Il ritorno all’ora solare anticipa l’arrivo del buio fino al tardo pomeriggio: a inizio novembre il Sole – nella costellazione della Bilancia – sorge alle ore 06.38 e tramonta alle ore 17.01, con i crepuscoli civili (corrispondenti a un Sole posto 6° sotto l’orizzonte) fissati rispettivamente alle 06.10 e alle 17.30. A fine mese, invece, il Sole – spostatosi nella costellazione di Ofiuco – sorge alle ore 07.12 e tramonta alle ore 16:38, con crepuscoli fissati rispettivamente alle ore 06:41 e 17:09.
Tutto questo ci consente di suddividere le osservazioni in due periodi: nella prima parte – fino all’ora di cena circa – il cielo si presenta del tutto simile a quanto visto a ottobre quindi vale la pena rimandare a quanto già detto in quella sede. È tuttavia importante sottolinearlo visto che proprio questo fattore ci consente di osservare in questa fascia oraria la coppia di pianeti Saturno-Giove, i quali ancora nel mese di dicembre regaleranno uno dei migliori spettacoli celesti dell’anno in una congiunzione molto stretta che “ricorderà” molto quella indicata come origine della “stella di Natale”, ma di questo parleremo a dicembre. Per i pianeti sarà ancora il mese di Marte, visibilissimo e brillantissimo per tutta la notte dopo l’opposizione dello scorso mese. Una curiosità può venire dai colori di questi tre pianeti: l'”arrugginito” Marte brilla di un evidente colore rosso mentre chi è più cromaticamente sensibile potrà accorgersi del colore giallino di Saturno al fianco del bianco Giove.
Per questo mese noteremo i pianeti avvicinarsi reciprocamente con il passare dei giorni, seppur bassi sul versante di Ovest. Sarà semplice riconoscerli visto che in quel lato del cielo e a quella altezza nulla vi ruberà lo sguardo come Giove, e Saturno sarà vicino sulla sua sinistra.
Novembre è anche il mese delle Leonidi, e a tal proposito dedicheremo presto uno speciale all’osservazione degli sciami meteorici, anche da casa visto il momento storico che stiamo vivendo.
Il cielo di novembre, quello veramente di periodo e quindi relativo alle ore post-cena, vede uno scenario totalmente differente rispetto ai due mesi passati e caratterizzato da un numero molto maggiore di stelle molto luminose in arrivo dal versante Est del cielo.
Le costellazioni serali
L’orizzonte Nord presenta al solito le costellazioni che alle nostre latitudini non tramontano mai ma che sono in giro stretto intorno alla fissa “Stella Polare“. Dopo aver toccato il punto di minima altezza sull’orizzonte, l’Orsa Maggiore inizia una risalita verso l’orizzonte di Nord-Est. Per trovarla, quindi, occorre cercare la classica forma del Grande Carro leggermente inclinata e poggiata sul “manico”, o se preferite sulla coda dell’Orsa, sempre più alta con il passare delle ore della notte. Come sempre, se l’Orsa Maggiore è così bassa vuol dire che le costellazioni diametralmente opposte rispetto alla Polare sono altissime e così, in alto nel cielo dell’orizzonte Nord, troviamo la tipica casetta di Cefeo che scende verso Nord-Ovest quasi distesa su un lato. Per trovare Alrai, che corrisponde alla punta del “tetto”, si parte dalle stelle che rappresentano il lato anteriore del Grande Carro (Merak e Dubhe) e se ne prolunga il segmento congiungente fino a trovare la Polare. Si continua ancora fino alla prima stella più brillante (non molto, ma abbastanza) che si incontra e si giunge ad Alrai. La zona più alta del cielo del Nord è occupata invece da Cassiopea, che in prima serata va a rappresentare una “M” o “doppiavvù rovesciata“.
Diamo uno sguardo più dettagliato all’Orsa Minore: esiste una coppia di stelle, oltre alla Polare, che non farete fatica a trovare. La forma dell’Orsa Minore ricorda molto quella del Grande Carro, del quale utilizziamo le stelle anteriori per puntare la Polare come spiegato poco fa. Anche per l’Orsa Minore possiamo prendere le due stelle anteriori, il cui nome è Pherkad e Kochab e che si differenziano per il colore essendo bianca la prima e rossa la seconda. Queste sono le due stelle più brillanti e vicine alla Polare e proprio per questo disegnano un cerchio molto stretto intorno al Nord, tanto da essere chiamate “guardiani della Polare“. Se seguiamo la curva di stelle che congiunge la Polare a Kochab, disegnando parte dell’Orsa Minore, e proseguiamo il segmento verso la prima stella che vediamo ci imbattiamo in Thuban del Dragone. Sebbene bassa in questo periodo, anche Thuban ha rivestito il ruolo di Stella Polare dal 3942 a.C. al 1793 a.C. (era distante appena 10′ dal Polo Nord Celeste nel 2830 a.C.) e tornerà a rappresentare il riferimento celeste dal 20346 d.C.
Sull’orizzonte Ovest, quello delle costellazioni in fase di tramonto, la prima serata ha cancellato uno spigolo del Triangolo Estivo visto che l’Aquila è già sotto l’orizzonte o quasi. Resta visibile la costellazione del Cigno, sempre più in posizione verticale a rappresentare la Croce del Nord, mentre la Lira è decisamente bassa e resta visibile solo per l’estrema luminosità della stella principale Vega. Prossime al tramonto sono anche tutte le costellazioni estive minori, come Delfino, Volpetta e Cavalluccio. Ovest accoglie anche, seppur ancora alto sull’orizzonte, il quadrato di Pegaso, utilizzato per la ricerca delle due galassie più visibili del cielo come M31 in Andromeda e M33 nel Triangolo, come vedremo da qui a breve.
L’orizzonte Sud in genere offre lo spettacolo migliore, con le costellazioni del periodo che culminano in altezza rendendosi più favorevolmente osservabili. In realtà ancora per questo mese si tratta di un orizzonte un po’ vuoto di particolari stelle brillanti essendo occupato – nella prima parte della notte – da Balena, Pesci ed Eridano. In particolare, nella zona medio-bassa dell’orizzonte Sud potrete apprezzare una sola stella di una certa luminosità: si tratta di Diphda nella Balena. Per cercare oggetti di rilievo occorre alzare gli occhi sopra la nostra testa, dove quasi allo zenit troviamo le due galassie principali. Per farlo, partiamo dal quadrato di Pegaso che si trova più spostato verso Ovest ma il cui spigolo più orientale – dato dalla stella Sirrah appartenente ad Andromeda – ci fornisce l’input per la ricerca dei due oggetti. Partendo da Sirrah e muovendoci verso sinistra possiamo contare due stelle e fermarci su Mirach (beta And). Da Mirach possiamo spostarci ancora di due stelle (stavolta più deboli ma visibilissime a occhio nudo), stavolta verso l’alto. Appena sopra la seconda stella è posta la Galassia di Andromeda, oggetto numero 31 del Catalogo di Messier e quindi nota come M31. Se da Mirach ci spostiamo verso il basso, per la stessa distanza percorsa per trovare M31, ci imbattiamo in un’altra galassia nota come M33, o Galassia Girandola nella costellazione del Triangolo. Ne abbiamo parlato anche nel mese di ottobre, al quale si rimanda per ulteriori curiosità e dettagli.
La scena a Sud di novembre, nel 2020, è dominata tuttavia da un vero faro nel cielo: il suo colore rosso e la luce fissa non scintillante, tipica dei pianeti, ci indica Marte reduce dalla opposizione eliaca del mese di ottobre. Ancora visibilissimo e molto brillante, Marte è, dopo la Terra, il pianeta con il maggior numero di oggetti umani in orbita (orbiter) e sul suolo (lander e rover). Poco più sotto rispetto a M33 e sopra Marte, potete incontrare una coppia di stelle abbastanza vicine: si tratta di Hamal e Sheratan e rappresentano le stelle principali della costellazione dell’Ariete.
Arriviamo all’orizzonte Est, che mostra nella zona più alta la costellazione di Perseo del famoso Doppio Ammasso (Xi e Chi Persei, o anche NGC 884), due ammassi stellari sovrapposti che, visti da Terra anche con un semplice binocolo, rappresentano un tripudio di stelle da non perdere. Per trovarli occorre cercare nella zona tra testa di Perseo e Cassiopea, un compito semplice per chi vive sotto un cielo scuro visto che si tratta di un oggetto visibile anche ad occhio nudo, sebbene sotto forma di una flebile nuvoletta.
Oltre a Perseo, già visto nei mesi passati, il versante Est ci offre le vere perle del cielo autunnale e fa da apripista al cielo invernale. Partendo da Perseo e scendendo in altezza non sarà difficile porre l’occhio su una delle stelle più brillanti del cielo: il suo colore è simile a quello del Sole e il suo nome è Capella, nella costellazione di Auriga. Se riuscite a vederla, noterete una sorta di triangolo di stelle leggermente alla sua destra mentre se vi spostate decisamente più a destra andrete a incrociare un’altra stella molto brillante ma di colore rosso-arancione: si tratta di Aldebaran nella costellazione del Toro. Sopra Aldebaran, a metà strada tra la stella e la costellazione del Perseo, potete notare a occhio nudo un gruppetto di stelle molto simile al Grande Carro ma in formato decisamente più piccolo: queste stelle dal colore bianco-azzurro, che rappresentano l’ammasso aperto delle Pleiadi anche noto come M45, sono nate tutte dalla stessa nebulosa circa 200 milioni di anni fa ed essendo così giovani sono ancora insieme. Anche il Sole è nato in un contesto simile ma i miliardi di anni trascorsi, circa 5, hanno oramai fatto disperdere tutte le stelle sorelle.
A occhio nudo, chi ha un’ottima vista riesce a contare sette astri e da qui il nome di “Sette sorelle“. Curioso che l’oggetto figuri nel catalogo di Messier (da qui la “M” di M45), visto che questo catalogo nasce per elencare gli oggetti confondibili con le comete, e in questo caso l’aspetto cometario o nebulare in generale non sembra minimamente presente. Nel Toro, la stella Aldebaran rappresenta l’occhio mentre le Pleiadi sono disposte sopra la spalla. Fa veramente uno strano effetto il disegno rinvenuto nelle grotte di Lascaux, patrimonio UNESCO risalente tra il 13.000 e il 15.000 a.C., che sembra rappresentare davvero la mitologia del Toro e la disposizione degli astri appena indicati, con l’occhio a rappresentare Aldebaran, le corna a rappresentare Zeta e Beta Tauri e le Pleiadi indicate come sette puntini sopra la spalla.
Ancora più sotto sarà sempre semplice individuare tre stelle ravvicinate e perfettamente allineate, ciò che viene chiamato Cintura di Orione e che consente di riconoscere non solo la costellazione del cacciatore Orione ma anche tante altre costellazioni del suo seguito. In prima serata la costellazione è visibile ma ancora bassa, ma vedremo con l’andare dei mesi come proprio dalla cintura di Orione sia possibile individuare tantissimi altri corpi celesti. Tanto per fare un esempio, possiamo utilizzare la Cintura per proseguirne il segmento verso la parte più alta del cielo, giungendo proprio ad Aldebaran e alle Pleiadi.
Le tre stelle che compongono la cintura sono azzurre, molto brillanti e molto calde, e i nomi dei singoli astri sono, dal basso verso l’alto, Alnitak, Alnilam e Mintaka. La stella arancione, molto brillante, sulla sinistra della cintura è la famosa Betelgeuse, che sembra sempre sul punto di esplodere come supernova ma che gli ultimi studi danno ancora in vita per almeno centomila anni (ma si tratta sempre di stime), mentre sulla destra la brillante stella azzurra è Rigel. Tra la Cintura e Rigel è possibile scorgere altre tre stelline allineate in orizzontale, molto più deboli rispetto a quelle della Cintura. La loro posizione spiega il nome di Spada di Orione. Se i vostri occhi non vi ingannano, potrete verificare anche senza strumenti come la seconda di queste stelline appaia un po’ sfocata. Se questo vi risulta, avete appena visto a occhio nudo la Grande Nebulosa di Orione, nota anche come M42.
Sciami meteorici
Anche a Novembre la Terra attraversa diverse nubi di detriti lasciate da comete o da asteroidi in disgregazione:
- Tauridi Sud attive dal 1/11 al 25/11 con picco il 5/11 e ZHR 5
- Delta Eridanidi attive dal 6/11 al 29/11 con picco il 10/11 e ZHR 2
- Tauridi Nord attive dal 1/11 al 25/11 con picco il 12/11 e ZHR 5
- Zeta Puppidi attive dal 2/11 al 20/12 con picco il 13/11 e ZHR 3
- Leonidi attive dal 14/11 al 21/11 con picco il 13/11 e ZHR variabile
- Alpha Monocerontidi attive dal 15/11 al 21/11 con picco il 21/11 e ZHR variabile
In particolare, le Leonidi sono tra gli sciami più interessanti dell’anno e sono originate dai resti della cometa Tempel-Tuttle. Sembrano presentare un ciclo di attività di 33 anni, pari al periodo orbitale della cometa, con piogge molto intense verificatesi nel 1698, nel 1799, nel 1866, nel 1966 e nel 2001. Sugli sciami, la loro osservazione e la loro ripresa dedicheremo uno speciale nelle prossime uscite.
La Luna
A ottobre 2020 la Luna presenta il proprio ciclo nel modo che segue:
Non sono previste eclissi, quindi si consiglia il panorama per i primi giorni, quando la Luna è in fase di plenilunio, riprese di dettaglio a notte inoltrata nella seconda settimana quando il terminatore amplifica le diverse zone superficiali, luce cinerea dal 18 novembre fino al 20-21 per poi passare di nuovo alle riprese al terminatore fino alla prossima Luna piena.
I pianeti
Quali pianeti saranno visibili durante il mese di Ottobre 2020?
- Mercurio si mostra tra le luci del crepuscolo mattutino, raggiungendo una magnitudine ampiamente negativa (e quindi una maggiore luminosità) a fine mese quando sorge alle ore 06.15 circa.
- Venere è visibile ancora prima dell’alba, sebbene la finestra di osservabilità sia in riduzione. Sorge alle 03:42 a inizio mese e alle 04:49 a fine mese.
- Marte è visibile ancora per tutto il mese, reduce dall’opposizione del 14 ottobre scorso. La sua luminosità andrà comunque a ridursi durante il mese. Sorge alle 16:04 a inizio mese e alle 14:03 a fine mese.
- Giove e Saturno sono vicini, visibili in primissima serata, tramontando poco dopo le 21:30 a inizio mese e poco dopo le 20 a fine mese. Appaiono sempre più vicini nel cielo con il passare dei giorni.
- Urano continua a mostrarsi per quasi tutta la notte anche a Novembre, tramontando alle 06.42 a inizio mese e alle 04.42 a fine mese dopo l’opposizione del 31 ottobre. Per osservarlo c’è comunque bisogno di un binocolo.
- Nettuno è visibile al telescopio nelle prime ore della notte, tramontando alle 02.26 a inizio mese e appena dopo mezzanotte e mezza a fine mese.
Eventi celesti principali
Il 12 novembre una particolare congiunzione, molto larga, tra la Luna e il pianeta Venere con Mercurio quasi sulla stessa linea. L’evento è visibile prima dell’alba, intorno alle ore 05.45.
Il 19 novembre la Luna è in congiunzione con Giove e Saturno, con la migliore osservabilità prima del tramonto dei pianeti intorno alle ore 17.45.
Il 25 novembre in prima serata sarà possibile osservare la Luna in congiunzione con il pianeta Marte.
Il 29 novembre, già dopo il tramonto, la Luna si trova in congiunzione con l’ammasso aperto delle Pleiadi nel Toro, a metà strada rispetto alla stella Aldebaran che verrà avvicinata la sera successiva.
Stazione Spaziale Internazionale (ISS)
Per il mese di novembre 2020 la Stazione Spaziale Internazionale, al netto di modifiche dell’ultima ora, effettuerà passaggi visibili mattutini fino al giorno 12 prima di prendersi una pausa di cinque giorni e tornare con i passaggi serali, più comodi per orario. Di seguito riportiamo i principali passaggi per il Centro Italia, fermo restando che le altezze possono essere più o meno vantaggiose in base al luogo di osservazione. Per conoscere i passaggi per la vostra località potete fare riferimento al sito di AstronomiAmo: sarà sufficiente entrare per avere orari e mappe impostati correttamente.
9 novembre ore 05.18, da orizzonte N-O a orizzonte S-E e altezza massima di 87°
22 novembre ore 18.04, da orizzonte O-S-O a orizzonte N-E e altezza massima 61°
23 novembre ore 17.16, da orizzonte S-O a orizzonte E-N-E e altezza massima 80°
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