Insegnare l'astronomia

Formare al futuro, partendo dallo Spazio

Sogni un futuro in campo spaziale? Per l'apertura del nuovo ciclo del Dottorato Nazionale in Space Science and Technology (SST PhD), intervistiamo il Coordinatore nazionale Roberto Battiston in occasione dei Dottorato Days di Palermo.

Non si finisce mai di imparare. È una frase che potrebbe suonare come un proverbio, ma che per chi lavora nella scienza è quasi un principio fondante. Tra le forme più alte di formazione continua ci sono proprio loro: i dottorati di ricerca, percorsi avanzati post-laurea della durata di tre anni che permettono di acquisire competenze specialistiche, lavorare a progetti innovativi, contribuire alla produzione di nuova conoscenza.
Negli ultimi anni, grazie anche al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Italia ha avviato un’importante riforma di questi percorsi, istituendo i Dottorati di Interesse Nazionale (DiN). A differenza dei dottorati “classici”, nati e incardinati in un solo ateneo, i DiN sono programmi inter-universitari, realizzati da consorzi di università e centri di ricerca, spesso con il coinvolgimento di enti pubblici e aziende. Tematicamente trasversali, interdisciplinari, orientati a sfide strategiche – come l’intelligenza artificiale, la transizione ecologica, la cybersicurezza – i DiN rappresentano una nuova frontiera della formazione dottorale italiana. Un progetto ambizioso che potrebbe essere messo a rischio dalla fine del PNRR prevista per il 2026.
Tra i DiN istituiti in questi anni, uno dei più ambiziosi è il Dottorato Nazionale in Space Science and Technology (SST), che unisce oltre trenta istituzioni italiane intorno a un obiettivo comune: formare una nuova generazione di esperti del settore spaziale, capaci di operare tra ricerca, innovazione e applicazioni industriali.
A guidarlo è il fisico Roberto Battiston, già presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, oggi professore all’Università di Trento e Coordinatore del Dottorato. In occasione dell’apertura del nuovo bando per il ciclo 2025 (aperto fino al 16 luglio e consultabile sul sito dell’Università di Trento), lo abbiamo intervistato durante l’evento nazionale del Dottorato, i Dottorato Days, che si sono tenuti a Palermo dal 19 al 21 giugno 2025 (il sito della manifestazione).

2025 Sst Battiston
Il discorso di presentazione di Roberto Battiston, Coordinatore del Dottorato.

Professore Battiston, innanzitutto ci spieghi le particolarità del DiN in Space Science and Technology coordinato dall’Università di Trento, ma in cui anche INAF gioca un ruolo fondamentale.
Il Dottorato SST si distingue per la struttura federata che mette insieme più di trenta tra atenei e istituzioni di ricerca, come INAF, INFN, ASI, INGV, CNR. Il Dottorato SST ha anche una forte identità scientifica, con un programma interdisciplinare che spazia dall’astrofisica all’ingegneria dei satelliti, dalle telecomunicazioni all’osservazione della Terra, fino al neonato settore della Space Diplomacy. Anche le aziende sono partner fondamentali. Partecipano con borse cofinanziate, offrono opportunità di stage e, in futuro — lo stiamo vedendo in questi giorni a Palermo — potrebbero assumere direttamente alcuni dei nostri dottorandi. È una vera rete nazionale della ricerca applicata allo spazio.
Dal punto di vista dei numeri, nei primi tre cicli abbiamo ricevuto oltre 400 domande di ammissione e ammesso 139 dottorandi, con un tasso di successo di circa un terzo. Più di un candidato su tre proviene dall’estero, una percentuale in costante crescita. Finora, in totale, sono state finanziate 132 borse di studio. Al 41° ciclo, di cui è stato appena pubblicato il bando, saranno ammessi 42 nuovi dottorandi.
I progetti sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e coprono un ampio spettro di tematiche: dall’astrofisica all’ingegneria, dall’intelligenza artificiale allo studio del nostro pianeta, passando per la Space Diplomacy. I percorsi prevedono tutti un periodo di sei mesi all’estero (cosa non obbligatoria per altri dottorati), puntando a progetti di ricerca di valore internazionale, ma anche sullo sviluppo delle cosiddette soft skills, come le capacità di networking, di adattamento e collaborazione.
È un programma altamente selettivo, ma con un impatto concreto in termini di formazione avanzata e preparazione al mondo della ricerca e dell’industria. Per questo abbiamo scelto un formato agile ma rigoroso, con attività formative online e momenti di incontro in presenza: i National PhD SST Days.

Il motivo per cui siamo riuniti qui a Palermo. Ci spiega esattamente cosa sono i Dottorato Days e perché sono così importanti?
Sono il cuore pulsante del nostro programma: un evento annuale in cui si incontrano dottorandi, docenti, esperti e rappresentanti del mondo industriale. Quest’anno partecipano in presenza una ottantina dei dottorandi iscritti ai primi tre cicli di questo percorso. Una quarantina di loro discuterà la propria tesi a breve, finendo il percorso e sarà presto pronta ad entrare nel mondo del lavoro.
Dopo le edizioni precedenti che si sono svolte a L’Aquila e a Trento, l’edizione 2025 è co-organizzata con l’Università di Palermo e l’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo, con incontri ospitati presso il prestigioso Palazzo dei Normanni e l’Aula Magna di Ingegneria.
Durante i Dottorato Days , i dottorandi presentano l’avanzamento delle loro ricerche, si confrontano tra loro, seguono seminari e tavole rotonde con esperti del settore e — novità di quest’anno — sostengono colloqui individuali con aziende come Leonardo, Thales Alenia Space Italia, Telespazio, Avio, Officina Stellare, Blue Skies Space, Egeos. Saranno inoltre presentate le opportunità rappresentate dal progetto SpaceItUp, la partnership strategica che promuove l’innovazione e lo sviluppo tecnologico nel settore spaziale, e il nascente Distretto Aerospaziale della Sicilia, il polo tecnologico aerospaziale che promuoverà la collaborazione tra enti di ricerca, università e aziende.
Il programma include anche una visita a diversi laboratori INAF, tra cui quelli dedicati allo sviluppo di rivelatori a raggi X, all’astrobiologia e all’astrochimica, e altre fondamentali infrastrutture a supporto delle attività sperimentali e teoriche dell’Istituto.
Infine, i Dottorato Days si concludono con una visita al Centro Internazionale per le Scienze Astronomiche GAL Hassin, situato a Isnello, nel cuore delle Madonie: un importante centro di didattica e divulgazione, ma anche di ricerca, che presto ospiterà il telescopio dell’ESA Flyeye.

2025 Sst Visita Ai Laboratori
Un momento della visita ai laboratori INAF.

Insomma, un’importante occasione per mettere in contatto diretto la formazione avanzata con il mondo del lavoro. Questa sembra essere una delle caratteristiche fondanti voluta dal Ministero con l’istituzione dei Dottorati di Interesse Nazionale. Ce ne parla?
Lo scorso anno, per il 40° ciclo, sono stati attivati 44 DiN, molti dei quali grazie ai cospicui finanziamenti del PNRR, che ha previsto ingenti risorse per l’estensione del numero di dottorati di ricerca, in particolare quelli innovativi e dedicati a tematiche strategiche come la transizione digitale, la transizione ecologica, l’I.A., il patrimonio culturale.
L’importanza dei DiN per la ricerca italiana è ampiamente riconosciuta. Sono visti come uno strumento fondamentale per la collaborazione tra atenei e centri di ricerca, per affrontare sfide complesse e per formare professionisti altamente qualificati.
Eppure, esiste un rischio importante per il futuro di questa iniziativa, visto che il PNRR ha una scadenza ben definita entro il 2026.
Al momento, per il 41° ciclo, contro i 44 del ciclo precedente, sono stati presentati 20 DiN, oltre a una decina in forma associata.
Questo calo indica che, senza risorse dedicate, questi percorsi rischiano di non essere sostenibili. Eppure, rappresentano un’infrastruttura strategica per l’Italia, che va salvaguardata.

Effettivamente, per chi sogna un futuro nel mondo della ricerca pubblica o privata, i percorsi di dottorato rappresentano una ottima opportunità di entrare nel mondo del lavoro. Direi che questo è vero in particolare nel settore spaziale, a cui il percorso SST introduce.
Infatti, il settore spaziale è in piena espansione. I dati parlano chiaro: con una Space Economy globale stimata in oltre 1.800 miliardi di dollari entro il 2035, l’Italia si posiziona come il secondo Paese in Europa per investimenti spaziali in rapporto al PIL.
Nel nostro Paese sono previsti investimenti fino a 7,3 miliardi di euro fino al 2026 per lo sviluppo della Space Economy, con il PNRR che contribuisce in modo rilevante a questi investimenti, e una filiera completa che va dall’accesso allo spazio fino ai servizi per imprese, ricerca e cittadini.
Questo comparto in Italia coinvolge circa 300 aziende e 7.000 addetti, con una crescita costante. Inoltre, l’interesse per la Space Economy si sta espandendo anche oltre il settore tradizionale: oggi la maggioranza delle aziende italiane non direttamente nel settore spaziale ha sentito parlare di Space Economy, e circa un quinto di loro sta cercando di capirne l’impatto sul proprio business.
Il nostro obiettivo è stato dall’inizio quello di formare professionisti con competenze varie e interdisciplinari in analisi dati, programmazione, progettazione aerospaziale… profili che oggi sono molto ricercati, e lo saranno sempre di più.
La scommessa è ambiziosa: essendo al suo terzo anno di attività, il 2025 vedrà uscire i primi dottorandi diplomati del percorso SST. Sarà l’occasione per verificare se queste alte aspettative saranno raggiunte.

2025 Sst Partecipanti
I partecipanti all’edizione 2025 degli SST Dottorato Days.

A Palermo si parlerà anche di territorio. In particolare, che ruolo hanno in questa rete nazionale la Sicilia e il Trentino, entrambe regioni a statuto speciale?
Importantissimo. Lo testimoniano le importanti istituzioni del settore tra università ed enti di ricerca che hanno sede in queste due regioni. Non è un caso, inoltre, che la Sicilia sia sede del Distretto Aerospaziale, con una rete in crescita che coinvolgerà università, centri di ricerca, aziende e startup.
Nell’evento non poteva mancare inoltre una visita al Centro GAL Hassin, nel Parco delle Madonie, dove sarà a breve installato Flyeye, il nuovo e innovativo telescopio dell’ESA cacciatore di asteroidi, progettato dall’attuale Presidente INAF Roberto Ragazzoni.
Anche il Trentino ha un ruolo di grande importanza nel percorso. L’Università di Trento, capofila e coordinatrice del Dottorato, è parte della collaborazione CSES-Limadou con la Cina, un satellite lanciato qualche giorno fa per il monitoraggio dei terremoti dallo spazio. Alcuni nostri dottorandi stanno già lavorando a questo progetto in collaborazione con Trento, Cosenza e L’Aquila. Inoltre, il Trentino coordina progetti di fondamentale importanza nel panorama spaziale e ospita professori di riferimento come il Prof. Erasmo Carrera, presidente del partenariato esteso SpaceItUp.

In conclusione, perché è importante continuare a investire in percorsi come questo?
Perché lo spazio non è solo scienza: è strategia, economia, innovazione. Se vogliamo che l’Italia continui a essere un attore di primo piano, dobbiamo investire nella formazione avanzata.
Il Dottorato SST è un laboratorio di futuro: unisce ricerca, industria, territori e internazionalizzazione. È questo il tipo di infrastruttura culturale e scientifica di cui abbiamo bisogno per affrontare le sfide che ci aspettano in un mondo difficile come quello attuale.

Per maggiori info: consulta il sito del dottorato.

Add Comment

Click here to post a comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Scritto da

Livia Giacomini Livia Giacomini

Direttore di EduINAF, il magazine di didattica e divulgazione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Categorie