Descrizione
Quella dell’Unicorno è una debole costellazione la cui definizione è attribuita all’astronomo e cartografo fiammingo Petrus Plancius nel 1613. Venne successivamente ripresa nel 1624 da Jakob Bartsch, che le assegnò il nome di Unicorno.
Secondo Wilhelm Olbers e Ludwig Ideler la costellazione è più antica di quel che sembra, mentre Joseph Scaliger riteneva che fosse già presente tra le costellazioni persiane. Infine Camille Flammarion riteneva che l’Unicorno formasse un’unica costellazione con il Microscopio. Tutte queste supposizioni, però, non hanno trovato alcuna conferma.
Infine segnaliamo che tre asterismi cinesi, Sze Fūh, Kwan Kew e Wae Choo, si trovano tutti all’interno dell’area occupata dall’Unicorno.
Oggetti celesti più importanti
La costellazione è caratterizzata dalla presenza di una stella tripla, Beta Monocerotis. Il sistema di tre stelle, delle magnitudini apparenti di 4.7, 5.2 e 6.1, venne scoperto da William Herschel, che lo descrisse come una delle viste più belle dei cieli.
L’Unicorno, in contrasto con la sua scarsa luminosità, risulta ricco di oggetti galattici, come gli ammassi aperti M50 o NGC 2232:
Sempre nella costellazione dell’Unicorno si trova la Nebulosa Rosetta, al cui centro si trova NGC 2244:
Mito
Non c’è alcun mito specifico associato con la costellazione. L’unicorno, che da nome a questo gruppo di stelle, è un animale mitologico, generalmente rappresentato come un cavallo bianco con un lungo corno in mezzo agli occhi. Viene a volte confuso con il monocero, altro animale mitologico ma di origine asiatica. D’altra parte le due parole, unicorno e monocero, hanno lo stesso significato, sebbene il monocero sia un assemblaggio di differenti animali (cavallo, elefante, cinghiale, cervo), ma sempre con un unico corno in fronte.