Scoperte Teatro

Le Sorelle del Cielo: quando il teatro restituisce voce alle scienziate dimenticate

Al Planetario di Torino un viaggio emozionante tra scienza, narrazione e memoria storica

Un giorno, durante una prova, ho visto gli occhi di una ragazzina di tredici anni spalancarsi per la meraviglia, come se avesse percepito una possibilità che non aveva mai considerato. Questo è anche uno degli obiettivi raggiunti dallo spettacolo teatrale Le Sorelle del Cielo, andato in scena il 10 ottobre 2025 all’interno del Planetario di Torino. Creato e interpretato dall’attrice e regista Grazia Dentoni dell’Associazione Ananché e dalla professoressa Simonetta Marcello dell’Università di Torino, lo spettacolo è un’esperienza che emoziona.
Le autrici sono da sole in scena, sotto la cupola stellata. Sembra di stare in mezzo al mare, immersi tra le stelle. In un’ora di narrazione il pubblico viene trasportato all’interno di una navicella spaziale per un viaggio nel tempo. Grazia Dentoni interpreta Nur – che significa “luce” in sardo arcaico – e accoglie i passeggeri che incontreranno le sorelle. La capitana Simonetta Marcello accende i motori e al ritmo dei suoi tamburi trasporta il pubblico in una narrazione della vita di ognuna delle sorelle, richiamandole e facendole apparire in carne e ossa.

Sorelle Cielo Dentoni Marcello
Grazia Dentoni e Simonetta Marcello

In questa suggestione emergono astronome delle quali non si sente parlare mai, relegate tra le sabbie del tempo. Si susseguono nomi noti e altri dal sapore antico: dalla conosciuta Valentina Tereškova a Katherine Johnson, da Cecilia Payne Gaposchkin a Henrietta Swan Leavitt, fino a quattro suore italiane – Emilia Ponzoni, Regina Colombo, Concetta Finardi, Luigia Panzeri. E ancora Mary Sommerville, Wang Zhenyi, Nicole Lepaute, Maria Clara Eimmart, Sophie Brahe, Mariam Al-Asturlabi, Seondeok, raggiungendo le profondità dei millenni con En Heduanna.
Una delle difficoltà affrontate in scena è che ognuna di queste figure ha uno spazio-tempo di “anima-azione” brevissimo. L’empatia deve essere all’ennesima potenza: ogni donna deve riuscire a trasportare il pubblico nella propria storia in una manciata di minuti. Il risultato è un dialogo inedito tra arte e scienza, un ponte narrativo capace di attraversare secoli di scoperte, di ostacoli e di silenzi, interrogandosi sulle difficoltà attuali.
Lo spettacolo, ispirato al volume The Unforgotten Sisters edito da Springer (ora disponibile anche in versione italiana col titolo de Le Sorelle Dimenticate), risulta particolarmente toccante all’inizio e alla fine con la pronuncia rituale dei nomi di queste donne. Un gesto semplice ma potente, che può avere tanti rimandi ancestrali. A me ha ricordato la poesia di Siv Cedering Letter from Caroline Herschel dove, al termine di un’ipotetica lettera, l’autrice ammette che qualche volta, nel buio della notte, pronuncia i nomi di passate colleghe per non dimenticarle e non farle dimenticare.

Sorelle Cielo Dentoni Marcello Applausi
Grazia Dentoni e Simonetta Marcello

Un ringraziamento alle autrici per la loro disponibilità. Per le prossime rappresentazioni si consiglia di consultare il sito dell’Associazione Ananché.

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