L'astronomo risponde Universo

Universo in fuga

La radiazione cosmica di fondo è stata qualificata come il residuo di fotoni dopo la ricombinazione tra particelle positive e negative avvenuta circa 380.000 anni dopo il Big Bang. Le onde elettromagnetiche viaggiano a circa 300.000 chilometri al secondo. Questa è anche la velocità delle microonde residuali. La costante di Hubble vale 60-70 chilometri per secondo per megaparsec. Come è possibile, visto il divario di velocità tra le microonde della radiazione di fondo e l’espansione dell’universo, che siano ancora registrabili le prime e viceversa non siano sfuggite all’orizzonte sensibile degli eventi studiabili da noi umani?

Adolfo

Deve considerare che il ragionamento “la legge di Hubble mi predice da una certa distanza in poi una velocità superiore a quella della luce e quindi non dovrei vedere quell’oggetto (in questo caso la radiazione cosmica di fondo)” è corretto solo nel caso di espansione stazionaria, cioè senza un inizio dell’Universo.
Assomiglia alla domanda simile “Se l’Universo ha 13,7 miliardi di anni come fa il fondo a microonde a distare circa 40 miliardi di anni luce“?
Per capire meglio cosa succede immagini di avere un tapirulan (in particolare quelle scale mobili orizzontali che si vedono negli aereoporti). Immagini che Lei (l’osservatore) sia all’imbocco della scala mobile mentre una persona (il fondo cosmico a microonde) sia su di essa. Immagini anche che essa rilasci un cagnolino (che rappresenta la luce emessa) che corre verso di Lei.
Mentre il fondo cosmico a microonde si allontana il cagnolino corre ma se la velocità della scala mobile è elevata, non si sposterà rispetto all’osservatore.
Però l’espansione dell’Universo è rallentata dalla mutua gravità delle galassie (per ora non consideriamo l’energia oscura) per cui la velocità della scala mobile rallenterà. Ora il cagnolino potrà raggiungere l’osservatore mentre il fondo cosmico a microonde si sarà allontanato.
Quindi noi vediamo il fondo a microonde nel momento del rilascio del cagnolino e non come e dove è ora.

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Scritto da

Sandro Bardelli Sandro Bardelli

Ricercatore astronomo presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica-Osservatorio Astronomico di Bologna. Il suo ambito di ricerca è la cosmologa osservativa, la struttura su grande scale dell’Universo e l’evoluzione delle galassie, tramite grandi survey spettroscopiche e immagini da satellite. Ha usato i maggiori telescopi ottici, radio e nella banda X e ha lavorato all’Osservatorio di Meudon/Paris, all’Osservatorio di Trieste eall’ESO (Germania). È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche. Inoltre è il responsabile per la didattica e la divulgazione presso l’Osservatorio Astronomico di Bologna e cura eventi, lezioni e corsi di aggiornamento per insegnanti.

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