Il cielo di luglio vede un riciclo delle costellazioni, con la scomparsa a Ovest delle stelle primaverili di Leone e Vergine e un cielo dominato invece dal Triangolo Estivo, l’asterismo più famoso del cielo della stagione calda.
Nello scenario Nord, Cassiopea sta lentamente risalendo prendendo il posto in altezza dell’Orsa Maggiore mentre a Sud-Ovest la stella Antares si mostra dopo il tramonto nella zona bassa del cielo. Sagittario e Scorpione, con la parte più centrale della Via Lattea, occupano quindi una zona poco favorevole di cielo, sovrastate in altezza da costellazioni molto ampie e spente come Ofiuco, Serpente ed Ercole.
Gli abitanti dell’emisfero australe, invece, possono contare sullo spettacolo pieno offerto da Scorpione e Sagittario, quest’ultimo prossimo allo zenit, con Croce del Sud e Centauro a Ovest. Contrariamente a noi, tuttavia, il Triangolo Estivo vede soltanto Altair raggiungere un’altezza considerevole.
Come già detto il mese scorso, l’estate offre due tipologie di scenario: la prima è stellare ed è caratterizzata dalle costellazioni che abbiamo appena accennato e che adesso andremo a rivedere; la seconda è segnata dalla presenza nel cielo della striscia della Via Lattea.
Passato il solstizio d’estate, le ore di buio tornano lentamente ad allungarsi pur rimanendo ancora molto limitate: il primo luglio, nella zona centrale d’Italia, il Sole (nei Gemelli) sorge alle 05:40 e tramonta alle 20:51, con un crepuscolo civile (Sole a -6° di altezza dall’orizzonte) mattutino alle 05:06 e serale alle 21:25. Il 31 luglio, invece, il Sole (in Cancro) sorge alle ore 06:04 e tramonta alle ore 20.31 con un crepuscolo civile mattutino fissato alle 05:32 e serale alle 21:03.
Le costellazioni serali
Al solito, cerchiamo di orientarci tra le costellazioni principali del periodo, aiutandoci come sempre con un’apposita mappa celeste e scandagliando il cielo per orizzonti. Nella sfera celeste completa si può notare come Orsa Maggiore e Cassiopea abbiano oramai quasi la stessa altezza, rispettivamente a Nord-Ovest e a Nord-Est, mentre continua a essere molto alta la stella Arturo nel Bootes (o Contadino, o Bifolco), della quale abbiamo ampiamente parlato nel mese di Giugno. A parte il Triangolo Estivo molto alto, che vedremo in dettaglio a breve, la zona più favorevole dell’orizzonte Sud è occupata da stelle meno famose che oggi cercheremo di conoscere.
L’orizzonte Nord presenta, ormai lo sappiamo, le costellazioni che alle nostre latitudini non tramontano mai a causa del giro molto stretto intorno alla Stella Polare, unica stella a essere quasi fissa nel cielo. Si tratta delle stelle così dette circumpolari, le quali alla nostra latitudine non tramontano mai risultando visibili in ogni periodo dell’anno e a qualsiasi orario: l’Orsa Maggiore sta scendendo lungo l’orizzonte Nord-Ovest ma risulta ancora ampiamente visibile in prima serata con il “muso” verso il basso: per trovarla si fa sempre riferimento al Grande Carro, l’asterismo più famoso del cielo per la sua forma di mestolo. In direzione opposta rispetto alla Stella Polare, alla stessa altezza, brillano gli astri di Cefeo e Cassiopea in fase di risalita a Nord-Est.
Nei mesi passati abbiamo conosciuto anche altre costellazioni minori di questo orizzonte, ma ci manca ancora il Drago, che in questo periodo occupa la posizione più alta nel settore Nord di prima serata. Si tratta di una costellazione molto ampia ma decisamente poco brillante: occupa più di mille gradi quadrati di cielo ma la stella principale, la gamma, è sotto la seconda magnitudine. Ancora più debole è la stella più famosa, Thuban, che un tempo segnava il polo nord celeste al posto della odierna Polare. Rintracciare l’intera costellazione è compito arduo vista la disposizione abbastanza disordinata delle stelle che la compongono, con un viaggio che va dai puntatori della Polare (il “muso” dell’Orsa) fino a lambire la stella Vega nella Lira, non prima di aver curvato un paio di volte avvicinandosi anche a Cefeo.
Si è detto di Thuban e della posizione al polo nord celeste: il ruolo di Stella Polare veniva giocato da Thuban circa 4800 anni fa, mentre gli uomini costruivano le Piramidi in Egitto. La minima distanza dal Polo Nord Celeste è stata registrata nel 2830 a.C. (meno di 10 minuti di arco). Intorno all’anno 20.000 Thuban sarà di nuovo la Stella Polare. La stella è una binaria, la cui natura doppia non è comunque risolvibile a occhio (e neanche al telescopio), con un periodo di rivoluzione di 52 giorni circa. Dista da noi circa 230 anni luce e il suo moto la porta ad avvicinarsi alla velocità di 16 km/s.
Spostiamoci all’orizzonte Ovest, il quale ospita i corpi celesti sulla via del tramonto. Si tratta di costellazioni che abbiamo imparato a riconoscere nei mesi passati, quindi basterà una veloce carrellata di quanto può essere osservato: la zona di media altezza è occupata dalla brillantissima stella Arturo nel Contadino, la stella più luminosa del nostro cielo boreale e distinguibile dal marcato colore arancione. Più in basso, e più debole, la Chioma di Berenice con le sue numerosissime galassie mentre Vergine e Leone sono oramai dei deboli ricordi del periodo primaverile.
Possiamo senza indugio muoverci verso il cielo del periodo estivo, quello dell’orizzonte Sud.
La zona più alta del cielo è occupata da un quadrilatero sbilenco che risponde al nome di Ercole: si tratta di una costellazione abbastanza debole che può essere riconosciuta, dopo un po’ di ricerca, sotto cieli particolarmente bui. La difficoltà non è di certo legata alla dimensione visto che Ercole occupa circa 1200 gradi di cielo, dai dintorni di Vega fino a Ofiuco. Il nome della costellazione fa riferimento alle fatiche di Ercole, più o meno note come la pulizia delle stalle di Augia, l’uccisione dell’Idra, la cacciata dagli Inferi di Cerbero. La stella principale si chiama Rasalgethi e brilla con una magnitudine superiore alla terza. Si tratta di una stella variabile tra magnitudine 3 e 4, come scoprì William Herschel nel lontano 1795, ed è una supergigante rossa, distante 220 anni luce e settecento volte più luminosa del nostro Sole. Il suo diametro è stimato in 320 milioni di chilometri: il doppio della distanza della Terra dal Sole!
Il pezzo forte di Ercole, tuttavia, non sono le stelle ma un ammasso globulare in particolare: gli ammassi globulari sono tra gli oggetti celesti più misteriosi poichè consistono in enormi sfere di stelle decisamente ravvicinate. Non sono oggetti visibili a occhio nudo ma al telescopio possono fornire una visione davvero meravigliosa e il Grande Ammasso di Ercole “ noto anche come oggetto numero 13 del Catalogo di Messier e quindi M13 “ è l’oggetto decisamente più spettacolare. Per osservarlo, tuttavia, è necessario almeno un buon binocolo e la zona da puntare (con riferimento alla mappa precedente) è il lato verticale del quadrilatero di Ercole che si “affaccia sulla curva disegnata dalla Corona Boreale, appena sotto la metà del segmento laterale stesso. Sotto un cielo particolarmente buio è possibile intuirne la presenza anche ad occhio nudo, sotto forma di una macchia lievissima e decisamente sfuggente. M13 dista da noi 22.500 anni luce circa. Si diceva dei misteri degli ammassi globulari: dubbi esistono anche sulla natura di questi oggetti che, solitamente, orbitano intorno al centro galattico e che potrebbero rappresentare i nuclei di antiche galassie fagocitate dalla nostra Via Lattea. “Potrebbero”, ma finora nessuna teoria è certa.
La densità stellare al centro di M13 è tale da risultare circa cinquecento volte più concentrato di quanto non lo sia il Sistema Solare: un esempio è l’ingrandimento ottenuto da Hubble Space Telescope nella zona centrale dell’ammasso.
Come curiosità , nel 1974 venne inviato un messaggio dal compianto radiotelescopio di Arecibo, indirizzato proprio verso uno dei possibili mondi presenti in questo ammasso globulare.
Sotto Ercole la costellazione dominante è Ofiuco (Serpentario): una costellazione di circa 950 gradi quadrati di cielo che mitologicamente rappresenta il medico Esculapio, figlio di Apollo, in grado di resuscitare i morti. Venne eliminato da Giove, che lo fulminò letteralmente prima di pentirsi e porlo in cielo come tardivo compenso. La costellazione è attraversata dall’equatore celeste ma anche dall’eclittica, rappresentante il percorso apparente del Sole (dei pianeti e della Luna) nel cielo. Sappiamo già che le costellazioni attraversate dal Sole sono definite “zodiacali” e quindi Ofiuco è una delle costellazioni dello Zodiaco, posta tra Scorpione e Sagittario. Nel 1995 la televisione “scoprì” questa costellazione, nota dai tempi di Tolomeo, e iniziò a parlarne con entusiasmo: gli astronomi hanno scoperto un nuovo segno zodiacale in grado di scompaginare le previsioni astrologiche! Da quel giorno, annualmente, la notizia viene ripresentata come nuova ed eclatante perchè, si sa, al giorno d’oggi l’ignoranza è tanta e ha anche la memoria corta. A noi interessa soltanto che Ofiuco sia una costellazione zodiacale. I “segni” zodiacali e le conseguenze astrologiche sono veleno per la mente. Tralasciamo.
E cos’è questo Ofiuco? E’ un serpentario, un uomo che tiene in mano un serpente e infatti una costellazione limitrofa è data proprio dal Serpente, “spezzato” apparentemente in due proprio dal fatto di essere tenuto in mano dal Serpentario. Anche il Serpente è costellazione antica, legata a Tolomeo: la “testa” (Serpens Caput) si trova nel lato della Corona Boreale mentre la “coda” (Serpens Cauda) si trova al confine con la costellazione dell’Aquila. Le stelle del Serpente sono particolarmente deboli, con la sola Unikalhai inferiore a magnitudine 3, ma proprio il Serpente presenta una nebulosa (visibile esclusivamente in fotografia) che è divenuta un’icona del profondo cielo grazie alle immagini di Hubble Space Telescope. Si tratta della Nebulosa Aquila (non la costellazione, ma la nebulosa!) anche nota come M16 (sedicesimo oggetto del Catalogo di Messier), una regione nella quale nascono nuove stelle e che dista da noi settemila anni luce. La struttura resa immortale da Hubble è data da grandi colonne di polvere note come i Pilastri della Creazione.
Il mese scorso abbiamo parlato dello Scorpione, mentre ora tocca al Sagittario. Si tratta della costellazione più a Sud tra quelle dello Zodiaco e si mostra sempre molto bassa alle nostre latitudini mentre la forma lascia molto a desiderare se andiamo a confrontarla con un Sagittario “vero”. A volte è paragonato a una sorta di teiera ma solitamente si dice che quando c’è un insieme di stelle abbastanza brillanti, basse all’orizzonte e con una forma sconclusionata allora si sta guardando il Sagittario. Comunque, a sinistra dello Scorpione.
Come detto, la stella più brillante che si presta al nostro orizzonte è Nunki mentre le altre vivacchiano quasi all’orizzonte rendendosi veramente poco visibili ma se osservate il cielo da un luogo lontano dall’inquinamento luminoso non potrete non apprezzare una sorta di nebulosità nella zona. Ciò che vi sembrerà “nuvoloso” è in realtà il centro della nostra Galassia, la zona che ospita il buco nero supermassiccio della Via Lattea e che proprio in questa regione di cielo offre lo spettacolo migliore. Si tratta delle nubi stellari del Sagittario: tutta la Galassia ruota intorno a questo punto in un periodo di circa 225 milioni di anni chiamato “anno cosmico” o “anno galattico”. Il nostro Sole si trova in una zona periferica della Via Lattea, a circa 27 mila anni luce di distanza da questo centro. Il buco nero contenuto si chiama SgrA* e la sua massa supera le quattro milioni di masse solari! Se siete sempre sotto un cielo scuro non mancherete di osservare delle piccole macchioline più chiare rispetto al resto della zona: non è un compito facile ma potrete dire, riuscendoci, di aver osservato zone di formazione stellare come la Nebulosa Laguna, la Nebulosa Trifida e la Nebulosa Omega o Cigno. Chiaramente un telescopio o meglio ancora una immagine fotografica forniscono un quadro sensazionale, ma se riuscite a osservarle a occhio nudo state facendo un bellissimo viaggio nel passato, oltre ad avere una ottima vista.
Il prossimo mese vedremo invece il Triangolo Estivo con maggior dettaglio, che attualmente possiamo accennare nel cielo dell’orizzonte Est. Il Cigno al centro, la Lira più in alto e l’Aquila più in basso concorrono a determinare il triangolo di stelle più famoso del cielo ma anche a isolare una serie di costellazioni più piccola ma decisamente belle come Volpetta, Delfino e Cavalluccio che vedremo ad Agosto.
Gli sciami meteorici
Anche a giugno la Terra attraversa diverse nubi di detriti lasciate da comete o da asteroidi in disgregazione:
- Alpha Capricornidi, dal 3 luglio al 15 agosto, ZHR pari a 8
- Alpha Cignidi, dall’11 al 30 luglio, con ZHR pari a 2
- Beta Tauridi, dal 5 giugno al 18 luglio con ZHR pari a 25
- Bootidi, dal 26 giugno al 2 luglio con ZHR variabile
- Nord Delta Aquaridi, dal 15 luglio al 25 agosto con ZHR pari a 4
- Pegasidi, dal 7 al 13 luglio con ZHR pari a 3
- Perseidi, dal 17 luglio al 24 agosto con ZHR pari a 90
- Phoenicidi, dal 10 al 16 luglio con ZHR variabile
- Piscis Austrinidi, dal 15 luglio al 10 agosto con ZHR pari a 5
La Luna
A luglio 2021 la Luna presenta il proprio ciclo nel modo che segue:
Si consiglia il deepsky per la le prime due settimane e mezzo, mentre l’inizio della terza settimana sarà adatta alla ripresa della luce cinerea.
I pianeti
La sera inizia a mostrare i pianeti principali, alcuni sulla via di un veloce tramonto come Marte e Venere e altri che vedono aumentare il proprio periodo di visibilità come Giove e Saturno. In particolare Venere si avvicina a Marte per la prima parte del mese fino alla congiunzione strettissima del 13 luglio sera appena dopo il tramonto.
- Mercurio, visibile nella prima decade del mese come astro del mattino ma in condizioni non proprio favorevoli, con una altezza inferiore ai 10° al sorgere del Sole e quindi in pieno crepuscolo. Ciò nonostante il 4 luglio si verifichi il momento di massima elongazione.
- Venere guadagna ancora nella visibilità serale, tramontando nel Cancro alle 22:25 a inizio mese e alle 21:59, nel Leone, a fine mese con una magnitudine intorno alla -4. Come detto, congiunzione stretta con Marte il 13 luglio.
- Marte è visibile ancora in primissima serata, tramontando alle 22.43 nel Cancro a inizio mese e alle 21.33 nel Leone a fine mese.
- Giove scavalla la mezzanotte, sorgendo alle 23:26 a inizio mese in Aquario con magnitudine -2.6 e alle ore 21:23 a fine mese, sempre in Aquario e con magnitudine -2.8. Si avvicina il periodo più favorevole per il gigante del Sistema Solare
- Saturno si comporta similmente a Giove, sorgendo alle 22.32 in Capricorno a inizio mese con magnitudine 0.4 e anticipando fino alle 20:29 a fine mese, sempre in Capricorno, con magnitudine 0.2.
- Urano è visibile, a fatica a occhio nudo, nella seconda parte della notte sorgendo alle ore 02:17 a inizio mese e alle ore 00:17 a fine mese, con magnitudine intorno alla 5.8 quindi al limite dell’osservabilità umana priva di strumenti.
- Nettuno si mostra per più tempo nella notte, sorgendo a inizio mese alle 00:20 e a fine mese alle 22.17. Il problema è sempre la necessità di uno strumento ottico per la sua osservazione, data la magnitudine ottava.
Principali eventi celesti
Il 12 e 13 luglio, appena a ridosso del tramonto del Sole, l’orizzonte Ovest regala una congiunzione molto stretta tra Venere e Marte, con il primo pianeta molto più brillante del secondo (il quale con un cielo non proprio pulito potrebbe anche perdersi). La sera del 12 ci sarà anche una sottile falce di Luna ad abbellire lo scenario.
Il 24 luglio, prima della mezzanotte, una Luna decisamente grande brillerà sotto il pianeta Saturno in una congiunzione abbastanza ampia.
Il 25 luglio alle ore 22:00 circa, la Luna fa visita al pianeta Giove per una congiunzione abbastanza ampia che raggiunge il picco verso le 3 della notte.
La Stazione Spaziale Internazionale
La Stazione Spaziale Internazionale effettua a luglio una serie di passaggi notturni fino a metà mese, quando gli orari dei passaggi iniziano a essere un misto tra serale e notturno, prima di passare a sorvoli più comodi verso la fine del mese.
Le mappe riportate di seguito sono calcolate per il baricentro di Italia, Roma, e hanno valenza locale. Per una mappa tarata sul vostro luogo di osservazione si consiglia la pagina web dedicata su AstronomiAmo, dove verranno effettuati i calcoli in base alla localizzazione del vostro browser.
In particolare si segnalano i seguenti passaggi:
12/07/2021 dalle 05.20 alle 05.31, da NO a SE con altezza massima di 86° raggiunta a N
13/07/2021 dalle 22.52 alle 23.03, da OSO a NE con altezza massima di 70° raggiunta a NNO
14/07/2021 dalle 22.06 alle 22.17, da SO a ENE con altezza massima di 72° raggiunta a SE
18/07/2021 dalle ore 20.36 alle ore 20.44, da SO a ENE con altezza massima di 74° raggiunta a SE
Salve, il 18 luglio 2021 alle 23,55 ho notato in direzione ovest lo “spegnimento” di una luce nel cielo.
Cosa poteva essere?
Gentile Piero,
qui Andrea Bernagozzi, ricercatore all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Il collega e amico Gianluigi Filippelli mi segnala il suo quesito in attesa di risposta. Quella sera non risulta che fosse previsto alcun fenomeno astronomico particolare. Forse ha visto una meteora, cioè una stella cadente; forse un satellite artificiale abbastanza alto così da ricevere ancora la luce del Sole, ma che ha smesso di rifletterla entrando nell’ombra della Terra; forse anche un aeroplano in lontananza. Con queste poche informazioni non si può escludere nè confermare nulla. La cosa importante è continuare a guardare il cielo, cosa che non siamo più abituati a fare, ed è un peccato perchè ci può regalare sorprese e comunque è sempre… bello, che è una motivazione più che sufficiente!
Buona serata, Andrea