Scoperte

Due o tre cose sul passaggio della cometa Lemmon

La cometa Lemmon è protagonista di queste sere d'autunno: potremo osservarla ancora per poco, con un piccolo binocolo, fino a metà novembre.
Cometa Lemmon Stellarium
La posizione nel cielo della cometa Lemmon – realizzata con Stellarium
Quando si parla di comete, si parla di oggetti di grande fascino: visitatori del Sistema Solare interno provenienti dalla remota Nube di Oort, una vasta regione popolata da corpi ghiacciati che circonda il Sistema Solare a distanze superiori a 20000 Unità Astronomiche (UA, dove 1 UA corrisponde alla distanza media tra la Terra e il Sole, pari a circa 150 milioni di chilometri).
Talvolta si tratta di passaggi unici, eventi che accadono una sola volta e che terminano con la distruzione della cometa quando si avvicina troppo al Sole. In altri casi, la cometa è dinamicamente nuova: ciò significa che il semiasse maggiore originale della sua orbita è superiore a 10000 UA, corrispondente a periodi orbitali originari estremamente lunghi. Altre ancora sono comete periodiche, che tornano regolarmente a visitare il Sistema Solare interno.
Il grande interesse scientifico per le comete dinamicamente nuove è evidente: provenendo da una regione ricca di antichissimo materiale, residuo del disco protoplanetario che orbitava attorno al Sole 4.5 miliardi di anni fa, esse sono testimoni dirette delle fasi più remote della formazione del Sistema Solare.
Ed è proprio una cometa di lungo periodo a essersi resa protagonista di queste notti autunnali: C/2025 A6 (Lemmon). Scoperta il 3 gennaio 2025 dai telescopi della Mount Lemmon Survey, è stata successivamente identificata anche in immagini ottenute nel 2024 nell’ambito della campagna osservativa Pan-STARRS.
La cometa si è rivelata fin da subito un oggetto spettacolare. Il suo nucleo, infatti, è altamente attivo, circondato da una grande chioma di colore verdastro da cui si diparte una coda strutturata, lunga oggi circa un grado nel cielo. Grazie a questa intensa attività, la sua luminosità è aumentata sensibilmente, raggiungendo attualmente una magnitudine apparente di 4.2. Dopo aver toccato una distanza minima di 0.6 UA dalla Terra la notte del 21 ottobre, ora si trova a circa 0.72 UA, allontanandosi rapidamente dal nostro pianeta.
In seguito a questo suo passaggio attraverso il Sistema Solare interno, il suo periodo orbitale si è ridotto a circa 1150 anni, un intervallo comunque troppo lungo per permetterci di assistere al suo prossimo ritorno.

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Scritto da

Eduinaf Avatar Autori Mario Giuseppe Guarcello

INAF di Palermo - Investigatore Principale del progetto -Testing Protoplanetary Disk Evolution and Brown Dwarf Formation in Starburst: NIRCam and MIRI Observations of the Young Cluster Westerlund 1- basato su quasi 20 ore di osservazioni di JWST con gli strumenti MIRI e NIRCAM

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