La nostra stella, come direbbe Dante Alighieri che abbiamo festeggiato proprio l’anno scorso, si trova nel mezzo del cammin di una vita che, almeno secondo le nostre stime, nel complesso dovrebbe durare 10 miliardi di anni.
Dista dalla Terra 147098074 km. Da questa distanza gli astronomi hanno definito una nuova unità di misura, l’Unità Astronomica, e il valore 1 è stato assegnato proprio ai chilometri che mediamente ci separano dal Sole. Questo percorso viene coperto dai fotoni in un tempo di all’incirca 8 minuti, per cui il Sole che vediamo nel cielo (con le dovute protezioni) è vecchio di 8 minuti.
I fotoni, invece, sono ancora più vecchi, visto che, una volta prodotti all’interno del nucleo, impiegano qualche migliaio di anni per attraversare tutto lo spessore che li separa dalla superficie. Il percorso che devono compiere è ben maggiore rispetto ai circa \(7 * 10^8\) metri del raggio solare ed è particolarmente tortuoso, questo per via delle numerose interazioni che i fotoni hanno con i nuclei atomici e le altre particelle che costituiscono il Sole. Abbiamo un’idea di questo grazie alla meccanica quantistica, che venne utilizzata per la prima volta per descrivere le stelle dall’astronoma Cecilia Helena Payne nel 1925 all’interno della sua tesi di dottorato.
Le altre stelle
Allontaniamoci ora dal Sole e volgiamo lo sguardo verso le altre stelle. Queste animano il cielo che, tempo permettendo, possiamo ammirare ogni notte. Per noi che le osserviamo dalla superficie della Terra, le stelle sono dei puntini luminosi, lontani e misteriosi, ma anche molto affascinanti. I nostri antenati, infatti, iniziarono a usare le stelle per raccontare delle storie. Magari erano storie di caccia, un po’ come sembra sia avvenuto con i graffiti delle grotte di Lescaux, ma poi hanno iniziato a rappresentare le loro divinità , come avvenuto con la cosmogonia babilonese, o le loro storie mitiche, come con gli antichi greci, che presero la tradizione babilonese, la fecero propria e vi inserirono le loro storie divine.
Esempio di questo passaggio di consegne è la piccola costellazione del Triangolo. Le sue stelle, insieme con Gamma Andromedae nella costellazione di Andromeda, costituivano la costellazione babilonese dell’Aratro, quella che apre questo antico catalogo stellare.
Per i babilonesi questo gruppo di stelle aveva una particolare importanza: il suo sorgere nel cielo, a febbraio, segnava l’inizio dell’aratura primaverile.
Gli antichi greci chiamarono questa costellazione Deltoton, poichè la sua forma ricordava la lettera Delta.
Eratostene la associò alla foce del Nilo, mentre il romano Igino alla Sicilia, che a causa della sua forma era nota anche come Trinacria.
Dal punto di vista astronomico, l’oggetto più celebre all’interno della costellazione è M33, galassia a spirale nota anche come Galassia del Triangolo. Fa parte del nostro Gruppo Locale, il gruppo di galassie gravitazionalmente legate. Più vicina alla Galassia di Andromeda che non alla Via Lattea, dista da noi all’incirca 2.59 milioni di anni luce.
Le costellazioni del cielo serale
Arriviamo, ora, al cuore del cielo del mese: le costellazioni che vedremo nel corso delle notti invernali di gennaio (il testo che segue, modificato e in parte integrato, è tratto da it.wiki).
Il cielo di gennaio è dominato dalla grande figura di Orione, dalla stella Sirio e dall’asterismo del Triangolo Invernale.
Orione è in assoluto la protagonista del cielo: la sua caratteristica forma a clessidra, le tre stelle allineate della Cintura e la sua posizione a cavallo dell’equatore celeste ne fanno il punto di riferimento per gli osservatori del cielo di tutto il mondo.
Prolungando in direzione sud-est la linea tracciata dalle tre stelle della Cintura si giunge a Sirio, la stella più luminosa dell’intera volta celeste; questa stella, assieme a Betelgeuse e Procione, un astro notevole nella costellazione del Cane Minore, costituisce il Triangolo Invernale.
Quest’ultima non è una vera e propria costellazione, o almeno non una delle 88 costellazioni moderne, ma un asterismo, in generale un gruppo di stelle che spicca rispetto al resto a causa di una particolare conformazione geometrica, come per esempio proprio quella di un triangolo. Gli asterismi sono generalmente un sottogruppo all’interno di una costellazione più grande, come la Cintura in Orione, oppure sono costituiti da stelle appartenenti a costellazioni vicine, come nel Triangolo Invernale. Sirio, infatti, appartiene al Cane Maggiore, Procione al Cane Minore e Betelgeuse a Orione.
A sud di Sirio, il corpo del Cane Maggiore è segnato da una catena di stelle che prosegue verso sud-est, terminando in un triangolo. Più a sud, la parte posteriore dell’antica Nave Argo, la Poppa, è ricchissima di ammassi aperti.
A nord del Triangolo Invernale si evidenzia bene la costellazione dei Gemelli, le cui stelle sono disposte secondo un rettangolo inclinato verso nord-est, quasi a voler "sfuggire" dal gruppo di stelle di Orione. Ad nord-ovest di quest’ultimo, in alto nel cielo, si estendono il Toro e l’Auriga.
A est, la brillante stella Arturo inizia a mostrarsi, rasente l’orizzonte col suo colore rossastro, che i bassi strati atmosferici fanno virare sul giallo-arancio; sale inoltre la figura del Leone, di forma trapezoidale, con la brillante Regolo sulla parte sud-ovest. Il campo a sud-est appare invece privo di stelle, in direzione della grandissima Idra e di altre costellazioni minute.
In direzione nord, il Grande Carro inizia a elevarsi sull’orizzonte, disponendosi quasi verticalmente, mentre al suo crescere segue, dalla parte opposta alla Stella Polare, il declino di Cassiopea. Cefeo raggiunge invece il punto più basso sull’orizzonte settentrionale, ma senza tramontare.
Verso ovest, la tortuosa costellazione di Eridano declina sempre più sull’orizzonte, lasciando a ovest di Orione un’area priva di stelle appariscenti.
Sciami meteorici
I principali sciami meteorici che caratterizzano il mese di gennaio sono (dati via International Meteor Organization):
- Quadrantidi, visibili dal 28 dicembre al 12 gennaio, con picco previsto intorno al 3 gennaio
- Gamma-Ursae Minorids, visibili dal 10 al 22 gennaio, con picco previsto intorno al 18 gennaio
Fasi lunari
Di seguito le principali fasi lunari del mese di gennaio. Si segnala che la luna nuova del 2 gennaio è anche detta Super Luna Nuova.
I pianeti
All’inizio del mese i pianeti più facilmente osservabili sono Venere, che sorge alle 8:10 e tramonta alle 17:55, Giove (10:19 – 20:55), Marte (5:37 – 14:48), Saturno (9:29 – 19:18), Urano (13:02 – 02:55), mentre Mercurio (08:53 – 18:10) e Nettuno (11:07 – 22:37) sono molto più difficili da vedere a causa della loro posizione bassa sull’orizzonte.
Nel corso del mese migliorerà la visibilità di Venere, mentre anche Saturno e Urano diventeranno sempre più difficili da osservare.
Gli orari indicati nel testo precedente sono stati ricavati da timeanddate con Roma come località .
La Stazione Spaziale Internazionale
Utilizzando il sito Heavens Above con Roma come posizione geografica ho selezionato alcuni dei passaggi più lunghi della Stazione Spaziale Internazionale sopra i nostri cieli. Sulle mappe oltre alla traiettoria prevista sono anche indicati gli orari di passaggio:
Passaggio del 2 gennaio
Passaggio del 6 gennaio
Passaggio del 19 gennaio
Passaggio del 27 gennaio
Infine vi propongo il passaggio del 21 gennaio, in cui la striscia lasciata in cielo dalla Stazione Spaziale dovrebbe risultare più luminosa. In questo caso, però, il tempo di attraversamento della volta celeste risulta particolarmente breve:
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