Aggiornato il 29 Marzo 2024
Costellazione zodiacale compresa tra l’Acquario e l’Ariete, i Pesci sono piuttosto deboli: la stella più luminosa, Eta Piscium, giallo-arancio detta Alpherg o Kullat, ha una magnitudine apparente di solo 3.6.
Alrisha, o Alpha Piscium, stella bianca di magnitudine 3.82, è il punto che tiene uniti i due pesci: non a caso il suo nome vuol dire “il nodo”.
Interessante anche Omega Piscium, stella di colore perlaceo nota anche come Vernalis. Anche il questo caso il nome indica una caratteristica particolare della stella: il punto vernale o equinozio (il punto in cui l’eclittica attraversa l’equatore celeste andando verso nord) si trova ad appena 8° a sud di Omega Piscium.
La maggior parte della costellazione, infine, si trova nell’emisfero nord, facendo sì che da queste latitudini i Pesci siano sostanzialmente osservabili da agosto fino a marzo.
Oggetti celesti più importanti
Sono poche le galassie visibili all’interno dei Pesci. La più visibile di tutte è M74, una debole galassia a spirale dalle dimensioni simili alla nostra ma distante 30 milioni di anni luce; è proprio la sua grande distanza a renderla apparentemente così poco luminosa.Mito
Quella dei Pesci è una costellazione di derivazione babilonese. Essa risulta l’unione delle due costellazioni di Å inunutu4, “la grande rondine“, che divenne il Pesce occidentale, e di Anunitum, la Signora del Cielo, il Pesce settentrionale. Una parte della costellazione era anche chiamata “la corda o il nastro del pesce“, da cui evidentemente la trasposizione nella Grecia Antica di una coppia di pesci legati uno all’altro da una corda. Il significato di quest’ultima, però, andò perso, tanto che nel mito principale legato alla costellazione non è presente.
I pesci, infatti, vengono per lo più identificato con Afrodite e il figlio Eros, che si gettarono nelle acque dell’Eufrate (indizio che fa risalire la costellazione ai babilonesi) tramutandosi istantaneamente in pesci per sfuggire all’ira vendicativa del mostro Tefeo. Era stato aizzato contro gli dei dalla madre, Gea, come gesto di vendetta per la loro vittoria su Giganti e Titani. Durante l’attacco di Tefeo, Pan fu il primo a vedere il mostro avvicinarsi: a quel punto avvisò gli altri dei, per poi gettarsi nel fiume trasformandosi in un pesce-capra, ovvero nella costellazione dei Capricorno, anch’essa di derivazione babilonese.