Aggiornato il 29 Ottobre 2018
Nella mia avventura di volontario di Servizio Civile Nazionale, pensavo che mi sarei sempre occupato di divulgazione scientifica, meteorologia o di astronomia. Non avrei mai immaginato che a questo progetto avrei invece potuto contribuire anche con un’altra mia abilità !
Io amo suonare il clarinetto e faccio parte della banda musicale Santa Cecilia di Capaci, paese limitrofo a quello in cui vivo. Nel momento in cui decidevamo i ruoli di ognuno dei divulgatori, degli astronomi e dei volontari di SCN per un evento divulgativo speciale, dedicato alla figura dell’astronomo Padre Angelo Secchi, padre dell’astrofisica in Italia, mi sono proposto, anche un po’ per scherzo, per accompagnare la passeggiata con dei pezzi al clarinetto.
E così, il 21 aprile mi sono trovato realmente a suonare brani e tarantelle dell’Ottocento col mio strumento, mentre accompagnavo una cinquantina di persone durante la passeggiata astronomica a Palermo sulle orme di Secchi.
All’avvicinarsi della data, mi sentivo eccitato ma anche impaurito al pensiero che mi sarei ritrovato a suonare da solista dei brani un poco ostici, davanti a molte persone. Poi, man mano che facevamo le prove, ho iniziato a prendere sicurezza, incoraggiato e sostenuto dai complimenti dei miei colleghi: ero sempre più entusiasta del progetto. Ed ecco il 21 aprile, il giorno della passeggiata.
Alle ore 10.00 nella Chiesa di Sant’Elena e Costantino ho iniziato ad accogliere i partecipanti all’evento a suon di tarantelle. àˆ stato emozionante, anche se all’inizio ho dovuto controllare un po’ ansia, come ogni persona di spettacolo! Ma nel corso della passeggiata mi sono sciolto e rassicurato: anche mentre suonavo mi sentivo una vera guida per la gente, che infatti seguiva il suono del mio strumento lungo il percorso. Inoltre aprivo e chiudevo con dei veri e propri stacchetti musicali le parti recitate per sottolinearle, regalando così all’evento una sorta di armonia e di continuità che ha fatto sì che la gente potesse immergersi in un’atmosfera di fine Ottocento.
La mia più grande soddisfazione? Proprio i commenti e i complimenti della gente; mi sentivo felice!
Che dire?! Questi sono i “fuori programma” che mi piacciono!
Add Comment