Che cosa succederebbe se la Terra fosse colpita ad un corpo celeste di grosse dimensioni come quelle di un asteroide o di una cometa?
Sembra che la Terra come pianeta, nel suo complesso, resisterebbe “abbastanza” bene a un evento di questo tipo, ma non certamente la vita. La biosfera ne sarebbe totalmente sconvolta con l’estinzione di massa di numerose specie di esseri viventi, come hanno imparato a loro spese i dinosauri circa 60 milioni di anni fa. Sembra che in quel caso un corpo celeste con un raggio di circa 10 km abbia colpito la Terra nella zona attualmente occupata dal Golfo del Messico, provocando un disastro a livello planetario.
A differenza dei dinosauri noi, però, possediamo una tecnologia sviluppata che potrebbe aiutarci a prevenire disastri come quello di 60 milioni di anni fa. Esistono infatti progetti di alcuni enti spaziali internazionali che hanno lo scopo di studiare come deviare le traiettorie di corpi celesti che viaggino pericolosamente verso la Terra per evitare l’eventuale impatto.
Con il lancio di DART (Double Asteroid Redirection Test, una sonda grande più o meno come un frigorifero) in programma il 24 novembre 2021 la Nasa proverà a deviare dalla sua orbita un asteroide delle dimensioni di 160 m. Alla fine di settembre 2022 infatti DART impatterà a 21.000 chilometri all’ora contro Dimorphos, il più piccolo di una coppia di asteroidi (Didymos e Dimorphos) in orbita attorno al Sole e legati gravitazionalmente tra di loro. In realtà non ci si aspettano grosse deviazioni nell’ordita dell’asteroide, ma l’impatto sarà in grado di provocare una variazione nel periodo di rotazione di Dimorphos attorno a Didymos di qualche minuto, abbastanza per essere osservato e misurato dai telescopi sulla Terra.
Successivamente, nel 2024 è previsto il lancio della sonda Hera dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che raggiungerà Didymos nel 2027 allo scopo di studiare da vicino gli effetti della collisione di DART con l’asteroide.
Esperimenti di questo tipo sono importanti principalmente per verificare la correttezza delle simulazioni al calcolatore e verificare l’efficacia delle tecnologie di cui disponiamo al momento.
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