Aggiornato il 7 Novembre 2021
Abbiamo imparato a conoscerla nel 2014, quando le immagini di quel simpatico corpo celeste a forma di paperella di gomma fecero il giro del mondo. Abbiamo seguito le avventure del lander Philae, atterrato rocambolescamente sulla sua superficie, e della sonda Rosetta, che l’ha accompagnata per due anni lungo la sua orbita intorno al Sole, raccogliendo un’enorme mole di dati che i ricercatori continuano ad analizzare ancora oggi. Adesso è tornata, e non possiamo lasciarcela sfuggire.
Stiamo parlando di una delle comete più studiate nella storia dell’astronomia, la 67P/Churyumov-Gerasimenko (67P), tra le più care al grande pubblico pur non essendo una “grande cometa†visibile ad occhio nudo. Grande circa 4 chilometri da lato a lato, 67P completa un giro intorno al Sole ogni sei anni e mezzo, raggiungendo il punto più prossimo alla nostra stella – il cosiddetto perielio – tra le orbite di Marte e la Terra. Il prossimo perielio è previsto il 2 novembre 2021, seguito solo dieci giorni dopo dal punto più vicino alla Terra lungo l’orbita della cometa: un’occasione da non perdere.
Per questo EduINAF ha lanciato la campagna Cattura la cometa! per fotografare la cometa e condividere le foto attraverso il gruppo flickr dedicato. La campagna è una collaborazione con l’Unione Astrofili Italiani, AstronomiAmo, l’Associazione Italiana per l’Astronautica e lo Spazio e l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta.
Qui potete ammirare le prime, bellissime immagini che abbiamo ricevuto. Invitiamo chi ha già immortalato la cometa e chi ha in programma di farlo prossimamente a condividere i loro scatti.
Il prossimo flyby della 67P con la Terra ci sarà solo il 29 novembre 2034, fra ben 13 anni: meglio approfittare di questo, per parecchio tempo non la vedremo più così bene, commenta Albino Carbognani, astronomo INAF a Bologna, a cui abbiamo chiesto una serie di consigli per osservare la cometa nelle prossime settimane – oltre ai suggerimenti già elencati nella pagina della campagna.
Innanzitutto, ricorda l’astronomo, occorre un cielo buio: la magnitudine massima di 67P, a inizio novembre, sarà +8.5 e catturare la flebile scia dai cieli illuminati delle città sarà molto difficile. In questo periodo, la cometa sorge in tarda serata, in prossimità della costellazione dei Gemelli verso nord-est, e resta visibile fino a notte inoltrata. Armatevi dunque di abiti caldi e dei vostri strumenti astronomici preferiti.
I neofiti dotati di un buon binocolo o un piccolo telescopio, confrontando la 67P con le stelle del campo di vista si renderanno conto dell’aspetto nebuloso della cometa, mentre le stelle restano puntiformi, spiega Carbognani. Per chi volesse usare il binocolo, consigliamo un 11×70, 20×80 oppure 25×100 – questi ultimi due su treppiede. Se il cielo è sufficientemente buio si potrà apprezzare anche la coda che, partendo dalla chioma, si troverà approssimativamente in direzione opposta al Sole. Con un po’ di pazienza, facendo attenzione alle stelle di sfondo, nel capo di un’ora ci si renderà conto che la cometa si sta spostando in cielo sia per effetto del suo moto di rivoluzione attorno al Sole, sia per lo spostamento della Terra lungo la propria orbita.
Chi ha più dimestichezza con telescopi e fotografia astronomica, invece, potrà provare a ritrarre la cometa con una fotocamera reflex collegata a un telescopio su montatura equatoriale (oppure con un buon teleobiettivo da 200-300 mm di focale abbinato a un astroinseguitore).
Per evitare che nelle pose lunghe la cometa appaia mossa si potranno riprendere tante immagini brevi da 30-60 s di posa ciascuna e poi sommarle insieme compensando per il moto della cometa per ottenere un’immagine finale dettagliata, con tempo di posa pari alla somma delle pose fatte, prosegue Carbognani. Dalle immagini così ottenute ci si renderà conto che la chioma e la coda sono di colore prevalentemente giallo, indice del fatto che sono composte da particelle di polvere che riflettono la luce solare. Tuttavia nelle foto a più lunga esposizione si noterà che la chioma di polveri tende a essere inglobata all’interno di una più ampia coma di gas, di colore verdastro.
Per i più esperti, dotati di un buon telescopio e una camera CCD, l’invito è a monitorare l’attività della cometa, seguendone il calo dopo il perielio, mentre il piccolo corpo celeste si allontana progressivamente dal Sole. Gli astrofili più attrezzati potranno misurare la magnitudine apparente della chioma della cometa attraverso un filtro rosso usando come confronto le stelle di campo per ottenere il valore del parametro Af(rho), proporzionale alla quantità di polvere emessa dalla cometa nello spazio, conclude Carbognani.
Per tutte e tutti – sia chi sarà riuscito a scorgere la cometa e fotografarla, ma anche e soprattutto per chi non ha l’attrezzatura adatta – niente panico: lunedì 8 novembre saremo in diretta con Il cielo in salotto per mostrare e commentare le immagini della cometa raccolte dai telescopi INAF e dagli astrofili insieme a una serie di ospiti speciali. Guest star – anche se tecnicamente non è una stella – la fotogenicissima 67P. Non mancate!
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