Dal 6 all’8 giugno 2025 il borgo medievale di Castellaro Lagusello (MN) tornerà a trasformarsi in un grande laboratorio di divulgazione scientifica accessibile, grazie alla nuova edizione del Festival di Astronomia L’Universo in tutti i sensi. Viaggio nel buio, organizzato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) in collaborazione con il Centro OAE Italia (I-OAE), l’ufficio dell’Unione Astronomica Internazionale (IAU) per il supporto dei processi educativi attraverso l’utilizzo dell’astronomia, con cui condivide una filosofia educativa basata su pratiche hands-on e inclusive. Non solo un evento per appassionati di stelle, ma un’occasione educativa straordinaria che mette al centro inclusione, formazione e multisensorialità, coinvolgendo scuole, università e visitatori di ogni età.
Il cuore del Festival batte dentro il progetto AMACA – Apprendimento Multisensoriale, Accessibile e Circolare dell’Astronomia, un modello innovativo di trasmissione della conoscenza che supera le barriere sensoriali e didattiche. Il progetto coinvolge una rete di attori – ricercatori, dottorandi, studenti delle scuole superiori, insegnanti – in un ciclo virtuoso in cui la scienza si fa esperienza concreta, accessibile e condivisa.
La scienza passa di mano in mano

Il programma del Festival di Astronomia prevede mostre, laboratori interattivi, conferenze divulgative, spettacoli, osservazioni del cielo e proiezioni, dove i visitatori di ogni età possono fare esperienze dirette. Tutte le attività sono multi-sensoriali, includono cioè tutti i sensi, vista, tatto, udito, olfatto, e sono progettate in modo che tutti i visitatori, anche con disabilità sensoriali, possano non solo accedere alla conoscenza dell’astronomia, ma anche scoprire modi nuovi e diversi di esplorare l’Universo.
In questa quinta edizione l’astronomia si intreccia con arte, filosofia, psicologia, archeologia e musica in un viaggio alla scoperta del buio, la risorsa più preziosa per gli astronomi, offrendo attività multi-sensoriali per esplorare l’Universo in tutti i sensi racconta Anita Zanella, ricercatrice INAF e curatrice del Festival, che aggiunge:
Il Festival è frutto di un percorso formativo che coinvolge gli studenti e gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado portandoli a contatto con i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Università di Padova e di Bologna, dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e dell’Ente Nazionale Sordi. Questo percorso si è rivelato estremamente efficace nella comunicazione dell’astronomia non solo a persone con disabilità visive, ma anche al pubblico e a studenti vedenti per i quali l’approccio interattivo e multisensoriale è stato coinvolgente e istruttivo.
Un processo che forma e trasforma: i dottorandi imparano a comunicare la scienza in modo accessibile e creativo, gli studenti delle scuole superiori acquisiscono competenze scientifiche e relazionali, e il pubblico vive un’esperienza educativa partecipata, in cui ogni senso viene chiamato in causa per esplorare il cosmo.
Il buio come risorsa educativa

Il tema dell’edizione 2025, Viaggio nel buio, offre un’occasione per ribaltare un pregiudizio: il buio non è assenza, ma condizione fondamentale per osservare, ascoltare, conoscere. Come il silenzio è necessario per sentire, così l’oscurità è lo spazio privilegiato in cui l’astronomia può rivelarsi. Le attività del Festival – mostre, spettacoli, conferenze, osservazioni al telescopio – riflettono questa filosofia e lo fanno attraverso linguaggi multi-sensoriali: immagini, suoni, mappe tattili, profumi e sapori diventano strumenti per avvicinarsi all’Universo.
Particolarmente significativa sarà l’esperienza degli aperitivi al buio, condotti da psicologi, archeologi e architetti, che invitano il pubblico a “sentire” il mondo senza la vista. Le mostre sonore e tattili, le passeggiate notturne nei boschi, e le osservazioni con supporti tattili e sonificazioni dei dati astronomici permetteranno anche ai visitatori non vedenti o sordi di partecipare pienamente alla scoperta scientifica.
Tra le iniziative più originali spicca la proposta di Adamantia Paizis, Federica Duras, Marco Castellani e Laura Paganini del Gruppo Storie INAF, che al quarto anno di collaborazione con il Festival in quest’edizione ha ideato una serie di favole astronomiche per bambine e bambini dai 3 ai 10 anni.
Raccontare il buio, fra astronomia e fantasia: non è stato facile ma ce l’abbiamo messa tutta. Strada facendo, dalle oscure profondità, abbiamo visto emergere LampaLune, mostri sotto i letti e lasagne notturne. Una bella esperienza, ma… dove sono i buchi neri quando servono? scherza Adamantia Paizis, astrofisica e responsabile del gruppo.
Educazione gratuita, accessibile e di qualità
Tutte le attività del Festival sono gratuite e aperte a tutti. Questo approccio democratico alla cultura scientifica è parte integrante della missione del progetto AMACA, che ogni anno raggiunge migliaia di beneficiari: studenti, insegnanti, famiglie, turisti. Le attività non si fermano al weekend del Festival, ma continuano nelle scuole attraverso i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) e la formazione degli insegnanti, con materiali disponibili liberamente sulla piattaforma PlayINAF.
Il valore educativo e inclusivo del progetto ha attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale, della stampa e perfino dell’ONU, che ha segnalato il Festival come evento di alto valore culturale e sociale.
Un modello replicabile di divulgazione inclusiva
Il Festival di Castellaro Lagusello rappresenta un esempio virtuoso di come la scienza possa uscire dai laboratori e diventare un’esperienza collettiva, sensoriale, aperta a tutti. Un modello replicabile che unisce alta formazione scientifica, educazione scolastica e partecipazione del pubblico, e che dimostra come l’astronomia possa essere raccontata – e vissuta – anche al buio.
Per saperne di più visita il sito web del Festival.
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