Aggiornato il 15 Marzo 2024
Il Leone Minore è una piccola costellazione che rappresenta un cucciolo di leone posto poco sopra quest’ultima costellazione. Creata nel 1687 dall’astronomo polacco Johannes Hevelius, non presenta alcuna stella Alpha. Questo fatto è probabilmente dovuto a un errore del’astronomo inglese Francis Baily che per primo classificò le stelle del Leone Minore nel 1845.
Oggetti celesti più importanti
La stella più luminosa della costellazione, nota anche come Precipua, principale, probabilmente assegnatole proprio da Hevelius, è 46 Leonis Minoris, una stella gigante arancione di magnitudine 3.83 e distante da noi 98 anni luce.
La seconda stella più luminosa è anche l’unica con una lettera greca nel nome: Beta Leonis Minoris è una stella binaria di magnitudine 4.4 distante 154 anni luce dalla Terra.
Particolare curioso sul nome della stella principale, Precipua: nel 1817 Giuseppe Piazzi assegnò tale denominazione all’attuale 37 Leonis Minoris, una stella gialla con magnitudine 4.68.
Inoltre tra gli oggetti del profondo cielo ce ne sono alcuni osservabili con strumenti amatoriali, mentre l’assenza di polveri interstellari consente di osservare diverse galassie.
Tra le più brillanti c’è NGC 3344, una galassia a spirale di magnitudine 10.2. Con magnitudini non molto differenti si segnalano anche NGC 2859, NGC 3245, NGC 3486, NGC 3504.
A questa costellazione appartiene, poi, un raro oggetto celeste scoperto nel 2007 dall’insegnante olandese Hanny van Arkel. Questa stava partecipando al progetto di citizen science Galaxy Zoo promosso da Zooniverse, un progetto di classificazione delle galassie. A un certo punto Hanny si imbatté in uno strano sbuffo azzurro presente nella foto della galassia IC 2497 scattata dallo Sloan Digital Sky Survey. L’oggetto, denominato Hanny’s Voorwerp, oggetto di Hanny in olandese, è probabilmente una nube di gas estremamente calda e molto ionizzata. Probabilmente sta riflettendo la luce di una quasar al centro di IC 2497 e ora estinta, motivo per cui è stato denominato anche come eco ionizatta di una quasar. Studi nella banda delle onde radio suggeriscono, poi, che questo oggetto stia interagendo con un deflusso di gas proveniente dal nucleo della galassia, dando vita al processo di formazione delle stelle.