Aggiornato il 1 Maggio 2024
Molti pensano che Marte sia un pianeta inospitale, che non abbia mai avuto vita e che non potrà mai averla, ma non è così, perché non tutti sanno che Marte potrebbe aver avuto forme di vita. Secondo alcuni, come per esempio gli autori dello studio pubblicato su Nature lo scorso anno, 3,7 miliardi di anni fa alcune regioni di Marte potrebbero essere state abitate da colonie di microbi situate nel sottosuolo e schermate dalle radiazioni. Ma questa, al momento, è solo un’ipotesi.
Molti scienziati cercano prove che Marte fosse simile alla Terra, prima che un proto-pianeta (probabilmente proveniente da una fascia di asteroidi) entrasse in collisione con esso portando grossi disastri al magnetismo del nucleo e all’atmosfera.
Se noi guardiamo Marte, pensiamo che sia ostile a noi, che non sia adatto a ospitare vita, a causa della grossa quantità di ossido di ferro che ricopre la superficie (conferendole il colore rosso) e per la sua atmosfera. Sappiamo che essa è molto rarefatta, con bassa percentuale di ossigeno, richiedendo quindi la creazione di apposite strutture ermetiche per la colonizzazione umana. Inoltre questa bassissima densità atmosferica non permette di “consumare” buona parte delle meteore che raggiungono Marte. Le temperature sono molto fredde e spesso ci sono forti tempeste di sabbia che possono dar vita a dei tornadi, ma questo non ci spaventa, non spaventa scienziati, studiosi, team di ricerca, associazioni spaziali che studiano un modo per colonizzare Marte.
Per poter colonizzare Marte è necessario considerare dei fattori, il più importante è calcolare il momento in cui Marte è alla distanza più ravvicinata dalla Terra per impiegare il minor tempo possibile nell’inviare astronauti, trovare un modo di procurarsi cibo e acqua.
Per quanto riguarda il cibo, alcuni studi fatti dagli scienziati della Wageningen University & Research, in Olanda, hanno scoperto che su Marte (ovviamente dopo aver adeguatamente preparato e concimato il terreno) è possibile coltivare molte piante che abbiamo qui sul nostro pianeta, come: rucola, erba cipollina, porri, piselli, quinoa, pomodori, segale e ravanelli; per l’acqua invece si potrebbe usare un processo chiamato deliquescenza, sfruttando i ghiacciai oppure usando un bacino d’acqua, che è stato scoperto da un team di scienziati guidato da Roberto Orosei dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) nelle profondità del polo sud di Marte. È il primo lago sotterraneo confermato sul Pianeta rosso, grazie alla sonda Mars Express dell’ESA con a bordo lo strumento chiamato MARSIS (Mars Express Sub-Surface Sounding Radar Altimeter), uno strumento scientifico che ha lo scopo di mappare la struttura sottosuperficiale di Marte fino a una profondità di qualche chilometro.
Quindi, anche se tutto fa pensare che la vita su Marte non sia favorita, possiamo dire che con le ricerche giuste, gli studi giusti, creando le giuste attrezzature e un buon piano di colonizzazione con l’aiuto delle tante sonde e dei tanti rover inviati in questi anni sul suolo marziano, la colonizzazione potrebbe essere possibile.
Se riusciamo a colonizzare nei tempi prestabiliti (2030) la Luna, con le missioni Artemis, Marte alla fine non è così lontano e irraggiungibile, basta pensare in positivo anche perché, alla fin fine siamo sempre stati, sin dall’antichità, un popolo di esploratori: perché non possiamo continuare a esserlo fino alla fine dei tempi? In fondo la conoscenza e la curiosità sono le nostre migliori armi culturali, fanno parte del nostro DNA.
Le fonti che ho utilizzato per scrivere quest’articolo sono:
- Internet (Wikipedia e MediaINAF)
- Enciclopedia dell’Universo di Gribaudo ed. Feltrinelli
- Conoscenze personali acquisite durante conferenze e documentari
- Articolo di MediaINAF, “Microbi nel sottosuolo: un’ipotesi sull’antico Marte“
La redazione di Briciole Spaziali ringrazia il collega Gabriele Franzese dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Capodimonte per la collaborazione nella revisione scientifica del testo.
Add Comment