Terra!, pubblicato nel 1983, è stato il terzo libro di Stefano Benni. Tradotto anche in inglese due anni più tardi, è una storia di fantascienza in cui alcuni esseri umani si mettono in viaggio alla ricerca di una fantomatica Terra 2. Nel corso del viaggio il gruppo si racconta delle storie, e in particolare questa, molto breve, mi emoziona ogni volta che la rileggo:
Benni, con questa breve storia, fa riferimento alla scoperta della struttura degli atomi.
Il primo modello atomico dell’era moderna risale al 1902, proposto da Joseph John Thomson che lo immaginava come una massa di carica positiva al cui interno erano immersi gli elettroni. Il tutto risultava elettricamente neutro. Il modello di Thomson passò alla storia come il modello a panettone.
Alcuni anni più tardi, nel 1910, Johannes Geiger e Ernest Marsden, due allievi di Ernest Rutherford, svolsero un esperimento che aveva l’obiettivo di verificare le supposizioni di Thomson. Allo scopo bombardarono un sottilissimo foglio di oro con particelle alfa, una particolare radiazione che noi oggi sappiamo essere costituita da nuclei di elio-4, costituiti da due neutroni e due protoni. I risultarti furono sorprendenti: solo l’1% delle particelle alfa erano state deviate!
A fronte di questi risultati Rutherford comprese che all’interno dell’atomo esistevano degli enormi spazi vuoti, stimando che il raggio atomico fosse tra le 10000 e le 100000 volte maggiore rispetto al raggio del nucleo. A quel punto il fisico britannico propose un nuovo modello, noto come modello planetario perché simile a quello del Sistema Solare.
Il modello, che venne successivamente raffinato da Niels Bohr e Arnold Sommerfeld, era in grado di descrivere con una buona precisione solo l’atomo di idrogeno, ma non tutti gli altri atomi. Per ottenere una descrizione precisa di qualsiasi atomo bisogna attendere il 1925 con l’arrivo dell’equazione di Schrodinger, scoperta da Erwin Schrodinger.
Le previsioni di questa equazione sono state verificate visivamente nel 2013 con la prima “fotografia” dell’atomo di idrogeno. E alla fine è proprio quest’ultima scoperta che ho voluto celebrare a partire dalla citazione di uno dei più amati narratori della letteratura italiana. Per cui l’astrografica di oggi vuole essere un modo per ricordare i 100 anni dall’equazione di Schrodinger e, soprattutto, omaggiare Stefano Benni, che ci ha recentemente lasciato.
Buona lettura!

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