Aggiornato il 2 Ottobre 2020
Descrizione
Larga e prominente costellazione a forma di aquilone, confinante con un evidente semicerchio di stelle che formano la Corona Boreale.
Oggetti celesti più importanti
Alpha Bootis, detta Arturo, marca la base dell’aquilone; è la quarta stella in apparenza più luminosa del cielo, ha un diametro 25 volte quello del Sole e dista 37 anni luce.
Boote si trova in una regione lontana dalla Via Lattea e poco popolata di stelle e quindi non presenta ammassi stellari o nebulose ma è nota tra gli astronomi in quanto contiene un distante ammasso di galassie.
Tra gli oggetti del profondo cielo è presente un ammasso globulare, NGC 5466, abbastanza appariscente e noto soprattutto per la sua scarsissima concentrazione; può essere individuato con un telescopio di medie dimensioni.

Mito
Nella mitologia la costellazione di Boote è spesso accostata a quella dell’Orsa Maggiore e a quelle dei Cani da Caccia o al Cane Maggiore. Secondo l’etimologia, il nome della costellazione, però, ha una doppia derivazione. Potrebbe infatti discendere da una parola greca che significa rumoroso, riferendosi alle urla che il pastore rivolge al gregge. In alternativa il nome potrebbe derivare dall’espressione in greco antico che indica colui che spinge avanti i buoi. D’altra parte l’Orsa Maggiore era anche rappresentata come un carretto tirato da buoi, da cui anche il nome di Grande Carro per identificare questa costellazione.
La costellazione di Boote, però, era anche nota come Arctophylax, che indica sia Sorvegliante dell’Orsa sia Custode o Guardiano dell’Orsa.
Quest’ultima indicazione avvalora il mito più noto legato a Boote, secondo cui questa costellazione rappresenta Arcas, figlio di Zeus e Callisto. Quest’ultima era stata, infatti, trasformata in un’orsa ed era stata inseguita dal figlio Arcas durante una battuta di caccia, non sapendo che l’animale che stava inseguendo era in realtà sua madre. Durante questo inseguimento, i due finirono all’interno di un tempio dedicato proprio a Zeus, dove però vigeva il divieto di ingresso, pena la morte. Così il dio decise di prendere i due e porli in cielo per sottrarli al loro destino.