Aggiornato il 13 Ottobre 2023
La scelta del tema del terzo tankobon de Il movimento della Terra di Uoto va di pari passo con il pianeta protagonista del volume, Venere.
Secondo pianeta a partire dal Sole, è di tipo roccioso ed è dotato di un’atmosfera ricca di gas serra (quasi completamente composta da anidride carbonica). L’osservazione da parte di Galileo Galilei delle sue fasi era ritenuta da quest’ultimo una prova fondamentale della correttezza del modello eliocentrico, altrimenti relegato a strumento matematico utile per semplificare i calcoli. Infatti all’interno del modello tolemaico, Venere non avrebbe dovuto esibire delle fasi simili alla Luna, e anzi sarebbe stato impossibile riuscire a osservare il suo disco completamente, cosa che invece fu possibile alle attente osservazioni dello scienziato pisano.
Proprio l’osservazione di Venere è uno dei due temi portanti del volume: avevamo, infatti, lasciato Okgi e Badeni all’inizio della loro avventura insieme con il baule contenente gli appunti sul modello eliocentrico. E li ritroviamo all’inizio del nuovo volume alla ricerca di persone di talento con cui collaborare per il perfezionamento del modello stesso. E seguendo l’associazione abbastanza ovvia di Venere con l’universo femminile, Uoto sceglie una giovane coprotagonista, Jolenta, che lavora nella biblioteca del centro di ricerca del conte Piast sognando di diventare astronoma.
Uoto tratteggia Jolenta come una giovane di grande talento astronomico, ma con mille scuse gli uomini presenti nella storia ne limitano la crescita e le possibilità di diventare astronoma ufficialmente. Questo da un lato caratterizza in maniera ben precisa l’epoca storica, ma permette anche al mangaka di far crescere il personaggio, che nel corso delle pagine, anche forte dell’appoggio di Badeni e, successivamente, del conte Piast, mostra una sempre maggiore determinazione nel perseguire i suoi obiettivi.
Lo stesso Piast risulta un personaggio particolarmente interessante: dopo aver iniziato come un convinto sostenitore del modello geocentrico, si lascia convincere ad assistere Badeni nelle sue ricerche grazie al suo principale interesse, quello per la verità .
Con Piast, poi, Uoto, seppur tramite un flashback, si permette di inserire, per quanto anonimo, un abbastanza riconoscibile Tycho Brahe. La sua versione a fumetti raccontata dal mangaka differisce in un paio di dettagli, come i folti capelli e il naso vero e non artificiale come quello dell’astronomo danese. L’identificazione del personaggio fittizio con Brahe, poi, viene ulteriormente consolidata dalla prima scena in cui vediamo il personaggio stesso: sta, infatti, supervisionando la costruzione del suo centro di ricerca, che sarebbe poi stato ereditato da Piast, e che ricorda l’Uraniborg dello stesso Brahe. Inoltre anche l’ossessione per la realizzazione di un modello geocentrico perfetto, ossessione che anch’essa sarebbe stata ereditata da Piast, è ricalcata sull’astronomo danese, che ideò il così detto modello ticonico, in cui il Sole ruota intorno alla Terra, mentre tutti gli altri pianeti ruotano intorno al Sole, e quindi intorno alla Terra.
E’ interessante confrontare questa ossessione con le reazioni di Piast alla scoperta della fase piena di Venere: diventa un momento di confronto estremo, che in qualche modo è basilare per tutta la scienza. Infatti la capacità di accettare quei risultati che sconfessano i risultati precedenti, magari basati su osservazioni meno precise, è uno degli elementi fondamentali che ha permesso alla scienza di scoprire sempre nuovi fatti, trovare nuove domande e mettersi alla ricerca di nuove risposte.
Dei primi tre tankobon questo è indubbiamente il più efficace: la storia inizia a entrare nel vivo e la narrazione a incastri con un paio di flashback inseriti nel corso regolare della vicenda risulta particolarmente dinamica nonostante l’assenza in questo volume di scene d’azione. Anche i personaggi sembrano recitare molto meglio nella pagina: Uoto, infatti, riesce, almeno personalmente, a trasmettere l’inaccettabilità della società maschilista in cui si trova a lavorare Jolenta. Persino Badeni, infatti, pensa di sfruttare la loro collaborazione per sviare, nel caso venissero scoperti, qualunque sospetto su di lui e Okgi.
Nel frattempo che vi ho proposto questa recensione, però, è uscito anche il quarto volume. Questo ritardo, però, è stato essenzialmente dovuto a problemi nella distribuzione in fumetteria, che mi hanno costretto a ordinare il volume dopo l’uscita del quarto e quindi a leggerlo in ritardo. Poichè, però, ritenevo fosse corretto approfondire ciascun tankobon separatamente, ho preferito proporre, seppur con alcuni mesi di differenza, la recensione del volume. In chiusura, quindi, non mi resta che darvi appuntamento al quarto volume de Il movimento della Terra.
Abbiamo parlato di:
Il movimento della Terra, vol.3
Uoto
Traduzione di Loris Usai
Dynit, maggio 2023
192 pagine, brossurato, b/n – € 12,9
ISBN: 9788833553924
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