. L’osservazione del cielo profondo sicuramente è conveniente quando l’intensa luce lunare non illumina il cielo impedendo di scrutare anche i piccoli dettagli celesti.
Il satellite passerà attraverso diverse fasi durante il suo ciclo lunare, ad inizio mese illuminerà il cielo serale nella fase di gibbosa calante. Si potrà ammirare, ad Est, la congiunzione con la stella Polluce il primo giorno del mese; successivamente, la sua fase diminuirà fino a raggiungere l’ultimo quarto (Luna calante) il 5 dicembre e quindi iniziare, il giorno dopo, la sua fase calante fino all’11 dicembre. Durante queste fasi, varierà di dimensioni e luminosità nel cielo notturno, offrendo differenti visuali a seconda del momento esatto in cui si osserva. Il 12 del mese, Luna nuova, sarà il momento migliore per le osservazioni di stelle e di altri oggetti celesti in quanto il suo bagliore non interferirà la visione più chiara e dettagliata degli oggetti. A metà mese il satellite brillerà nei cieli nella sua fase crescente e il 17 dicembre sarà in congiunzione con il gigante gassoso Saturno, per arrivare al primo quarto (Luna crescente) il 19 dicembre. Siamo vicini al solstizio d’inverno (21 dicembre), giorni in cui nei cieli spicca la congiunzione Luna-Giove, che sembrano scambiarsi la posizione, mentre il 23 la congiunzione Luna-Urano con il satellite che sembra inseguire le Pleiadi.
In questi giorni si troverà nella fase gibbosa crescente luminosa e visibile per gran parte della notte: il giorno della vigilia potremo ammirarla in congiunzione con il gruppo delle Pleiadi e il giorno di Natale formerà un fantastico trio celeste con le brillanti Capella e Aldebaran. Il 26 dicembre la si potrà scorgere tra il triangolo formato da Polluce, Betelgeuse e Capella. Il 2023 si chiude con la tredicesima Luna piena del 2023 (Luna del Ghiaccio), il 27 dicembre, quando si troverà nella costellazione dei Gemelli per poi terminare nella sua fase di gibbosa calante e trovarsi in congiunzione prima con Polluce, il 28 dicembre, poi con Presepe il giorno dopo e infine con Regolo nell’ultimo giorno dell’anno.
Pianeti
La posizione degli astri celesti nelle costellazioni vede protagonisti anche i Pianeti del Sistema Solare che sono come sempre spettacolari da osservare, in qualche angolo di Universo, e ci regalano emozioni. Variano notevolmente nelle dimensioni, nella composizione e nelle caratteristiche eppure sono accomunati dalle leggi dello spazio e dal fatto di orbitare tutti intorno al Sole, la nostra stella.
Il mese inizia con Mercurio che entra nella Costellazione del Capricorno e giorno 4 dicembre, il pianeta roccioso, sarà alla massima estensione illuminata e raggiungerà la massima elongazione della sera (circa 21° a Est del Sole), Nettuno raggiunge la minima declinazione dell’anno corrente e Venere entra nella Costellazione dello Scorpione. Giorno 9 Venere si trova, in congiunzione, circa 3,3° a Nord della Luna mentre il 15 sarà Plutone a trovarsi a circa 2,3° a Nord del nostro satellite naturale.
Il 17 dicembre Nettuno è in quadratura della sera (a circa 90° a Est del Sole), Saturno, il pianeta dominante nel nostro sistema solare, sarà in congiunzione con la Luna, il 18 e il 19 Saturno stesso e Nettuno splenderanno rispettivamente a circa 2,3° e 1,1° a Nord della Luna (quest’ultimo in occultazione invisibile). Mercurio il 20 si troverà al perielio cioè alla massima vicinanza al Sole (circa 46.001.197 km), due giorni dopo Giove a circa 2,4° a Sud della Luna e Mercurio in congiunzione inferiore con il Sole per poi ritornare nella Costellazione del Sagittario il giorno della vigilia di Natale.
Il 22 è il giorno in cui la nostra stella, il Sole, entra nella Costellazione del Sagittario intorno alle ore 04:49 decretando l’inizio dell’inverno astronomico, giorni più brevi, notti più lunghe e temperature più basse. Prima della vigilia Urano sarà a circa 2,6° a Sud della Luna mentre la sera della vigilia la splendida congiunzione celeste tra il nostro satellite e l’ammasso delle Pleiadi. Il giorno di Santo Stefano il possente Giove raggiunge la minima declinazione dell’anno corrente (circa + 12°) e il 30 Mercurio raggiungerà una declinazione maggiore e discende (circa – 20°).
Altri fenomeni astronomici
Oltre ad eventi celesti come le congiunzioni, l’occultazione e l’elongazione di Mercurio, ecc.., a cui seguiranno i passaggi di svariati asteroidi vicino alla Terra (a una distanza di diversi milioni di chilometri – da cira 1 a 7, ma questa è ancora molto grande in termini astronomici): il 3 dicembre l’asteroide (1998 WB2) passa a poco più di 4 milioni di chilometri appunto dalla Terra, il giorno dopo l’asteroide (2013 VX4) passa a circa 2 milioni di chilometri, il 6 l’asteroide 139622 (2001 QQ142) passa a poco più di 5 milioni di chilometri, giorno 10 l’asteroide (2020 HX3) passa fra 3,76 e 2,32 milioni di chilometri e il giorno dopo toccherà all’asteroide (2010 XF3) passare fra 7,43 e 6,77 milioni di chilometri, il 19, 20 e 21 si succederanno l’asteroide (2016 XD2), l’asteroide 341843 (2008 EV5) e l’asteroide (2018 YJ2) fra circa 6 e 7 milioni di chilometri; nei giorni che annunciano l’arrivo del Natale, 23, 24 e 25 dicembre, toccherà rispettivamente all’asteroide 2020 YO3, 2010 UE51, 2020 YR2 passare nelle vicinanze della Terra mentre l’ultimo giorno dell’anno l’asteroide (2021 AM6) passa fra 7,00 e 5,78 milioni di chilometri. Inoltre il 18, 21, 23 e 27 dicembre, rispettivamente, gli asteroidi FIDES, VESTA, METI e ASTREA sono in opposizione al Sole. Il 2 dicembre l’ammasso stellare aperto M44 (Presepe) si troverà a circa 3,4° a Sud della Luna, il giorno della vigilia natalizia l’ammasso stellare aperto M45 (Plèiadi) è a circa 1,0° a Nord della Luna (occultazione invisibile) e il 29, nuovamente, l’ammasso M44 sarà a circa 3,3° a Sud della Luna. Numerosi sono i passaggi visibili della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) che solcherà i cieli d’Italia e sarà visibile, alle ore pomeridiane nella prima settimana del mese, in diverse aree geografiche.
Galattico articolo adatto sia a chi lavora in questo campo, sia a chi, come me, ama sognare e immergersi nel meraviglioso mondo celeste, anche attraverso la mitologia. Grazie professor Cidone, continua ad accendere le nostre curiosità .