Pubblicato a tempo di record, un paio di mesi dopo l’assegnazione del Premio Nobel per la fisica 2021, In un volo di storni è una raccolta di temi e tracce intorno alla complessità in fisica, campo che ha preso una parte abbastanza consistente della carriera di Giorgio Parisi. Come lo stesso fisico teorico ricorda nella nota conclusiva, i capitoli prendono le mosse da alcune interviste concesse negli anni ad Anna Parisi (non è sua parente) e si intrecciano inevitabilmente con le vicende umante di Parisi nel corso dei decenni.
La motivazione per scrivere il libro, però, la troviamo nella prefazione. In particolare vorrei soffermarmi su questo passaggio:
In effetti i cittadini non hanno capito nemmeno dopo che gli ospedali erano pieni, ma questo, secondo Parisi, è sostanzialmente dovuto al
La proposta di Parisi è quindi quella di
E in effetti In un volo di storni racconta sia i suoi successi, sia i suoi fallimenti, permettendo al lettore di capire quanto lungo e faticoso sia il processo di capire il mondo che ci circonda.
E’ emblematica, in questo senso, la ricerca che da il titolo al volume, lo studio del volo degli stormi degli… storni di Roma. L’idea, nata tra fine anni Ottanta e inizio dei Novanta, si scontrava con una serie di difficoltà tecniche, sia nella raccolta delle foto dei movimenti degli uccelli, sia nella sua elaborazione. Il gruppo messo in piedi da Parisi dovette attendere una decina d’anni prima di mettersi effettivamente all’opera e la cosa più emozionante, almeno per un fisico, è stata leggere come gli aspetti sperimentali e matematici sono andati avanti di pari passo, completandosi a vicenda e permettendo al gruppo di ricercatori di realizzare scoperte interessanti e apparentemente poco intuitive sul comportamento collettivo degli uccelli, e portando quindi avanzamenti in questo argomento specifico rispetto ai primi modelli di Tamás Vicsek.
Come quindi si può notare, l’esempio qui sopra fa capire quanto tempo sia necessario per portare a termine, o quanto meno arrivare a un primo risultato soddisfacente, delle linee di ricerca. I motivi che allungano i tempi sono diversi, dai fondi da cercare a una mancanza di tecnologia o di conoscenze teoriche: tutte cose che si costruiscono con il tempo.
Ovviamente nel libro ci sono anche altri esempi e l’unico che vorrei citare, per via anche del suo essere divertente (anche se dipende, ovviamente, dai punti di vista), è il capitolo in cui Parisi racconta di quando si è lasciato scappare la possibile soluzione per un problema che poi ha portato all’assegnazione di un Premio Nobel, e questo a causa dei suoi bias, cosa che in effetti accade più spesso di quanto si possa credere.
Gli ultimi due capitoli si occupano, invece, sulla scienza in generale e sulla comunicazione della scienza: ricchi di interessanti spunti di riflessione, da un lato sono molto utili per quei lettori professionalmente interessati nel campo, ma anche il lettore non del campo può trovare idee per districarsi tra le miriadi di notizie, scientifiche e non solo, cui siamo quotidianamente bombardati.
Abbiamo parlato di:
In un volo di storni
Giorgio Parisi
Rizzoli, giugno 2023
144 pagine, brossurato – 12 €
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