Oltre l'orizzonte

Prendi in prestito uno o una scienziata!

Possiamo prendere in prestito il tempo degli scienziati?

Aggiornato il 28 Novembre 2024

Io sono un moralista. Credo che il fine della canzone sia quello, se non proprio di insegnare, almeno di indicare delle strade da seguire, dei codici di comportamento. C’è una morale più o meno dappertutto nelle mie canzoni.Fabrizio De Andrè
È stato grazie a Giuseppe Picone e alle sue bellissime lezioni di inglese alla Scuole Civiche di Milano, che mi sono imbattuto nella mia prima Human Library. Per caso, ma mai davvero per pura casualità , perchè ero alla ricerca di un nuovo formato da proporre agli organizzatori dell’ennesimo festival della scienza di Qualcheparte.

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Ma che cosa è una Human Library? Nata come organizzazione internazionale nel 2000 in Danimarca, ma ora attiva in oltre 80 paesi del mondo, la HL fa esattamente quel che dice il suo nome: è una biblioteca di persone, dove il fruitore non prende in prestito libri, ma le persone e le loro storie. Detto altrimenti, si può prenotare un quarto d’ora con tutte le persone che sono nel catalogo della biblioteca.
Per fare che cosa?
Lo scopo è di avvicinare i “normali” ai “diversi” "“ a coloro cioè che sono percepiti tali e che, per questo motivo, si sono sentiti messi ai margini. Come i libri non si giudicano dalla copertina, neanche le persone possono essere giudicate a prima vista, o dall’aspetto esteriore o immediatamente emergente. Occorre sfogliarle, cioè "“ fuor di metafora "“ iniziare a conoscerle.
Il meccanismo di base è, dunque, semplicissimo: la Biblioteca presta i suoi volontari a chi li richiede, proprio come si fa con un libro. Il “libro umano” e il “lettore” possono dialogare liberamente, in semplicità  totale e in uno spazio messo a disposizione dalla biblioteca.
In questo modo, si può imparare a mettersi nei panni di una persona che ha subito un’operazione al cervello o di qualcuno che sia affetto da nanismo o di un non vedente, di un immigrato. Di chiunque, insomma, abbia subito una discriminazione e sia oggetto di giudizi stereotipati. Come si fa quando, leggendo un libro, ci si immedesima in uno dei personaggi.
E se nell’Ottocento, potevano addirittura essere messe in mostra donne con la barba, gemelli siamesi, nani, insomma i cosiddetti freak, tanto ben rappresentati in film intensi, come appunto Freaks o The elephant man, o il più recente Freaks out; oggi qualche passo avanti lo abbiamo fatto e siamo più vicini a capire davvero le parole semplici e belle di Franco Basaglia:

Visto da vicino, nessuno è normale.

Perchè allora non adottare questa forma per far incontrare i cittadini con gli scienziati?  Non conferenze, ma disponibilità  di tempo.
Tu, scienziata o scienziato, per 15 minuti al giorno, ti metti a disposizione di chiunque voglia parlarti, conoscerti, sapere di te o della tua vita. Perchè non provarci? Qualcuno di Brera lo ha già  fatto: parlaci!

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Scritto da

Stefano Sandrelli Stefano Sandrelli

Tecnologo dell'Inaf presso l'Osservatorio Astronomico di Brera, dirige l'Office of Astronomy for Education Center Italy dell'International Astronomical Union. Già  responsabile nazionale della Didattica e Divulgazione per l'Ufficio Comunicazione dell'INAF dal 2016 al 2020, è Docente del corso "nuovi modi per comunicare l'astronomia” per il master MACSIS, Università  Bicocca. Collabora con le riviste Sapere e Focus Junior, per le quali per la quale tiene rubriche mensili. Dal maggio 2000 al dicembre 2015 ha curato per l' Agenzia Spaziale Europea (ESA) oltre 500 puntate di una rubrica televisiva in onda da Rainews24 e RAI 3. Autore per Zanichelli, Einaudi e Feltrinelli.

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