Aggiornato il 2 Ottobre 2020
[vc_row][vc_column][vc_custom_heading text=”Descrizione” font_container=”tag:h2|text_align:left|color:%23000000″ google_fonts=”font_family:Montserrat%3Aregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_column_text]La costellazione dello Scudo è una costellazione piccola e difficile da identificare. Le sue stelle hanno una magnitudine piuttosto bassa (α Scuti, la più brillante, una gigante arancione di magnitudine 3,85, distante 174 anni luce e β Scuti, una gigante gialla di magnitudine 4,22, distante 689 anni luce), che non le rende facilmente identificabili anche a causa della presenza ravvicinata della Via Lattea. La sua massima visibilità è in estate, quando appare alta sull’orizzonte tra le costellazioni del Sagittario e dell’Aquila.[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Oggetti celesti più importanti” font_container=”tag:h2|text_align:left|color:%23000000″ google_fonts=”font_family:Montserrat%3Aregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_column_text]La principale caratteristica della costellazione è la Nube dello scudo, un addensamento di stelle che, in una notte sufficientemente buia, appare come una macchia chiara nel cielo. Già con un semplice binocolo è possibile osservare campi stellari particolarmente ricchi, in particolare nella parte settentrionale.Tra gli oggetti del cielo profondo segnaliamo M11, detto anche Ammasso dell’Anatra Selvatica, un ammasso aperto estremamente popolato, il vero pezzo forte di questa costellazione; dista 5.500 anni luce e ha un’età di 500 milioni di anni, rendendolo uno tra i più vecchi ammassi aperti conosciuti.
M26 è un altro ammasso aperto composto da poche stelle e considerevolmente meno luminoso di M11.[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Curiosità” font_container=”tag:h2|text_align:left|color:%23000000″ google_fonts=”font_family:Montserrat%3Aregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_column_text]Tra le sonde che abbiamo mandato nello spazio, la Pioneer 11, lanciata il 6 aprile del 1973, si sta dirigendo proprio verso la costellazione dello Scudo. Alla velocità attuale raggiungerà la stella più vicina solo tra poco più di un milione di anni. Le sue batterie, però, si esauriranno molto prima.[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Storia” font_container=”tag:h2|text_align:left|color:%23000000″ google_fonts=”font_family:Montserrat%3Aregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_column_text]La costellazione venne introdotta nel 1690 dall’astronomo polacco Johannes Hevelius in onore Jan Sobieski per celebrare la vittoria dell’esercito cristiano guidato dal re polacco contro l’avanzata dell’impero ottomano nella Battaglia di Vienna del 12 settembre 1683.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]