Aggiornato il 31 Maggio 2024
Ben visibile durante i mesi estivi, la costellazione dell’Aquila risulta facile da individuare grazie alla presenza di Altair, una delle tre stelle che costituiscono il famoso Triangolo Estivo. Le altre due sono Vega della Lira e Deneb del Cigno.
Più che la sua forma particolare (due triangoli uniti alla base), la costellazione è facile da individuare anche grazie all’asterismo costituito da Altair con Alpha e Beta Aquilae, noto ai persiani come L’equilibrio.
Oggetti celesti più importanti
La stella più brillante della costellazione è la bianca Altair: grazie alla sua magnitudine apparente di 0.77 è la dodicesima stella più brillante del cielo e dista dalla Terra solo 17 anni luce.
Delle altre stelle della costellazione si segnala Eta Aquilae è una stella variabile Cefeide, ovvero una stella la cui luminosità varia periodicamente. Nel caso di Eta Aquilae, la sua variabilità è di circa 7 giorni e oscilla tra una magnitudine di 3.48 a una di 4.39.
Tra gli oggetti non stellari si segnalano due ammassi aperti, NGC 6709 e NGC 6755, un ammasso globulare, NGC 6760, una nebulosa planetaria, NGC 6781, e la galassia NGC 6814.
Particolarmente curiosa è, poi, la presenza di una nebulosa oscura, ovvero una nube particolarmente estesa contenente soprattutto idrogeno ed elio con una temperatura interna piuttosto bassa, 10K. Queste nebulose, come la Nebulosa E della costellazione dell’Aquila, possono essere osservate grazie al fatto che oscurano nebulose a emissione.
Mito
Nella mitologia greca e romana, l’aquila è l’uccello di Zeus (Giove per i romani), e sono diversi i miti a essa associati. Il più noto è quello legato al rapimento del troiano Ganimede per essere trasportato sull’Olimpo e diventare il coppiere degli dei.
Secondo Ovidio fu, però, Zeus stesso a tramutarsi in aquila, secondo altri fu semplicemente inviata sulla Terra. Ad ogni buon conto Ganimede si ritiene sia rappresentato nel cielo nella costellazione dell’Acquario: d’altra parte la rappresentazione tradizionale vede proprio l’Aquila che ghermisce l’Acquario.
Secondo Igino, invece, l’Aquila è in realtà Afrodite che si era prestata al classico gioco seduttivo di Zeus: questi per conquistare Nemesi si trasformò in un cigno, rappresentato nella vicina costellazione, e chiese ad Afrodite di dargli la caccia nelle sembianze di un’aquila.
Infine secondo Cesare Germanico l’aquila è stata posta in cielo a salvaguardia della freccia di Eros, che è rappresentata proprio dalla costellazione della Freccia.