Aggiornato il 14 Aprile 2021
Marte è il quarto pianeta del Sistema Solare. E’ detto anche “pianeta rosso” per il suo caratteristico colore, dovuto all’ossido di ferro che abbonda sulla sua superficie. Il pianeta, visibile anche ad occhio nudo, è noto fin dall’antichità e prende il nome dal dio romano della guerra, forse a causa del suo colore acceso.
Marte è stato sempre indicato come il più probabile candidato ad accogliere la vita sulla sua superficie, perché le sue condizioni ambientali sono quelle che più si avvicinano a quelle terrestri, tra tutti i pianeti del Sistema Solare.
L’interesse su Marte e sui “marziani”, però, inizia nella seconda metà del XIX secolo, quando Giovanni Schiaparelli, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Brera, iniziò a osservare il pianeta Marte. Era l’estate del 1877 e l’osservazione del pianeta rosso era particolarmente agevole. Schiaparelli realizzò le prime mappe dettagliate della superficie del pianeta, osservando delle strisce scure, che chiamò canali, e una serie di macchie. Inoltre osservò una variazione stagionale di queste macchie e canali. L’ipotesi che avanzò fu quella di presenza di acqua, mentre la variazione stagionale si supponeva potesse essere dovuta allo scioglimento dei ghiacci ai poli. Quando i suoi risultati iniziarono a girare per il mondo, una cattiva traduzione in inglese generò una discussione sull’esistenza dei marziani: il termine canali, infatti, invece di essere tradotto come canals, che indica i canali naturali, venne reso come channels, che indica i canali artificiali, generando una lunga discussione che ispirò Herbert George Wells per la sua Guerra dei mondi.
Come si scoprì successivamente, le striature non erano altro che un effetto ottico e le variazioni stagionali nell’aspetto delle macchie dovute al deposito e allo spostamento di sabbia sotto l’azione dei forti venti marziani.
La superficie marziana ha una grande varietà morfologica: vi si trovano monti, vallate, crateri, bacini e vulcani. Dal punto di vista morfologico, Marte si può suddividere in due grandi regioni. L’emisfero sud è geologicamente più vecchio, caratterizzato da altopiani e crateri a fondo piatto. L’emisfero nord è più giovane e dominato dalla regione del massiccio di Tharsis, ricca di vulcani.
I crateri marziani sono stati in parte erosi dall’atmosfera, anche se ce ne sono di giovani: Marte viene tuttora bombardato da una certa quantità di meteoriti. Alcuni crateri sembrano invece di origine vulcanica. I bacini hanno dimensioni fino a 2.000 km. I vulcani di Marte si raggruppano in due regioni principali, l’altopiano di Tharsis, largo 4.000 km e alto 10, e Arsia Silva. La faglia più importante, nota come Vallis Marineris, è in realtà un enorme sistema di canyon, lungo 4.500 km, largo fino a 120 e profondo fino a 7. Il suolo di Marte è ricoperto da una moltitudine di rocce e da uno strato di sabbia profondo qualche centimetro.
Un’altra importante caratteristica di Marte sono le sue calotte polari: esse sono depositi stratificati di anidride carbonica e sabbia alternate, che ricoprono i poli del pianeta. Le dimensioni delle due calotte sono diverse e variano nel corso delle stagioni marziane. Durante l’estate dell’emisfero nord, l’anidride carbonica sublima a causa dell’insolazione, cioè passa direttamente dallo stato solido a quello gassoso, e la calotta scompare lasciando un residuo di ghiaccio d’acqua. La calotta meridionale, invece, si restringe ma non scompare mai del tutto. Ed è proprio nell’emisfero sud del pianeta che è stato trovato un lago d’acqua salato sotto la superficie. Il risultato è stato ottenuto grazie alla sonda dell’ESA Mars Express.
L’atmosfera marziana è molto tenue: la pressione sul pianeta varia da un massimo di 9 millibar sul fondo delle depressioni, fino ad un minimo di 1,5 sulla sommità dei monti, con una media di 6,1 millibar. Malgrado la scarsissima densità atmosferica, Marte è spazzato da fortissimi venti, che provocano delle vere e proprie tempeste di sabbia in grado di oscurarne anche per mesi la superficie.
In questa atmosfera si muovono delle nubi di colore giallastro, che sono in realtà vortici di sabbia sollevati dai venti. Esse possono arrivare fino ad altezze di 50 km e nascondere l’intera superficie del pianeta. Inoltre si trovano nubi di colore blu, localizzate tra 10 e 20 km di altezza dal suolo, composte di cristalli di ghiaccio.
La densità così bassa dell’atmosfera, infine, è dovuta all’assenza di campo magnetico di Marte. Si suppone che la causa di tale assenza sia stato il veloce raffreddamento del nucleo del pianeta. A causa di questa assenza da un lato la bassa gravità del pianeta non era in grado di trattenere i gas più leggeri, e dall’altro l’azione di raggi cosmici e vento solare ha contribuito a, letteralmente, erodere gli strati più alti dell’atmosfera, lasciando per lo più gas serra come l’anidride carbonica, di cui Marte è particolarmente ricco.
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