Aggiornato il 19 Maggio 2020
Immaginate di entrare in una sala di una mostra, le pareti sono ricoperte di quadri raffiguranti particolari della natura, vegetazioni, e ninfee. Avvolti nel verde silenzio, vi sedete e venite catapultati nella realtà che vi circonda: siete contaminati da calma, pace e serenità. Posti simili ne esistono, uno di questi è l’Orangerie a Parigi, custode della serie delle Ninfee di Claude Monet, artista dell’impressionismo. Bello, vero?
Ecco, ora invece cambiate scenario: entrate in una stanza ricoperta di dipinti – o schermi – che riportano forme difficili da identificare: a prima vista sembrerebbe trattarsi di una nuova corrente dell’astrattismo. Linee continue e armoniose, colori disposti in modo apparentemente casuale, rendono difficile la ricerca di figure familiari in una geometria quasi aliena. La musica che risuona sembra un genere elettronico, ma in certi momenti è quasi angosciante, in altri ricorda i Pink Floyd.
Vi chiedete chi siano gli artisti di quelle opere, a quale corrente artistica appartengano, a cosa si siano ispirati per produrre opere simili, quali siano le emozioni da trasmettere; e voi, ci credereste se vi rispondessero che l’artista è lo spazio e che ciò che ha prodotto è la rappresentazione di un fenomeno fisico realmente esistente? Vi invito a farlo, perché è proprio così: potremmo infatti dire che le immagini che vedete siano realmente tratte dalla natura che ci circonda, natura però intesa nel vero senso della parola: la fisica per eccellenza.
Ora vi chiederete quale sia il fenomeno fisico in ballo… Ebbene, si tratta della turbolenza del plasma, da cui prende il nome il progetto – Turbulence | Voice of Space – ideato da Giannandrea Inchingolo, astrofisico e creative scientist presso l’Università di Bologna. Essenzialmente il progetto si occupa di creare un percorso espositivo di media science, in cui i reali dati fisici vengono trasformati in diverse forme artistiche, così da permettere un’esperienza multisensoriale in grado di far immergere lo spettatore all’interno della fisica del plasma turbolento. Quest’ultimo è infatti caratterizzato da un moto caotico; un ottimo esempio per capirlo è immaginare il percorso della corrente d’acqua dei fiumi subito dopo le rocce: tutto fuorché ordinata! Ecco, moti caotici e vorticosi di questo tipo si manifestano anche a livello delle particelle che costituiscono il plasma, una materia decomposta in elettroni e ioni che si trova ovunque nell’universo. Giannandrea, che si occupa proprio di queste turbolenze, ha deciso di rendere più accattivanti i dati che ha raccolto, dando una forma più artistica ai grafici che ha ottenuto nel corso dei suoi studi. Non solo: tramite un sintetizzatore modulare delle dimensioni di una stanza, resogli disponibile da Joseph Paradiso, professore del Media Lab del Massachusetts Institute of Technology di Boston, usando come sorgenti i veri e propri dati scientifici, è stato possibile dare una voce alle turbolenze, altrimenti silenziose, visto che nello spazio il suono non si propaga.
Chiunque abbia mai giocato di ruolo sa quanto sia importante l’immedesimazione, la ricchezza di dettagli e l’immaginazione. Nel caso di Turbulence | Voice of Space, il gioco di ruolo è diverso dal solito, ma i principi rimangono invariati: lo spettatore, immerso in una realtà solo all’apparenza surreale, non solo viene trascinato in un mondo di immagini e suoni, ma, attraverso innovative esperienze in realtà virtuale, viene catapultato all’interno di un mondo fisico totalmente alieno, con cui lo spettatore ha la possibilità di interagire con la fisica che lo circonda; inoltre, con uno sforzo in più, assume anche un diverso punto di vista, il più delle volte difficile da immaginare, e cioè quello del ricercatore(1)Queste esperienze in realtà virtuale sono state rese possibili grazie alla collaborazione con il gruppo Virtual Beamline del laboratorio ELI-Beamline di Praga, e al lavoro dei ricercatori del gruppo di Laser e Plasmi di Lisbona, in cui Giannandrea ha di recente conseguito il dottorato..
Insomma, gli studi condotti nel corso degli anni non rimangono più circoscritti a documenti e pubblicazioni, ma, grazie all’idea di Giannandrea, assumono anche altre forme, accessibili al pubblico e osservabili e interpretabili secondo altre chiavi di lettura.
Lo dimostrano le numerose esibizioni di Turbulence | Voice of Space, sia a livello internazionale – come il tour condotto tra alcune delle più prestigiose università americane: MIT, Columbia e Princeton – che europeo, da Praga a Lisbona, da Milano a Pisa, in occasione della notte europea dei ricercatori. Il successo di pubblico, con più di 5000 persone raggiunte nelle diverse esibizioni, ha invogliato quindi Giannandrea a rendere disponibile online in questi giorni – si direbbe proprio un regalo di Natale! – alcune di queste esperienze in realtà virtuale, così da permettere una maggiore accessibilità al regno dei plasmi turbolenti anche dal salotto di casa.
Quindi l’universo, tutto sommato, è un po’ pirandelliano: a seconda di come lo si guarda, cambia forma e modo di comunicare. Sta a noi scegliere quale punto di vista assumere per ascoltarlo. C’è chi lo guarda con gli occhi dei telescopi, chi estrapola dati su dati studiando onde, campi, particelle; chi, nel tentativo di dare un po’ di umanità a ciò che umano non è, si lascia ispirare scrivendo poesie e racconti, e chi, come Giannandrea, ha saputo dare un ordine e una forma armonica a ciò che è caos, e voce a ciò che è silenzio.
Note
↑1 | Queste esperienze in realtà virtuale sono state rese possibili grazie alla collaborazione con il gruppo Virtual Beamline del laboratorio ELI-Beamline di Praga, e al lavoro dei ricercatori del gruppo di Laser e Plasmi di Lisbona, in cui Giannandrea ha di recente conseguito il dottorato. |
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