Aggiornato il 30 Maggio 2022
La passione può muovere le montagne, ma in generale, può aprire le vie della conoscenza.
In Italia, gli enti del terzo settore, il cosiddetto no-profit, sono moltissimi. Non sono amministrazioni pubbliche e, non generando profitto, non rientrano nemmeno tra le imprese tradizionali, ma rivestono un ruolo importantissimo, sia per il tessuto sociale che per l’economia.
I dati dell’ultimo censimento ISTAT riportano oltre 360000 istituzioni no profit con una crescita costante (+52,8% dal 2011). E’ un settore talmente in evoluzione e fondamentale, che proprio in questi mesi è stato lanciato un grande censimento nazionale per tracciarne un quadro preciso in occasione degli investimenti del PNRR. Istruzione e ricerca sono tra i temi caldi: queste tematiche impegnano 14mila tra gli enti del settore e più di 128mila lavoratori che percepiscono uno stipendio da queste attività in Italia. Ma anche moltissimi volontari e appassionati, che quotidianamente e per la maggior parte gratuitamente, impegnano così il loro tempo libero e la loro passione.
Dopo la medicina, l’amore per il cielo e lo spazio la fanno da padrone: sono numerose e variegate le associazioni e gli enti no-profit che hanno la divulgazione e anche la ricerca in campo astrofisico nel loro statuto.
Per iniziare a tracciare un quadro delle realtà no-profit che lavorano nel settore dell’astronomia e della scienza, vi invitiamo a conoscere meglio AstronomiAmo, un’associazione con cui noi di EduINAF collaboriamo attivamente e che proprio in questi giorni sta organizzando il suo primo congresso nazionale. L’evento ha un format particolare, che riunisce per un’intera giornata a Roma, nei pressi della stazione Termini, personalità del mondo scientifico nazionale e internazionale, ma con il linguaggio semplice di una conferenza per i soci dell’associazione e più in generale per il pubblico. Per l’occasione, parliamo con Stefano Capretti, nel tempo libero socio fondatore e attuale presidente dell’associazione, nelle sue giornate lavorative, responsabile IT per una importante web-agency.
Iniziamo dal Congresso, Stefano. Si chiama L’Universo Oggi e si svolge nella giornata del 28 maggio. Ovviamente è a numero chiuso, ma è aperta al pubblico interessato. Non sono molte le associazioni che compiono lo sforzo di organizzare un proprio meeting annuale invitando il fior fiore della ricerca del settore. Raccontaci, come è nata questa idea.
L’idea alla base di L’Universo Oggi è nata l’anno scorso e ricalca lo scopo stesso dell’associazione, cioè creare un punto d’incontro tra professionisti e appassionati. Negli ultimi due anni, l’abbiamo fatto esclusivamente in streaming, con webinar e momenti di incontro online. Con molte di queste persone è nato un rapporto che va oltre alla semplice conoscenza e abbiamo pensato che, a questo punto, il terreno d’incontro dovesse diventare anche fisico. Sarà la prima occasione perchè i nostri soci iscritti da tutta Italia vengano a Roma a conoscersi, ma anche il primo anno in cui avranno modo di incontrare e ascoltare dal vivo i ricercatori, gli scienziati che negli ultimi due anni hanno imparato a conoscere online. La sfida sarà interrogarsi sugli argomenti più caldi dell’astrofisica di oggi ma con un linguaggio semplice e diretto.
Ad accompagnare il congresso, esponiamo una bella mostra di astrofotografia di Valeriano Antonini, anche lui, collaboratore di EduINAF. Lo dico con orgoglio: le fotografie di Valeriano meritano tantissimo. Magari i più meticolosi possono trovare qualche piccola imperfezione, rispetto ad altre foto del cielo ottenute con strumentazione molto più costosa, ma Valeriano è veramente un astrofotografo low-cost, che fa capire come, anche senza grandi budget, ma con la passione, la competenza e la pazienza si possano raggiungere risultati che reggono il confronto.
Riguardo ai temi caldi e al parterre d’eccellenza che sarà riunito nella sala del Congresso, vuoi raccontarci il fil rouge che legherà i vari argomenti?
Questo primo appuntamento l’abbiamo pensato con una impronta introduttiva, spaziando e introducendo gli argomenti più caldi della ricerca astrofisica attuale, dal Sistema Solare alla ricerca teorica fino allo studio dell’Universo. Per i prossimi anni, l’idea sarà quella di concentrare il discorso su un tema particolare.
Oggi, non potevamo che partire dall’attualità con la foto del buco nero al centro della nostra galassia presentata da Luciano Rezzolla. Parleremo poi di missioni spaziali e di esplorazione del nostro Sistema Solare con Andrea Accomazzo e di planetary defense con Ian Carnelli, entrambi dell’ESA. La gravità sarà al centro delle tematiche trattate con gli interventi di Luciano Iess, della Sapienza e di Pia Astone dell’INFN. Non mancheranno infine argomenti più universali, con i dubbi cosmologici sulla forma dell’Universo proposti da Andrea Ferrara della Scuola Normale Superiore di Pisa e Paolo Pani, che parlerà della nuova fisica.
Torniamo ad AstronomiAmo. Raccontaci come è nata l’associazione e come è cambiata negli ultimi anni.
Siamo nati il 2014 e all’inizio eravamo 13 soci fondatori, molto entusiasti. Poi nel tempo, è subentrata la “fatica” della vita di associazione. Perchè l’idea alla base di una associazione è faticosa, diciamocelo. L’idea è, e deve essere quella di mettersi a disposizione delle persone, spesso a discapito della propria passione nel fare le cose. Ricordo in particolare una giornata di una eclisse solare in cui siamo stati così occupati a mostrare al pubblico il cielo, che non abbiamo visto nemmeno un singolo scorcio dell’evento astronomico. Quindi, negli anni successivi la struttura dell’associazione è cambiata e oggi AstronomiAmo ha un consiglio che si è rinnovato ed è cambiato molto, con la partecipazione diretta di alcuni ricercatori.
Abbiamo a oggi più di 220 soci sparsi in tutta Italia. Per partecipare a tutte le attività proposte, i soci versano una quota annuale di 25 euro e con questi fondi facciamo tante cose. In particolare negli ultimi due anni in cui non abbiamo potuto organizzare attività in presenza, sono nate una serie di iniziative online.
Ecco, se ti chiedessi qual è la particolarità di AstronomiAmo, rispetto ad altre associazioni di astrofili o di comunicazione scientifica, cosa mi diresti?
Oltre alla particolarità dei temi trattati, che molto spesso toccano argomenti “nascosti” alla divulgazione, direi che la nostra peculiarità sia legata anche al fatto di avere al nostro interno competenze informatiche. E sappiamo bene che l’informatica si sposa con l’astronomia alla perfezione.
Il nostro sito ha iniziato ad avere successo per aver sviluppato internamente all’associazione una libreria di calcolo che permette di conoscere in tempo reale e in previsione le effemeridi dei vari oggetti celesti osservabili in cielo, quali satelliti sono stati lanciati, i passaggi della Stazione Spaziale Internazionale sopra la nostra testa. Tutte informazioni e mappe che fino a quel momento erano disponibili al pubblico solo in inglese e non centrate sul luogo geografico d’accesso del lettore.
Altre particolarità sono progetti specifici nati dalla collaborazione con altre realtà del mondo della ricerca. Come per esempio il monitor sferico low-cost per simulare i pianeti Planets in a room, nato con il nostro supporto dall’associazione SpeakScience e dal tuo Istituto, l’IAPS di Roma.
L’ultimo progetto nato di questo tipo si chiama Astrale ed è un kit low-cost per il monitoraggio delle meteore e dell’aria. E’ una camera all sky a basso costo con una serie di sensori, che permette la detection automatica di meteore e che, con un occhio al monitoraggio ambientale, misura anche la qualità dell’aria. Ha delle somiglianze con altri progetti (come Prisma dell’INAF) ma con alcune differenze: l’abbiamo pensato per produrre immagini da “amante del cielo” e per coinvolgere gli utilizzatori in un progetto di citizen science, chiedendo ai partecipanti di “fare loro il lavoro” identificando la probabile causa del fenomeno osservato. Nello spirito dell’associazione, per chi vuole collaborare al progetto, il kit viene realizzato da AstronomiAmo e spedito pagando solo il costo di produzione. Prima del covid, riuscivamo a spedire la camera con tutti i sensori necessari per un costo di circa 350 euro.
Ecco, da questi progetti che mi hai appena descritto emerge la vostra capacità di lavorare fianco a fianco con professionisti, ricercatori ed esperti. Persone che fanno parte di un mondo spesso diverso da quello del no-profit, non sempre disponibili alla collaborazione. Raccontami, è stato difficile guadagnarsi questa fiducia?
All’inizio ovviamente era più difficile perchè appena nati e senza alcun curriculum da presentare e abbiamo avuto bisogno di alcuni “apripista”.
Il primo è stato il professor Ferrara, che ricordo partecipò a uno starparty organizzato a Orciatico: la sua disponibilità fu veramente sorprendente. Credevamo che, essendo in forza a Pisa, vivesse lì vicino. Invece partì da Firenze, facendosi due ore di macchina per venire e due per tornare, solo per regalarci un bellissimo momento di divulgazione. Poi alcuni tra ricercatori e professionisti hanno accettato di partecipare alle nostre dirette. Con la serietà e la voglia di fare abbiamo conquistato la loro fiducia e molti hanno cominciato a dire sì alle nostre proposte. Nel primo anno di attività online forzata dovuta al covid abbiamo puntato a organizzare dei corsi di base, per una audience più ampia possibile di appassionati del cielo. Poi mano, mano, sono stati i ricercatori stessi a a spargere la voce e a proporci corsi più specializzati e di nicchia.
Ora è più facile, anche proprio per la presenza di professionisti come Ivan Delvecchio, dell’INAF, nel nostro Consiglio Direttivo, abbiamo una lista di circa 140 persone che hanno fatto lezione e tenuto webinar per un totale di diverse migliaia di ore registrate. Abbiamo trovato una collaborazione e una disponibilità totale e questo devo dire che è l’aspetto principale che ci ha rincuorato e dato maggiore spinta. Nel nostro piccolo, vorrei rubare le parole di Newton e dire che facciamo le cose che facciamo, solo perchè siamo sulle spalle dei giganti.
Stefano, vorrei finire con un consiglio. Cosa diresti a un giovane per avvicinarlo alla scienza, per invogliarlo a scegliere una materia scientifica come lavoro futuro, ma anche solo per appassionarlo al cielo.
Gli direi di uscire sotto le stelle con una bella mappa del cielo e un bel binocolo. Astronomia è stare sotto il cielo, riconoscere le costellazioni.
Proprio per questo, appena possibile riprenderemo a portare le persone a osservare le stelle nelle nostre serate. Però, puntando sempre di più sulla qualità che sulla quantità . Guardare il cielo è un’attività che bisogna fare con calma e silenzio, in compagnia di poche persone, veramente interessate.
E poi, gli direi di rimanere legati agli anni ’90. E leggere. Non basarsi solo sulle pagine social, sulle immagini, sulla comunicazione veloce e d’impatto dei nostri tempi. Per esempio, per capire cosa c’era dietro l’immagine del buco nero riportata su tutti i media in tempo record, ho trovato importantissimo l’ultimo libro del prof Rezzolla, “L’irresistiblie attrazione della gravità “.
Insomma, il mio consiglio è fermarsi e leggere i libri, quelli che vanno letti. Cioè quelli scritti da chi si occupa di scienza, da chi la scienza la fa e sa anche come raccontarla in prima persona.
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