Risate spaziali

“Di maniera che non è un sol mondo”

Pericoloso arrivare in anticipo

202511 Giordano Bruno

Sul numero di Nature del novembre 1995 apparve, con un titolo piuttosto sobrio, A Jupiter-mass companion to a solar-type star, un articolo che molti, nella comunità scientifica, attendevano con impazienza.
Il 6 ottobre di quello stesso anno era stato infatti annunciato che la stella 51 Pegasi possedeva un compagno delle dimensioni di Giove che le orbitava intorno. Le osservazioni delle variazioni periodiche nella velocità radiale della stella avevano rivelato la presenza di questo oggetto, situato a soli otto milioni di chilometri dalla sua stella madre, ben all’interno dell’orbita di Mercurio nel nostro Sistema Solare.
Era la prima scoperta e conferma osservativa di un mondo al di fuori del nostro Sistema Solare.
Ad oggi, gli esopianeti — così chiamiamo i pianeti che orbitano attorno a stelle diverse dal Sole — confermati sono ben oltre 6.000, distribuiti in più di 4.500 sistemi planetari. Sembra ormai che quasi ogni stella studiata ospiti un proprio sistema di pianeti.
Nonostante si sia dovuto attendere l’ultimo decennio del secolo scorso per averne la certezza scientifica, già da molti secoli scienziati, filosofi e scrittori di fantascienza avevano considerato plausibile l’esistenza di altri mondi.
Alla fine del Cinquecento, Giordano Bruno, sostenitore della teoria copernicana, fu tra i primi ad avanzare l’idea che le stelle fisse fossero simili al Sole e potessero essere accompagnate da pianeti.
Le sue idee, straordinariamente avanzate per l’epoca, gli valsero l’accusa di eresia: fu processato e condannato al rogo.
Bruciò in Campo de’ Fiori, a Roma, il 17 febbraio 1600.

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