Autunno Inverno Nord

Ariete

Aggiornato il 17 Marzo 2022

Descrizione

La costellazione zodiacale dell’Ariete, compresa tra i Pesci e il Toro, che diventa visibile a fine autunno (settembre) risulta ben visibile per tutto l’autunno e l’inverno, fino a marzo, mentre risulta visibile solo tra ottobre e dicembre nell’emisfero australe.
Ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’astronomia, poichè il così detto Primo Punto d’Ariete era il punto corrispondente all’equinozio di primavera, che a causa della precessione degli equinozi si trova attualmente nella costellazione dei Gemelli.

Oggetti celesti più importanti

La costellazione non presenta molti oggetti interessanti, peraltro tutti scarsamente visibili, a parte le poche stelle che costituiscono la costellazione stessa.
Alpha Arietis, detta Hamal, è la stella più luminosa della costellazione con una magnitudine di 2.01. Dal colore arancione vivo, dista all’incirca 60 anni luce dalla Terra.
Quindi Sheratan (Beta Arietis), stella bianca di magnitudine 2.64 e Mesarthim (Gamma Arietis), una stella doppia bianco-azzurra di magnitudine 3.88.
E infine Bharani (41 Arietis), stella azzurra di magnitudine 3.88 che nel XVII secolo era, invece, parte della costellazione della Mosca Boreale, un gruppo di stelle scorporato dall’Ariete e ora nuovamente inglobato dentro la costellazione.

Mito

Anche l’Ariete è una costellazione di derivazione babilonese. Era l’ultima stazione zodiacale lungo l’eclittica e le Pleiadi, che si trovano al confine tra il Toro e l’Ariete, erano indicate come il punto vernale, ovvero il punto che identifica l’equinozio di primavera. All’interno della tradizione astronomica babilonese l’Ariete sembra fosse all’inizio identificato con il “lavoratore agricolo” e solo successivamente associato all’ariete.
Presso gli antichi egizi, quando il punto vernale si spostò nella costellazione, l’Ariete venne associato al dio Amon-Ra, rappresentato come un uomo con la testa di ariete, simbolo di fertilità  e creatività . La costellazione era anche chiamata come l’Indicatore della rinascita del Sole.
Nella mitologia greca, invece, la costellazione è associata al mito del vello d’oro. La storia, come al solito, nasce per questioni d’amore: all’epoca dei fatti i regnanti della Beozia, Atamante e Nefele, erano una coppia di fatto. Così il re decise di cambiare unendosi a Ino, figlia del re Cadmo di Tebe. Il problema è che Ino, da brava matrigna, non digeriva la presenza dei figli del primo matrimonio di Atamante, Frisso ed Elle.
A quel punto la donna ideò un piano complesso per far uccidere almeno uno dei due: fece bruciare il grano prima del raccolto e corruppe i messaggeri dell’oracolo di Delo che Atamante aveva interrogato per avere una soluzione alla situazione di carestia venutasi a creare. Il messaggio imponeva ad Atamante di sacrificare il figlio Frisso.
Così Atamante stesso salì in cima al monte Lafisto, ma nel momento in cui si apprestava a uccidere Frisso, quando Nefele, che era una ninfa delle nubi, mandò dal cielo un ariete alato dal vello d’oro. A quel punto Frisso salì in groppa all’ariete, recuperò la sorella Elle e insieme si diressero verso la Colchide, dove successivamente Giasone, con la complicità  di Medea, figlia del re Eeta, riuscì a recuperare il vello d’oro per riportarlo in Grecia.

Ascensione retta centrale: 2 hrs, 20 min

Declinazione centrale: +20°

Visibile in: emisfero

Stagioni: ,

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