Aggiornato il 18 Settembre 2025
Il meeting Oltre i confini ha proposto al personale dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) un’occasione di formazione, analisi e riflessione sulle molteplici e multiformi barriere che oggi limitano l’accesso alla cultura scientifica. E non solo: l’invito all’azione espresso da relatrici e relatori si è concretizzato in un esercizio pratico di problem solving. Divise in gruppi quanto più eterogenei possibile, i partecipanti hanno ragionato su quattro tematiche fondamentali (neuroatipicità, multiculturalità, genere e disabilità sensoriali e motorie), identificando alcune domande chiave e alcune delle best practices messe in atto.
Neuroatipicità
Da questo interrogativo ha avuto inizio il workshop sul tema delle neurodivergenze: da subito, il gruppo ha identificato il tema come qualcosa di cui si sa molto poco, nonostante sia emerso anche dal gruppo stesso quanto diffuso sia il fenomeno. Le soluzioni proposte spaziano dalla richiesta di formazione alla volontà di costruire un ambiente il più possibile sereno e rispettoso, che eviti laddove possibile l’imprevisto, senza farsi bloccare dalla paura di sbagliare.
Tra le buone pratiche di immediata applicabilità: la creazione di una quiet room in ogni sede; l’attenzione nella scrittura delle email, facendo attenzione al linguaggio (letterale e pulito), con header/footer di apertura; la pianificazione di riunioni in modo organizzato, rispettando programma e orari.
Parole chiave: pazienza, gentilezza, empatia, ascolto, confini e rispetto.

Multiculturalità
L’accesso all’ente risulta alquanto complicato: per aumentare la competitività, si è proposto di semplificare i bandi di concorso, sia in italiano che in inglese, e di migliorarne la diffusione internazionale, offrendo un supporto economico nel trasferimento da un paese estero. Sono state avanzate soluzioni disparate, dagli accordi nazionali con banche, università, agenzia delle entrate e sistema sanitario nazionale, alla creazione di una checklist nazionale delle procedure burocratiche per l’assunzione e permanenza in Italia, con successiva integrazione o declinazione a livello locale, fino ad azioni che interessano le singole sedi come la promozione dei profili delle persone neo assunte, incontri informali di presentazione e offerta di corsi di lingua (italiano e inglese).
Tra le azioni necessarie: la formazione del personale con ruolo di dirigente sulla gestione dei conflitti multiculturali, e la diffusione del codice etico-comportamentale bilingue.
Genere
In questo workshop sono state identificate due principali aree di intervento: da una parte quella del linguaggio inclusivo di genere, dall’altra quella della rappresentatività, che si lega a doppia mandata alle responsabilità di cura, altro aspetto chiave che ricade in maniera preponderante sulle donne.
Tra le buone pratiche, durante il workshop si è sottolineata l’importanza di usare il linguaggio neutro (anche nelle email), la possibilità di inserire pronomi e nome d’elezione sia nel formulario di iscrizione che sui badge, e la necessità di un codice di condotta, che includa persone a cui rivolgersi per segnalazioni ma anche una procedura per segnalazioni anonime.
Con l’obiettivo di raggiungere la parità di genere sia nella rosa di relatori e relatrici che nell’intera platea, sono state proposte idee radicali: promuovere una open call per incoraggiare una partecipazione più ampia, o addirittura destrutturare il concetto di review o invited talk, preferendo o affiancando a essi interventi sulle prospettive future di ricerca, così da includere più persone junior. Del resto, la comunità di ricerca vanta già una certa diversità di genere, soprattutto per quanto riguarda le generazioni più giovani, ma è difficile darle spazio se sono sempre le stesse persone (appartenenti al gruppo/genere dominante) a decidere chi terrà le relazioni su invito, per esempio, che sono il riconoscimento più prestigioso all’interno di un congresso.
Si è discusso anche di childcare e, più in generale, di caregiving: imperativo prevederne la necessità in anticipo, proponendo soluzioni logistiche e budget dedicato, come anche pause più lunghe e bagni genderless, adatti alle esigenze dei genitori.

Disabilità sensoriali e motorie
Il gruppo ha analizzato sia problematiche e casistiche interne a INAF, sia esperienze nelle relazioni verso l’esterno. Si è parlato dell’ambito lavorativo, dalle procedure concorsuali all’accoglienza di persone neo assunte appartenenti a categorie protette, ma anche di pratiche da implementare sempre per rendere luoghi, eventi e contenuti più accessibili. Si è sottolineata la necessità di linee guida e corsi di formazione, l’importanza della co-progettazione e della condivisione di risorse e pratiche utili, l’urgenza di coinvolgere i vertici e di rendere incontri come questo periodici, come i seminari che si tengono nelle sedi.
INAF: verso il futuro
Dal convegno Oltre i Confini sono scaturite molte idee, suggerimenti, lamentele e prospettive. E anche gruppi di persone che stanno lavorando per provare a concretizzare alcune di queste.
INAF ha di per sé diversi organismi che hanno in carico il benessere di lavoratori e lavoratrici dell’ente, che hanno presentato le loro attività: il gruppo che ha stilato il GEP, piano di eguaglianza di genere (che INAF ha adottato anche se ancora fatica a metterlo in pratica); il CUG, comitato unico di garanzia, che promuove tramite azioni e formazione offerte a tutto il personale durante l’orario di lavoro; il gruppo Univers@ll, che promuove e mette in pratica azioni per l’inclusione e la partecipazione universale alla cultura scientifica.
Insieme a questi tre gruppi, promotori e organizzatori del convegno, hanno partecipato due figure istituite dall’INAF (seppur indipendenti dall’ente stesso): la Consigliera di Fiducia, avvocata competente in relazioni lavorative e la psicologa responsabile dello Sportello di Ascolto. E infine il SID (Servizi Informatici per il Digitale), servizio di supporto trasversale a tutte le attività dell’ente, con i servizi informatici che sempre di più trasformano in righe di codice e portali web i processi necessari a dare a chiunque la possibilità di svolgere meglio il proprio lavoro, e la Disability Manager, figura di cui l’ente si è dotato (anche se forse ancora poco conosciuta tra il personale).
I workshop del congresso Oltre i confini hanno attivato un confronto concreto su sfide reali, evidenziando il valore del dialogo tra competenze diverse. Sarà ora compito dei gruppi e degli organismi già operativi all’interno di INAF – nonché di tutto il personale dell’ente – valorizzare e mettere in pratica quanto emerso, dando continuità e concretezza al percorso appena iniziato.
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