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Creatività al planetario: un binomio di successo

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Questo mese andiamo in Colombia, dove l'astronoma e divulgatrice Michelle Mora presenta un progetto innovativo per coinvolgere il pubblico tra scienza e ricamo
Michelle Mora
Michelle Mora
Dopo uno iato di alcuni mesi, Universo Mondo è tornato! Questo mese ci rechiamo in Sud America, in particolare in Colombia, e celebriamo il centesimo compleanno dei planetari con una visita speciale al Planetario di Medellín dove incontriamo Michelle Mora, astronoma, divulgatrice e appassionata di ricamo.

Parlaci un po’ di te, del tuo lavoro e del percorso che ti ha portato fin qui…
Sono un’astronoma professionista presso il Planetario di Medellín, in Colombia, dove lavoro da quasi tre anni. Sono originaria del Venezuela, mi sono trasferita a Medellín nel 2016 e ho iniziato a studiare Astronomia all’Università di Antioquia. Negli ultimi due semestri, ho sviluppato un interesse per la comunicazione scientifica. Ho anche imparato a ricamare e ho iniziato a creare opere a tema astronomico. Il Planetario ha mostrato interesse per questo progetto e mi ha offerto lo spazio per un club di ricamo, cosa che alla fine mi ha portata al mio lavoro attuale. Ora mi occupo di divulgazione astronomica e produco contenuti didattici per insegnanti.

Il ricamo a tema astronomico è un hobby piuttosto originale, e tu sei riuscita addirittura a trasformarlo in un progetto di divulgazione scientifica, congratulazioni! Raccontaci com’è andata.
Nel 2020, ho iniziato a ricamare soggetti astronomici sempre più spesso, e ho creato una pagina su Instagram per promuoverli. Poi, il Planetario di Medellín mi ha contattata per tenere un workshop su come ricamare a punto croce la Terra e la galassia M87. È stata un’idea fantastica, così abbiamo creato un club di ricamo astronomico chiamato “Tra punti e stelle”, nel quale potevamo parlare di astronomia mentre ricamavamo.
Il primo progetto che abbiamo realizzato era dedicato ai due emisferi della volta celeste, tracciando con ago e filo ogni costellazione e unendole come in un puzzle. Eravamo 30 persone che hanno ricamato meticolosamente figure mitologiche, animali e oggetti del cielo. Attraverso conversazioni sulle magnitudini stellari e utilizzando diverse tecniche di ricamo per gli oggetti di Messier, abbiamo creato due telai di 1,5 metri che raffiguravano entrambi gli emisferi.
Nel secondo progetto, abbiamo scelto di ricamare donne che hanno avuto un impatto significativo sullo sviluppo dell’astronomia, creando una composizione che ne valorizzasse il lavoro. Il risultato sono state delle composizioni uniche, che abbiamo esposto al Planetario in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Nel nostro ultimo progetto, “Paesaggi del Sistema Solare”, presentiamo vedute interessanti e insolite di ogni pianeta; attualmente è esposto al Planetario.

Ricami con le costellazioni dell'emisfero nord.
Ricami con le costellazioni dell’emisfero nord. Crediti: M. Mora

Questi lavori sono meravigliosi. Quale pensi sia stata la chiave del successo di questo progetto?
Credo che il legame interdisciplinare tra astronomia e ricamo abbia affascinato le persone attratte dall’esperienza scientifica attraverso l’arte. Con ogni ricamo, le persone partecipanti si sono confrontate con l’astronomia in modo unico e creativo, realizzando rappresentazioni tangibili di oggetti celesti e concetti utilizzando questa tecnica artistica. Inoltre, il club è stato un vivace centro di aggregazione, dove abbiamo condiviso il nostro entusiasmo e le nostre conoscenze sia per l’astronomia che per il ricamo attraverso conversazioni significative. Questi progetti su grande scala, il cui risultato finale dipendeva dal lavoro di mesi di ogni partecipante, hanno anche promosso un forte senso di comunità. Credo che questo approccio ingegnoso abbia contribuito a democratizzare l’accesso alla scienza e abbia alimentato la creatività, la collaborazione e il senso di appartenenza tra chi ha partecipato.

Puoi raccontare a chi ci legge qualcosa sull’astronomia in Colombia?
L’astronomia e la scienza dello spazio in Colombia si stanno sviluppando rapidamente grazie alla ricerca accademica e alla divulgazione pubblica. Oggi, i programmi di astronomia disponibili a Medellín e in altre rinomate università del paese stanno incoraggiando la ricerca in astrofisica e scienza dello spazio, spesso in collaborazione con osservatori e università internazionali. Negli ultimi anni, si è registrato anche un aumento del numero di planetari nel paese, a dimostrazione delle capacità di questi spazi nel promuovere la scienza.

Il club di ricamo al planetario di Medellin.
Michelle Mora (in giallo) con alcune donne del club di ricamo al Planetario di Medellín. Crediti: M. Mora

Quali sono le attività principali del Planetario di Medellín?
Al Planetario, offriamo mostre interattive sull’astronomia e numerosi programmi gratuiti di divulgazione scientifica e culturale. Offriamo un nuovo spettacolo immersivo nella cupola, realizzato da Parque Explora/Planetario de Medellín e Double Dome Films. Si chiama “Animali Celesti” ed è uno spettacolo emozionante e suggestivo che reinterpreta nuove costellazioni basate sulla biodiversità della Colombia e su alcune specie in via di estinzione. Organizziamo anche visite scolastiche speciali, con attività sperimentali divertenti e interessanti su un tema specifico: quest’anno sarà “I sensi e l’astronomia”. Inoltre, il planetario offre programmi culturali collegati al nostro museo, rendendolo un’istituzione chiave per stimolare la curiosità e offrire sia apprendimento che intrattenimento.

Cento anni dopo la prima proiezione pubblica in un planetario, nel 1925, i planetari sono ancora molto popolari. Perché?
I Planetari combinano in modo unico educazione, intrattenimento e meraviglia, offrendo un’esperienza immersiva che nessun altro mezzo può replicare allo stesso modo. L’anno scorso si è celebrato il 40° anniversario del nostro Planetario, ed è stato evidente l’impatto che questi luoghi possono avere su una città. Il Planetario ha offerto storie affascinanti sul cielo, lasciando un ricordo indelebile in chi lo ha visitato per anni e ispirando molte persone a intraprendere una carriera scientifica.

Michelle Mora durante un evento al planetario.
Michelle Mora durante un evento di osservazione per il pubblico. Crediti: Planetario de Medellín
Come si è evoluto il concetto di planetario nel corso di un secolo e cos’è che ancora attira la curiosità del pubblico?
Quello che ha avuto inizio con proiettori stellari meccanici e spettacoli celesti si è evoluto enormemente con i proiettori digitali. I planetari possono portarvi in ​​luoghi di cui non avreste mai immaginato l’esistenza e ora possono essere un palcoscenico per esplorare non solo l’astronomia, ma qualsiasi disciplina, suscitando innumerevoli emozioni nel pubblico. Continuano ad affascinare un pubblico di ogni età e provenienza, rendendo i planetari un luogo di grande impatto non solo scientifico, ma anche culturale.

Raccontaci una tua giornata tipica al planetario…
In una tipica giornata al planetario, inizio a lavorare pianificando un evento di divulgazione. Può trattarsi di uno spettacolo dal vivo in cupola o di un programma per gli insegnanti. Cerco informazioni sull’argomento di cui voglio parlare e creo una scaletta di ciò che voglio mostrare e delle domande che voglio incoraggiare. Cerco sempre di trovare connessioni tra scienza e arte che possano essere utili e stimolanti per questi programmi. Nel pomeriggio, rimango in biblioteca per un po’ collaborando con i colleghi alla progettazione di nuovi contenuti e a volte organizzo riunioni per pianificare corsi di astronomia o eventi speciali per i mesi successivi. Il venerdì, a volte concludo la giornata con una serata di osservazione delle stelle aperta al pubblico.

Quali sono gli aspetti più entusiasmanti e quelli più difficili nel tuo lavoro?
Per me, uno degli aspetti più entusiasmanti del mio lavoro è vedere le scuole che visitano il planetario. Tanti bambini che corrono, fanno domande e sono entusiasti di essere qui. Alcuni dei miei ricordi preferiti da bambina sono legati a un museo, quindi sono felice di poterci lavorare da adulta. Il mio ufficio è proprio sotto la cupola, quindi di solito ascolto le loro reazioni agli spettacoli ed è meraviglioso. Mi piace molto imparare dai miei colleghi a raccontare storie da un punto di vista unico. Credo che mi abbiano insegnato a cercare le connessioni insolite con la scienza, la grandiosità del nostro pianeta e la sua diversità, e le storie che ci rendono più simili che diversi. Uno degli aspetti più difficili del mio lavoro è gestire le disparità socioeconomiche ed educative nelle scuole della comunità degli insegnanti del planetario. Sono un gruppo di 30 insegnanti che studiano attivamente l’astronomia per usarla come strumento pedagogico nelle loro classi. Tuttavia, ognuno di loro ha un background e un contesto scolastico completamente diverso, per cui a volte può essere difficile raggiungere un accordo sui contenuti educativi che creiamo.

Il ricamo dedicato alla costellazione del Cane maggiore
Il ricamo dedicato alla costellazione del Cane maggiore, con le stelle più brillanti e l’ammasso stellare M41. Crediti: M. Mora

A proposito di difficoltà, quali pensi che siano le sfide più grandi per chi fa divulgazione e didattica della scienza, oggi, in Colombia?
Di solito disponiamo di finanziamenti limitati per i programmi di divulgazione scientifica. Questo crea un’ulteriore difficoltà: i posti di lavoro per chi si occupa di comunicazione scientifica possono essere limitati, soprattutto ora che molti scienziati stanno prendendo in considerazione questa carriera grazie ai social media. Un’altra sfida significativa è colmare il divario tra la scienza e un pubblico eterogeneo, soprattutto in un paese con enormi disparità socioeconomiche e educative. Le aree rurali e le persone con disabilità sono state un target di riferimento negli ultimi due anni per contribuire a contrastare questa disuguaglianza.

E nel resto del mondo, le sfide sono simili a quelle che incontri nel tuo paese?
Oggigiorno, i social media sono uno strumento che ci pone di fronte alla sfida di raggiungere un pubblico sempre più vasto e diversificato. I contenuti progettati per i social media da chi si occupa di comunicazione scientifica spesso si scontrano con una concorrenza sbilanciata dovuta alla diffusione di disinformazione che diventa virale attraverso i meccanismi interni degli algoritmi di internet. Inoltre, la quantità di informazioni a cui gli utenti sono esposti quotidianamente finisce per rappresentare un ostacolo alla diffusione di nuovi contenuti. La comunicazione scientifica deve adattarsi a un pubblico sommerso dalle informazioni e abituato a contenuti della durata massima di poche decine di secondi.
Un’altra questione importante è l’accessibilità della comunicazione scientifica, per garantire che raggiunga un pubblico eterogeneo, al di là dei confini culturali, linguistici e socioeconomici, e che le opportunità per chi fa comunicazione scientifica siano offerte in quest’ottica. Una divulgazione più diversificata non può essere ottenuta senza una comunità di comunicatori scientifici più diversificata.

Ci sono dei autori, libri o persone che ti hanno influenzata particolarmente in questo percorso?
The Marginalian è sempre stato uno dei miei blog preferiti quando sono in cerca di storie commoventi su scienza e arte. Consiglio in particolare questo articolo, che è diventato uno dei miei principali riferimenti nel Club, sui ricami della mia astronoma preferita, Cecilia Payne-Gaposchkin.
Consiglio anche la serie di libri in spagnolo El universo según Carlota di Teresa Paneque. È una divulgatrice scientifica favolosa e i suoi libri sono un ottimo esempio.

Originaria del Venezuela, Michelle Mora è un’astronoma e divulgatrice scientifica al Planetario di Medellín in Colombia. Si è laureata in astronomia presso l’Università di Antioquia, a Medellín, nel 2022.

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Scritto da

Claudia Mignone Claudia Mignone

Astrofisica e comunicatrice scientifica, tecnologa all'Istituto Nazionale di Astrofisica.

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