Insegnare l'astronomia Giornale di Astronomia

Esperienze didattiche nel corso di laurea in Astronomia di Bologna

Corrado Bartolini ci racconta la sua esperienza come docente del corso di Astronomia presso l'Università di Bologna, in particolare l'utilizzo a scopo didattico di presentazioni Power Point.

Aggiornato il 13 Marzo 2019

C’è chi, pur appassionandosi alla disciplina di cui si occupa, esclude decisamente la possibilità di poterla insegnare, c’è chi, invece, si sente realizzato se può trasmettere anche agli altri, soprattutto ai giovani, la passione per quello che personalmente ha approfondito e interiorizzato. Seneca, ad esempio, in Epistulae ad Lucilium (6,4) scrive:

Né alcuna conoscenza potrà mai riuscirmi gradita, per quanto essa sia elevata e giovevole, se dovrò possederla per me solo.(1)Nec me ulla res delectabit, licet sit eximia et salu-taris, quam mihi uni sciturus sum

Durante 42 anni di insegnamento universitario nei corsi di Astronomia, Fisica dei pianeti e Astrobiologia, forte del principio enunciato da Seneca, mi sono sforzato di rendere chiara e fruttuosa la mia parola. Ho cominciato col rendere i miei studenti protagonisti essi stessi del loro lavoro, prendendo le mosse da Francesco de Bartolomeis (La ricerca come antipedagogia, Feltrinelli, 1969).

Credo sia utile additare ai miei colleghi questa strada, dove incontreranno sempre cose nuove frutto di sempre nuove scoperte e arricchimenti.
Per l’insegnamento di Astronomia non ho applicato il metodo della ricerca di gruppo a tutto il corso, ma solo ad un’ampia sezione (circa un quinto del programma) che può essere divisa in argomenti tra loro distinti. Trattando ad esempio il Sistema solare, ho assegnato a ciascun gruppo un pianeta oppure, spiegando le stelle doppie, le ho divise in quattro gruppi: visuali, spettroscopiche, fotometriche e binarie X.
Nei primi anni, i testi elaborati dai gruppi non erano corredati da immagini. Quando in Internet cominciarono ad essere pubblicati articoli ricchi di illustrazioni, gli studenti hanno inserito con piacere nei loro lavori le figure più significative e i file si sono trasformati in presentazioni mediante Power-Point (ppt).
Nella mia esperienza, per scrivere un ppt in gruppo ho seguito il seguente schema:

  • far scegliere agli studenti fra vari temi da approfondire;
  • formare così gruppi spontanei con a capo un responsabile (sarebbe ideale che nel gruppo figurassero ragazzi dotati di varie competenze: chi conosce le lingue straniere, chi è esperto nella grafica, chi è un abile informatico);
  • fornire ad ogni gruppo una bibliografia preliminare; il gruppo penserà poi per conto suo a trovare altro materiale (libri, riviste, animazioni, colloqui con esperti, Wikipedia);
  • aiutare a scegliere il materiale utile al ppt, dividendolo poi per argomenti;
  • ordinare gli argomenti secondo un filo logico;
  • elaborare le diapositive in modo chiaro (non più di 7 righe per diapositiva, caratteri grandi) e sintetico (fare schemi, evitare ripetizioni);
  • discutere la versione iniziale all’interno del gruppo e successivamente con tutti gli studenti: un videoproiettore consente a tutti di vedere simultaneamente un testo, discuterlo e proporre dei miglioramenti;
  • concludere aggiungendo la bibliografia (compresa quella su Internet).

Il concetto fondamentale è che “il contributo di ciascuno è una ricchezza per tutti.
Ripetendo il lavoro in anni successivi, i ppt vengono sempre migliorati e aggiornati, soprattutto quando nuove ricerche hanno ampliato le conoscenze di un argomento; perciò essi non sono cristallizzati in una forma definitiva, ma sono qualcosa di vivo in continua evoluzione. A mio parere, lo scopo dell’insegnamento è perfettamente raggiunto quando l’allievo, dopo aver acquisito una padronanza sicura della materia, riesce anche ad esprimere la propria fantasia, a volte perfino con qualche spunto poetico.
La possibilità di scrivere qualcosa di originale, è molto piaciuta agli studenti. Alcuni, che dopo la laurea sono divenuti insegnanti di scuola media superiore, mi hanno detto di aver applicato con successo il metodo alle loro classi.
Un importante pregio del metodo è quello di addestrare i giovani a lavorare in gruppo, come è sempre più richiesto nella vita moderna.
Riconosco infine di avere molto imparato dai miei studenti, in una relazione circolare di insegnamento-apprendimento: ad esempio una studentessa, notando che il pianeta Mercurio ha un’orbita molto eccentrica e sulla sua superficie vi sono enormi crateri dovuti all’impatto di asteroidi, ha suggerito che i due fatti potessero essere collegati. Per approfondire l’argomento ho proposto una tesi di laurea in Astronomia, che è stata approvata dalla commissione col massimo dei voti. Questo fatto conferma quanto scrive Seneca in Epistulae ad Lucilium (7,8):

Gli uomini, mentre insegnano, imparano.(2)Homines dum docent discunt

La figura, composta dai miei studenti, è la copertina del lavoro da loro svolto sulle stelle doppie; la sua esecuzione mediante un computer ZX Spectrum della Sinclair permette di datarla agli anni Ottanta e alcuni dei nomi che compaiono sono di astronomi oggi affermati.
Essa dice che loro hanno gioito per le mie lezioni e che io ho gioito per il mio mestiere.

Con l’autorizzazione della direzione del Giornale di Astronomia; copyright by SAIt e Fabrizio Serra Editore, Pisa-Roma

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1 Nec me ulla res delectabit, licet sit eximia et salu-taris, quam mihi uni sciturus sum
2 Homines dum docent discunt

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Corrado Bartolini Avatar Corrado Bartolini

Attualmente in pensione, è stato professore associato presso il Dipartimento di Astronomia dell'Università di Bologna

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