Anche questo mese mi lascio ispirare dalla vignetta del buon Antonino La Barbera dedicata ad Alan Turing, e provo a raccontarvi il gioco dell’imitazione, oggi noto come test di Turing, che propone un possibile criterio per decidere se un’intelligenza artificiale è confondibile con un essere umano(1)In effetti lo è da un bel po’, il che forse dovrebbe farci riflettere più su noi stessi, che sull’intelligenza delle macchine, ma questo è un discorso lungo che non compete al sottoscritto intraprendere.
D’altra parte a breve ricorrerà l’anniversario della sua nascita, avvenuta il 23 giugno del 1912, ovvero 112 anni fa. Turing, al pari di Peter Higgs e molti altri scienziati, è per me una figura di riferimento particolarmente importante. Non sto qui a riassumervi tutto: basti, a puro titolo esemplificativo, ricordare che il suo lavoro di crittografia durante la seconda guerra mondiale fu fondamentale per salvare migliaia di vite e permettere di sconfiggere i nazisti. Fu in quel contesto che conobbe una delle protagoniste dell’astrografica di oggi, Joan Clarke, mentre Christopher Strachey è stato un suo assistente e collaboratore negli anni in cui diresse il Computing Machine Laboratory.
Note
↑1 | In effetti lo è da un bel po’, il che forse dovrebbe farci riflettere più su noi stessi, che sull’intelligenza delle macchine, ma questo è un discorso lungo che non compete al sottoscritto intraprendere |
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