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Un’estate tra Olimpiadi spaziali e astrobiologia

Per non dimenticare lo spazio e l'astrofisica anche d'estate: arrivano la campagna delle Olimpiadi Spaziali e la Scuola di Astronomia di Saint-Barthélemy

Aggiornato il 20 Dicembre 2021

In questi giorni di calura estiva, anche lo spazio e l’astrofisica si tingono di tutti i colori dei cerchi olimpici. Iniziano le Olimpiadi Spaziali, in collaborazione con gli amici dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) e di Europlanet, la rete dei laboratori europei di scienze planetarie. L’iniziativa nasce in occasione delle Olimpiadi di Tokyo e ha come obiettivo ambizioso e condiviso, quello di parlare di sport, ma coniugando l’argomento in modo “spaziale”. In un momento in cui gli sport terrestri catturano l’attenzione di tutti noi – pubblico e media -, vogliamo guidarvi in una avventura nel Sistema Solare, immaginando come ci si debba sentire a correre sulla Stazione Spaziale Internazionale, come sarebbe organizzare una partita a calcio sulla Luna, dove la gravità è solo un sesto di quella terrestre, o alle difficoltà di tuffarsi nei mari di metano di Titano, dove oltre a respirare, sarebbe parecchio difficile anche galleggiare.
Troverete le risposte a questi e tanti altri quesiti in una serie di racconti settimanali, che verranno pubblicati ogni sabato a partire dal 10 luglio 2021, in un calendario che si concluderà a metà agosto, con la chiusura dei giochi di Tokyo. Potrete partecipare anche sui social, rispondendo alle domande del quiz delle #OlimpiadiSpaziali, raccontandoci il vostro sport preferito e su quale pianeta vorreste praticarlo, o inviandoci dei selfie da veri “sportivi extraterrestri”.

Olimpiadi spaziali
La copertina delle Olimpiadi Spaziali

Ovviamente la sfida non deve essere presa alla lettera. Quello che vi proponiamo è un gioco d’immaginazione che ha come obiettivo quello di  farci sentire lo spazio un po più casa, con luoghi e abitudini sempre meno fantascientifici e più vicini alla nostra quotidianità. Ma anche per acclimatarci sugli altri pianeti e lune in esplorazione, per imparare a guardare con occhi nuovi gli orizzonti extraterrestri, che ci apparivano una volta lontani e completamente sconosciuti, ma che ora la scienza ci mostra come sempre più vicini alla nostra meravigliosa Terra e alla sua storia. Perché, giusto per fare un esempio, è ormai un dato di fatto l’idea che Marte doveva essere in passato molto più simile alla nostra Terra di quanto non immaginavamo e che le differenze attuali sono dovute a una diversa evoluzione dei pianeti. E se questo è vero appena fuori dalla soglia di casa, nel Sistema Solare, immaginate quante possibilità potrebbero aprirsi in Sistemi Solari lontani dal nostro.

Osservatorio astronomico della Valle di Aosta OAVdA
L’OAVdA, tra la Terra e il cielo sopra Saint-Barthélemy in questa spettacolare ripresa notturna.
Crediti: Giovanni Antico per la Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS

Sullo stessa tema, è incentrata anche una seconda iniziativa estiva proposta dall’OAVdA con il patrocinio di INAF e dell’Agenzia Spaziale Italiana. Dal 12 al 16 luglio si tiene a Saint-Barthélemy, la Scuola estiva di astronomia organizzata dalla Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS (fondazione che gestisce l’OAVdA e il Planetario di Lignan). L’argomento intorno al quale ruota questa diciottesima edizione è proprio l’astrobiologia, in occasione del 60° anniversario della formulazione dell’equazione di Drake, la famosa formula utilizzata per stimare statisticamente il numero di civiltà extraterrestri esistenti a partire da dati noti e condivisi. Tra i relatori della scuola, anche Caterina Boccato, Responsabile della didattica e divulgazione dell’INAF e membro dell’EAI, l’European Astrobiology Institute, l’istituto virtuale che raccoglie scienziati da tutto il mondo, provenienti da diverse discipline. Il programma della scuola è pensato per unire le scienze spaziali e quelle biologiche, con conferenze in presenza e online, attività pratiche, escursioni, osservazioni, ed è rivolto a docenti, studenti, astrofili, appassionati o semplici curiosi.
Siamo davvero contenti della presenza di INAF e ASI nella nostra Scuola estiva, spiega Jean Marc Christille, direttore della Fondazione C. Fillietroz-ONLUS. I partecipanti interagiranno di persona e in remoto con esperti di livello internazionale. Con la guida di Paolo Calcidese, responsabile della didattica e della divulgazione del nostro centro, useranno il telescopio per indagare gli astri e il microscopio per scoprire l’universo che si cela in una goccia d’acqua. Se vogliamo capire quanto la vita sia diffusa nel cosmo, infatti, prima dobbiamo imparare a conoscere la vita sulla Terra!

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Scritto da

Livia Giacomini Livia Giacomini

Direttore di EduINAF, il magazine di didattica e divulgazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.

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