Una delle tecniche fotografiche più amata dagli astrofotografi è quella degli startrails. Come funziona? In teoria è semplice (poi, come ogni cosa, l’atto pratico mostra molte difficoltà): si lascia la camera accesa per ore ad osservare una direzione fissa del cielo. Col passare del tempo, grazie alla rotazione della sfera celeste, le stelle tracceranno degli archi luminosi che saranno più ampi quanto maggiore è la distanza angolare dalla stella Polare.
Gli startrails sono ovviamente una conseguenza della rotazione, da est ad ovest, della sfera celeste. Si tratta di un moto apparente, dovuto in realtà alla rotazione del nostro pianeta attorno al suo asse in direzione opposta. Il fatto che questa rotazione sia oraria o antioraria dipende ovviamente dal nostro punto di vista.
Consideriamo prima la rotazione del nostro pianeta, ed immaginiamo di osservare il Polo Nord dallo spazio. In tal caso, la rotazione della Terra sarà antioraria. Ripetiamo l’esperimento immaginario guardando il Polo Sud. La rotazione, in questo caso, sarà oraria.
Come ruotano le stelle nel nostro cielo? Se siamo nell’emisfero boreale, ed osserviamo le costellazioni settentrionali vicino alla stella Polare, durante la notte le vedremo ruotare in senso antiorario.
Con uno sforzo di immaginazione possiamo uscire dalla sfera celeste e guardarla da un punto che si trova oltre il polo nord celeste: in questo caso vedremo la sfera celeste ruotare in senso orario attorno alla Terra. Facile immaginare in che direzione vedremo ruotare le costellazioni se fossimo in Sudafrica.
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