Aggiornato il 3 Aprile 2024
Dopo lo smembramento della Nave Argo, la costellazione dell’Idra è diventata la più estesa delle costellazioni del cielo stellato. Con la sua linea sinuosa, si sviluppa parallelamente all’eclittica, senza mai tagliarla.
Nonostante si trovi, tra le altre, a “pochi passi” dalla Vergine, l’Idra non è di facile individuazione a causa della bassa luminosità delle sue stelle. L’asterismo più facilmente individuabile è quello della Testa dell’Idra, che si trova accanto al Cancro ed è costituito da stelle con una magnitudine intorno a 3.
Oggetti celesti più importanti
La stella più luminosa della costellazione, Alphard (Alpha Hydrae) è una gigante arancione con magnitudine apparente di 1.99 e distante da noi 177 anni luce. Il nome di questa stella, la solitaria, è anche piuttosto indicativo, visto che Alphard è la stella più luminosa di quell’area di cielo, facilmente individuabile anche a occhio nudo, tanto da sembrare appunto sola lungo lo sfondo scuro del cielo.
La stella più luminosa della Testa è invece Hydrobius, Zeta Hydrae, una stella gialla di magnitudine 3.1 distante da noi 151 anni luce. Altre due stelle di magnitudine comparabile sono poi Dhanab al Shuja (Gamma Hydrae), accanto alla Vergine e con magnitudine apparente di 2.99, e Sherasiph (Nu Hydrae), accanto al Cratere, con magnitudine 3.11.
Sempre intorno a questa magnitudine si trova una delle tante stelle doppie presenti nell’Idra, Epsilon Hydrae, costituita da una stella di magnitudine 3.4 e da una compagna di magnitudine 7.8, entrambe due stelle gialle.
Tra gli oggetti del profondo cielo si segnala in particolare la nebulosa planetaria NGC 3242. Scoperta il 7 febbraio del 1785 da William Herschel, è una delle più luminose del cielo e vista con un piccolo telescopio appare come un disco bluastro simile a un pianeta e con un alone dello stesso colore intorno, motivo per cui viene chiamata anche come Fantasma di Giove. In effetti, se osserviamo l’immagine prodotta dal Galaxy Evolution Explorer della NASA vediamo il centro della nebulosa, colorato di blu e circondato da polveri interstellari che sembrano assumere una forma “fantasmatica”.
Vale la pena ricordare che questa stessa nebulosa venne osservata negli anni Trenta del 1800 anche dal figlio di William, John Herschel, mentre si trovava al Capo di Buona Speranza in Sud Africa.
Altro oggetto interessante da osservare con un piccolo strumento (un binocolo o un telescopio) è M48, un ammasso aperto vicino al confine con l’Unicorno e con una magnitudine di 5.5.
Nell’Idra ci sono, poi, diverse stelle con sistemi planetari verificati o in corso di verifica. Molte sono le nane gialle, ma le due stelle più interessanti sono le nane rosse Gliese 357 e Gliese 433. Entrambe presentano due super Terre, ma mentre 433 ha anche un gigante gassoso, 357 sembra possedere anche un pianeta di tipo terrestre della massa di poco meno del doppio di quella terrestre e un raggio di poco superiore. Il problema è che si trova un po’ troppo vicina alla stella, mentre nella zona abitabile si trova la più lontana delle due super Terre.
Mito
L’Idra è una costellazione di origine babilonese, probabilmente la costellazione serpentina denominata come MUL.DINGIR.MUŠ, e una delle due costellazioni serpentine che sono confluite nella cosmogonia greca (l’altra è la costellazione del Serpente). Era rappresentata come un essere mitologico ibrido tra un serpente, un leone e un uccello.All’Idra sono associati due miti differenti. Il primo è legato al dio Apollo, che aveva mandato il Corvo a riempire di acqua una tazza. Quest’ultimo, però, perse tempo per mangiare dei fichi e quando finalmente ritornò da Apollo, diede la colpa del ritardo all’Idra. Apollo, però, che aveva visto tutto, per punizione mise in cielo il Corvo accanto all’Idra a sua volta posta a guarda del Cratere (la tazza) per impedire al primo di potersi dissetare.
Il mito più noto è, invece, quello associato alla seconda delle fatiche di Ercole. L’Idra, figlia Tefeo ed Echidna, consanguinea del Dragone, aveva nove teste. Solo che ogni volta che perdeva una testa, al suo posto ne ricrescevano due. Questo fatto, quando Ercole iniziò la sua battaglia contro l’Idra, rischiava di mettere in grande difficoltà l’eroe. Al suo fianco, però, c’era il nipote e cocchiere Iolao, il suo sidekick per dirla in termini supereroistici, che iniziò a bruciare i monconi delle teste che lo zio tagliava con la sua ascia: in questo modo le teste non ricrescevano.
Alla fine restò la sola testa immortale, che Ercole staccò dal resto del corpo per seppellirla sotto terra. Quindi sventrò ciò che era rimasto e immerse le sue frecce nelle velenose interiora dell’Idra. Quest’ultima viene normalmente rappresentata con una sola testa, molto probabilmente l’unica immortale.